Pubblicità & azzardo: dopo le nostre proteste, ecco il divieto

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A 8 mesi 8 dall'entrata in vigore della Legge di Stabilità, con zero provvedimenti resi attuativi in tema di gioco d'azzardo, qualcosa di muove. Arriva il decreto attuativo sulla pubblicità . Evidentemente, quando le cose non passano sui tavolio di certi sottosegretari le cose stesse riescono, in qualche modo, a arrivare a concretezza.

Così, dopo aver denunciato solo pochi giorni fa (il 4 agosto) su queste pagine il flop dell'opzione Baretta, sulla Gazzetta Ufficiale di oggi 8 agosto e dopo che, da mesi, davamo voce al disagio di associazioni e cittadini rispetto a un effetto-annuncio oramai diventato stucchevole, viene pubblicato il decreto. La firma è del Ministro dell'Economia e delle Finanze Padoan e di quello dello Sviluppo Economico Calenda. Il decreto è datato è 19 luglio e reca disposizioni per l' «Individuazione dei media specializzati ai fini della pubblicità di giochi con vincite in denaro».

Chi deve rispettare il divieto? 

Il decreto prevede che gli spot sull'azzardo legale non potranno andare sui canali generalisti della Rai (Raiuno, Raidue e Raitre), su quelli di Mediaset (Canale 5, Italia 1 e Retequattro), su La7, Tv8 (la ex Mtv), la Nove (la ex Deejay Tv, di proprietà del gruppo Discovery Italia) oltre ai canali tematici indirizzati in via esclusiva o prevalente ai minori (ricordiamo che alcuni canali per bambini sono di proprietà del Gruppo De Agostini, a sua volta proprietario di IGT/Lottomatica). L'articolo 1 del Decreto prevede infatti che «si intendono per: a) "trasmissioni televisive generaliste": i canali televisivi digitali terrestri generalisti di cui all'art. 32, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 luglio 2005, n. 177, e s.m.i., ed al relativo piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre di competenza dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, già legittimamente irradiati in ambito nazionale in tecnica analogica e in simulcast analogico e digitale terrestre, che trasmettono in chiaro prevalentemente programmi di tipo generalista con obbligo di informazione».

Quando deve rispettarlo?

Nella fascia oraria dalle 7 alle 22.

Dove non cambia nulla?

Gli spot, invece, continueranno ad andare in onda senza limiti sui media "specializzati" (definizione, questa, già al centro di molte critiche ma difesa con forza proprio dal sottosegretario Baretta e all'origine di tanto ritardo visto che il decreto, di fatto, serve a individuare soprattutto delle esclusioni, più che delle inclusioni) e per i canali tematici (intesi in tal senso quelli unicamente dedicati a cultura, sport, musica, televendite), sulle piattaforme a pagamento, sulle emittenti locali e sui canali radiofonici. In sostanza, Mediaset Premium, Sky, Radio Sportiva, etc. All'articolo 2 del decreto si legge che «per "media specializzati" si intendono: 1) i canali televisivi digitali terrestri appartenenti alle tipologie di programmazione tematica di cui all'art. 32, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 luglio 2005, n. 177, e s.m.i., come definiti dal piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre di competenza dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni; 2) i canali televisivi diffusi su reti di comunicazione elettronica diverse da quelle digitali terrestri; 3) i canali televisivi a pagamento diffusi su qualsiasi rete di comunicazione elettronica (inclusi servizi on demand e pay per view); 4) i canali diffusi dalle emittenti televisive locali; 5) i canali radiofonici nazionali e locali».

Quali sanzioni?

La Legge di Stabilità 2016 stabilisce sanzioni (da 100mila a 500mila euro), già previste dal decreto Balduzzi del 2012 che saranno irrogate dall’Agcom «al soggetto che commissiona la pubblicità, al soggetto che la effettua» e «al proprietario del mezzo con il quale essa è diffusa». Renderle effettive è ora la sfida.

Marco Dotti da Vita.it

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