Italia: sperimentazione animale, in aumento la più dolorosa

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E' in aumento in Italia la sperimentazione sugli animali. Lo rivela la Lav sulla base dei dati del Ministero della Salute, ottenuti grazie ad una sentenza del TAR che ha cancellato il segreto su questo tema. "Un aumento preoccupante e in controtendenza rispetto allo scenario scientifico nazionale ed europeo sempre più rivolti alla promozione di metodi sostitutivi all'impiego di animali, e nonostante l'impegno scritto in tal senso nel programma della precedente Coalizione del Governo" - sottolinea l'associazione. Le autorizzazioni per gli esperimenti "in deroga" - ovvero l'impiego di cani, gatti e primati non umani, o l'utilizzo a fini didattici o il non ricorso ad anestesia - sono passate da una media di 128 per il biennio 2004-2005 a 141 per il 2006-2007, con in testa il Lazio (ben 81), seguito da Veneto (38) e Toscana (37).

Preoccupa la Lav soprattutto l'apertura di nuovi stabilimenti utilizzatori: nel biennio 2006-7 sono state infatti rilasciate dal Ministero della Salute 60 autorizzazioni, di cui nuovi effettivi risultano essere ben 18: una media di circa 9 l'anno, quasi uno ogni mese e mezzo. Salgono così a 599 in totale gli stabulari in funzione in tutta Italia. In testa sono Lombardia, Emilia Romagna e Lazio con un numero di stabilimenti utilizzatori presenti sul territorio regionale compreso tra 61 e i 133.

"E' incredibile che vi sia un aumento del ricorso a test invasivi e dolorosi e una crescita degli impianti autorizzati alla vivisezione; cifre che contraddicono l'andamento lievemente decrescente complessivo del numero degli animali utilizzati negli ultimi dieci anni che arriva comunque alla spaventosa cifra di oltre 900mila l'anno - dichiara Michela Kuan, biologa, responsabile Lav e autrice del Dossier di denuncia. Infatti, per legge, questo tipo di sperimentazione in deroga dovrebbe costituire l'eccezione e non la regola e inoltre, negli ultimi anni, la ricerca per lo sviluppo di metodi alternativi alla sperimentazione animale sta facendo molti passi in avanti e gli sforzi a livello internazionale stanno dando buoni frutti, rendendo l'uso degli animali anche sotto questo aspetto una pratica sempre più obsoleta ed ingiustificabile".

"In Italia, invece, il principio per il quale il metodo alternativo debba essere preferito all'impiego di animali viene del tutto ignorato sia dall'utilizzatore di animali che dal Ministero della Salute, peraltro in nuovo ritardo sugli obblighi di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle statistiche, e dal servizio dell'Istituto Superiore di Sanità - conclude Michela Kuan - una situazione che va peraltro a tutto danno della ricerca biomedica italiana e che speriamo possa essere presto cambiata. Il problema non riguarda unicamente milioni di animali torturati per scopi scientifici vani, ma inevitabilmente anche i milioni di malati che nella ricerca e nei farmaci ripongono speranze di cura e di vita". Nel merito dei test in deroga autorizzati dal Ministero della Salute nel biennio 2006-2007, continuano a perpetrarsi anacronistici e fallimentari studi relativi all'uso di droghe, alcol e fumo, che tolgono fondi per ricerche incruente: "perché il Ministro della Salute continua ad autorizzarli?" - domanda la Lav.

Persiste poi il "pentagono universitario" Verona-Milano-Parma-Ferrara-Roma che continua a contraddistinguersi, negativamente, per l'utilizzo di scimmie nelle quali viene sondato il cervello e dove l'errore metodologico risulta doppio vista la mancanza del linguaggio, capacità indispensabile per comprendere le dinamiche psichiche e avanzare una diagnosi. Anche nella didattica la situazione si presenta tragica, eppure la legge in questo caso è particolarmente restrittiva, autorizzando il ricorso ad animali vivi solo in caso di inderogabile necessità, quando sono già disponibili sia in campo chirurgico che non, svariati metodi che non prevedono l'uso di animali: nonostante ciò migliaia di suini, ratti, topi, cavie, conigli e uccelli continuano ad essere torturati.

Guardando al prossimo futuro, la Direttiva Europea 86/609, che regolamenta la sperimentazione animale, sta attraversando attualmente un processo di revisione che porterà alla proposta di nuovo testo nei prossimi mesi da parte della Commissione di Bruxelles. Per cogliere la possibilità di rendere migliore la Direttiva, nell'ottica della necessaria fuoriuscita dalla vivisezione, in questi mesi la Lav sta raccogliendo firme su una petizione rivolta al Governo per chiedere un Decreto per rendere obbligatorio l'impiego dei metodi alternativi disponibili; un Decreto per vietare la dissezione nelle scuole primarie e secondarie; il finanziamento della Legge sull'obiezione di coscienza alla sperimentazione animale (L. 413/93) e per la riconversione dei laboratori che utilizzano animali in laboratori che fanno ricorso a metodi alternativi.

La Lav auspica che questa occasione non venga sprecata dal Ministero della Salute nell'ottica di tutelare gli animali, i pazienti umani e il progresso della scienza.

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