Perché la Sanità è allo stremo dopo la pandemia

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Il recente dibattito, l’esperienza della pandemia, le minacce che incombono sul diritto alla salute, fisica e psichica, individuale e collettiva, suggeriscono l’attualità di un servizio sanitario pubblico, universalistico ed egualitario. Torna utile allora ricordare a quali caratteristiche si ispirò il nostro Servizio sanitario nazionale (SSN) nato nel 1978 sulla spinta di una grande stagione di conflitti sociali ed espressione di una qualificazione universalista del welfare italiano.

Universalità di copertura (a tutti gli individui e non solo ai cittadini italiani), equità di accesso e uguaglianza di trattamento dei cittadini, globalità dell’intervento sanitario, uniformità territoriale, centralità dell’azione preventiva, unitarietà del sistema, controllabilità e partecipazione democratica, finanziamento tramite la fiscalità progressiva generale. L’istituzione del SSN permise di superare la frammentazione mutualistica dell’assetto precedente ereditato dal ventennio fascista, affermare il principio dell’universalità e dell’eguaglianza nell’accesso ai servizi, predisporre il carattere democratico del nuovo assetto sanitario, attuare alcuni dei principi più avanzati presenti nella nostra carta costituzionale, in primis gli articoli 2; 3, 2° comma; 32. Quest’ultimo afferma infatti che la Repubblica «tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti». 

Le trasformazioni successive e lo scenario attuale sono il frutto di un’inversione di rotta, quella che ha connotato le nuove politiche di welfare subentrate a partire dagli ultimi decenni del Novecento in più realtà. In particolare la sanità è stata un ambito privilegiato di applicazione di nuovi modelli e strategie orientate a una generale riconfigurazione dell’intervento dello Stato rispetto al mercato, con minor tutela dei diritti sociali, a un ridimensionamento dei servizi collettivi di welfare pubblico, all’introduzione di un maggior peso di attività e soggetti privati nell’ambito di quest’ultimo. A partire dalla riorganizzazione del capitalismo in chiave neoliberale degli anni Ottanta e Novanta, attività come le cure sanitarie e l’assistenza ai più fragili vennero sempre più fornite nella forma di merci comprati sul mercato da quanti avevano capacità di spesa, anziché di diritti garantiti dallo Stato sociale...

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