Italia: dalla Biodomenica al decreto sulle colture ogm

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"Il mercato del biologico ha ormai conquistato le tavole degli italiani: è buono, fa bene alla salute e tutela l'ambiente. Ma è arrivato il momento per fare un balzo in avanti e chiedere il marchio di garanzia per i prodotti biologici 'made in Italy'". E' la proposta congiunta di Coldiretti, Aiab e Legambiente lanciata domenica scorsa in occasione della Biodomenica 2004 far sì che dalla giornata di festa per eccellenza del mondo del biologico nasca una proposta concreta per tutelare e valorizzare i prodotti delle nostre campagne. Si tratterebbe di "un marchio per riconoscere il biologico italiano al 100%" - sottolineano Aiab, Coldiretti e Legambiente, "per dare a questo settore un valore aggiunto di grande merito". Durante la Biodomenica un milione di cittadini in oltre cento piazze italiane hanno potuto degustare i prodotti tipici biologici italiani.

Intanto venerdi arriverà in Consiglio dei ministri il decreto legge sulla gestione in Italia delle colture ogm e della loro compatibilità con quelle tradizionali. "Sarà un decreto molto rigido" ' ha annunciato il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno - "in linea con le indicazioni dell'Ue e che recepirà le scelte delle Regioni che si sono già dichiarate ogm-free". "Una posizione ideologica - ha spiegato Alemanno - ma la prudenza è dovuta all'esigenza di evitare che situazioni di contaminazione possano diventare irreversibili". Il ministro ha quindi posto l'accento sulla "assoluta sicurezza" necessaria nel delicato settore degli organismi geneticamente modificati e, soprattutto, per le sperimentazioni in campo aperto.

"Ci auguriamo che il decreto legge possa finalmente definire, rigidamente, norme e limitazioni utili a tutelare le forme di agricoltura biologica e convenzionale di qualità che caratterizzano il paesaggio italiano. Speriamo poi che questa sia l'occasione in cui tutte le forze di Governo s'impegnino per la rapida approvazione di un decreto che possa eleggere l'Italia quale capofila della sicurezza alimentare in Europa" - ha commentato Roberto Della Seta, Presidente nazionale di Legambiente. L'associazione ambientalista sottolinea che il decreto è "uno strumento indispensabile per consentire al nostro Paese di continuare a produrre gli alimenti di qualità e le specialità tradizionali che lo hanno reso famoso nel mondo consentendo, nel frattempo, di rispettare le scelte legittime di quelle regioni e dei singoli coltivatori che non hanno intenzione di coltivare piante geneticamente modificate o di subirne la contaminazione".

Da una ricerca condotta da Coldiretti-Ispo risulta che solo un italiano su dieci è disponibile a consumare alimenti modificati, ma a condizione di ottenere uno sconto rilevante nel prezzo di acquisto mentre più della metà dei consumatori (53%) non li acquisterebbe neanche se costassero il 20% in meno rispetto a quelli tradizionali. Sono già 1.112 i Comuni italiani che hanno adottato delibere che vietano la diffusione sul proprio territorio di ogm aderendo alla campagna Liberi da Ogm. "Il successo della nostra campagna nei confronti dei cittadini e delle istituzioni locali conferma - ha sottolineato Paolo Bedoni, presidente di Coldiretti - che per il biotech in Italia non c'è spazio né nei campi né sulle tavole, come dimostra peraltro il fatto che ben 12 intere Regioni, alle quali si aggiungerà a breve l'Emilia Romagna, hanno adottato provvedimenti per difendere il proprio territorio dalle contaminazioni degli ogm".

Sta intanto per partire la seconda edizione di Eco&Equo, la mostra mercato nazionale dei prodotti ecocompatibili ed equosolidali che si terrà alla fiera di Ancona dall'8 al 10 ottobre. Un'occasione per un confronto pubblico con Regioni, Province e Comuni perché in tutta Italia si moltiplichino le esperienze di "altra economia" all'interno della comunità locale. [GB]

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