Un’africana alla Cpi

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I paesi membri della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) hanno designato ieri la gambiana Fatou Bensouda come prossimo procuratore capo della Cpi. Una mossa che punta a riconciliare i rapporti tra il tribunale e il continente africano, proprio mentre sono in corso processi a carico di presidenti ed ex presidenti, dal Sudan alla Costa d'Avorio.

L'ambasciatore del Liechtenstein presso l'Onu, Christian Wenaweser, che presiede il processo di selezione, ha sottolineato come Bensouda, attualmente vice di Luis Moreno Ocampo, sia ormai l'unica candidata in grado di raccogliere il più ampio consenso tra i 120 paesi firmatari.

L'Assemblea degli Stati Parti del trattato di Roma, istitutivo della Cpi, eleggerà formalmente il successore di Ocampo, il cui mandato si concluderà a giugno 2012, nel corso della prossima sessione, prevista tra il 12 e il 21 dicembre a New York. Nella stessa riunione si eleggeranno, tra 19 candidati, sei nuovi giudici internazionali. L'elezione di un'africana all'Aja potrebbe offrire alla Cpi l'occasione per recuperare il consenso perso nelle classi dirigenti africane.

«Non siamo contro la giustizia, né contro la Corte penale internazionale» diceva a luglio Jean Ping, presidente della Commissione dell'Unione Africana, più volte in aperto contrasto con il procuratore capo. «Siamo contro il modo in cui viene fatta giustizia. Perché sono tutte africane le personalità che si trovano sotto processo con questa Corte? Questa è la domanda che ci stiamo ponendo».

Oggi il procuratore Luis Moreno Ocampo ha emesso un mandato d'arresto nei confronti del ministro della difesa sudanese, Abdelrahim Mohamed Hussein, per crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella regione occidentale del Darfur. Quest'ultimo si aggiunge al mandato già emesso contro il presidente sudanese Omar Hassan El Bashir, per le stesse accuse.

Nella notte di mercoledì 30 novembre, l'ex presidente della Costa d'Avorio, Laurent Gbabo, è stato trasferito in tutta fretta all'Aja, in risposta ad un mandato di arresto emesso nei suoi confronti martedì, per i crimini commessi nel conflitto scoppiato dopo le elezioni dello scorso anno. Su 18 mandati di arresto emessi dalla Cpi dal 2002, 8 riguardano personalità africane.

Nel dicembre del 2010, il parlamento keniano, in risposta alla decisione della Cpi di rinviare a giudizio sei alti esponenti di governo per i crimini commessi durante le violenze post elettorali del 2008, ha chiesto all'esecutivo di ritirare il Kenya dallo Statuto di Roma, azione che avrebbe sottratto il paese dall'autorità della Corte. Un sondaggio tra la popolazione, che vedeva con favore l'intervento dei giudici internazionali, non ha permesso, però, al governo di dare seguito alla petizione, che rivela, tuttavia, sentimenti ostili sempre più condivisi nell'intellighenzia africana. A questo si aggiungono processi costosi ed interminabili.

È un terreno minato quello della giustizia penale internazionale che si pone davanti al successore di Ocampo, che dovrà giustificare anche un budget di oltre 100 milioni di euro, in gran parte a carico di Germania e Giappone. Fatou Bensouda, 50 anni, è stata nominata vice procuratore nel 2004. Tra il 1987 e il 2000 ha scalato i vertici dell'Ufficio della Pubblica Accusa in Gambia, per poi concludere la sua carriera pubblica nel paese con la carica di Ministro della Giustizia, tra il 1998 e il 2000. Esperta di diritto internazionale, specializzata in diritto del mare, dopo un breve periodo da manager nel settore privato, è stata chiamata all'Aja.

Da Nigrizia

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