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Italia: cibi ionizzati e cioccolato senza cacao
Biotecnologie
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Nonostante l'opposizione di diversi Paesi, tra cui l'Italia, il Codex Alimentarius, la commissione incaricata dalla Fao e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità di stabilire gli standard alimentari, ha approvato in questi giorni a Roma il nuovo documento internazionale per il trattamento dei cibi con radiazioni ionizzanti.
"Il nuovo regolamento" - spiega Legambiente - "permetterà alle aziende poco corrette di mettere in commercio alimenti anche non freschi o già deteriorati, sterilizzandoli con cobalto 60 e cesio 137. Saranno diffusi alimenti sempre meno sani, scarsamente proteici, ma con periodi di conservazione ancora più lunghi". Una decisione che ha suscitato la reazione dei gruppi ambientalisti come: Movimento dei consumatori, Acu, la Federconsumatori, Aiab (Associazione italiana per l'agricoltura biologica).
La 26a Sessione della Commissione del Codex Alimentarius, in programma dal 30 giugno al 7 luglio, che ha riunito nella capitale 600 esperti in sicurezza alimentare e commercio agricolo provenienti da 169 paesi, pone al centro della discussione la definizione di numerose misure di sicurezza alimentari a partire dai prodotti come la carne e i cibi derivanti dalle biotecnologie, per arrivare alla definizione dei contenuti minimi di cacao per i prodotti al gusto di cioccolata.
Di recente il Governo italiano ha dato via libera alla direttiva comunitaria sulla denominazione del "cioccolato puro", che consente l'utilizzo di grassi diversi dal burro di cacao per produrre il cioccolato. Tale provvedimento rischia di danneggiare i produttori di cacao del sud del mondo perché la possibilità di escludere il burro di cacao, essenziale nella cioccolata del "sud", potrebbe comportare una diminuzione di consumo dei semi di cacao in una quantità compresa tra le 80.000 e le 120.000 tonnellate.
Importanti novità in questi giorni si sono verificate sul versante degli Ogm. Nonostante la continua pressione degli Usa e dell'industria biotech, il Parlamento Europeo ha approvato una rigida regolamentazione in base alla quale tutti gli alimenti e i prodotti animali contenenti Ogm devono essere identificati.
Fonti: La Nuova Ecologia, Fao, Altromercato, Greenpeace.