Animali: clonato il cane, ora si brevetta il maiale

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Dopo la pecora, il gatto e altri mammiferi ecco il primo cane clonato. La nascita è stata annunciata dal ricercatore sudcoreano Hwang Woo Suk, direttore del laboratorio dell'università statale di Seoul (Sud corea). "Ma da quanti esperimenti fallimentari è stato preceduto?" Lo chiede la Lav - Lega Anti Vivisezione che condanna gli esperimenti di clonazione, a partire dalla creazione di Dolly, la prima pecora clonata e poi morta perché affetta da varie patologie. Non è un caso, infatti, che l'altro cane nato insieme a Snuppy sia morto dopo 22 giorni per polmonite. Per ottenere i due cuccoli clonati, un totale di 1.095 embrioni ricostruiti sono stati impiantati in 123 madri surrogate, con un tasso di efficienza dell'1,6%.

La LAV ricorda che uno studio - basato su dati INFIGEN, una delle multinazionali clonatrici, e su studi di Atsuo Ogura del National Institute of Infectious Diseases di Tokyo - pubblicato anche dalla testata inglese New Scientist, rivela che il 75% degli embrioni animali clonati muore entro i primi due mesi di gravidanza e che comunque il 25% nasce morto o con deformità incompatibili con la vita. Da 100 cellule di partenze mediamente una sola diverrà un animale "adulto e sano". Gli individui malformati vengono soppressi alla nascita oppure vengono eutanasizzati dopo aver sofferto per un'imprevista malattia. Ecco perché la notizia di tali esperimenti viene resa pubblica solo dopo alcune settimane o mesi dall'evento, ovvero quando l'animale sopravvive almeno alla prima fase della sua esistenza da "creatura da laboratorio".

Le tecniche di clonazione animale sono ancora molto lontane dall'essere perfettamente collaudate: questo vuole dire bassa efficienza delle procedure, che tradotto in altri termini significa perdita di vite animali, fatto che però molti scienziati si guardano bene dal dichiarare pubblicamente. "Prima di definire tali esperimenti un successo e di gridare alla loro fantomatica utilità per l'uomo, i ricercatori dovrebbero rivelare gli orrori dei loro insuccessi e i forti limiti di ciò che definiscono 'una vittoria', e spiegarci quale e quanto business alimenta questi esperimenti - dichiara Roberta Bartocci, biologa e responsabile LAV settore Vivisezione - Solo così politici, cittadini e mass media avranno davvero gli elementi per poter giudicare l'utilità, per i malati, di queste ricerche che di certo sono contro ogni etica. In Occidente l'opinione pubblica ha più volte condannato tali esperimenti; ci auguriamo che paesi come Corea e Cina non diventino la nuova frontiera di esperimenti contro ogni etica e contro ogni regola, e che ogni nazione investa maggiori risorse in favore dei metodi alternativi alla sperimentazione animale".

Intanto Greenpeace ha scoperto che la Monsanto ha fatto domanda per brevettare maiali con determinate caratteristiche ed alcuni metodi di allevamento. "La Monsanto sta ancora una volta cercando di controllare il cibo con quest'operazione che rappresenta un abuso alle norme sulla brevettabilità ed un affronto agli allevatori di tutto il mondo" afferma l'organizzazione precisando che se la richiesta di brevetto sarà concessa , non si potranno più allevare maiali con alcune determinate caratteristiche oppure bisognerà pagare delle royalties alla Monsanto. Il brevetto copre anche lo screening per specifiche caratteristiche genetiche naturali in base alle quali i maiali crescono più velocemente. La Monsanto vuole entrare in un mercato crescente, quello in cui la domanda di carne sarà più alta a livello globale. Questi maiali e i loro discendenti saranno tutti brevettati, e bisognerà pagare le royalties a Monsanto. La politica aggressiva della Monsanto per la promozione di mais e soia Ogm e per il monopolio delle sementi è già ampiamente nota. [AT]

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