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Croazia: nuove prove di violazioni dei diritti dei migranti
Giustizia e criminalità
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Foto: Unsplash.com
Stando alle informazioni contenute in un registro trovato nella stazione di polizia di Koprivnica, in Croazia, nel periodo tra il 25 luglio e il 12 agosto 2020 nella zona di competenza della polizia di Koprivnica – responsabile della sorveglianza di un tratto di confine con la Bosnia Erzegovina lungo 33 chilometri – sono stati “intercettati” o “dirottati” 2373 migranti. Stando invece ai dati ufficiali forniti dalle autorità croate, nello stesso periodo gli agenti di polizia di Koprivnica avrebbero fermato solo dieci persone che hanno attraversato il confine croato-bosniaco al di fuori dei valichi di frontiera ufficiali.
È quanto emerso da un rapporto del Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti del Consiglio d’Europa (CPT), pubblicato lo scorso 3 dicembre dopo un anno di ostruzionismo da parte della Croazia che dal novembre 2020, quando il Consiglio d’Europa ha approvato il rapporto in questione, ne ha di fatto impedito la pubblicazione.
I dati contenuti nel rapporto del CPT sono probabilmente la prova più convincente di alcuni fatti già noti e ora difficilmente contestabili.
Primo, la polizia croata in modo sistematico e illegittimo nega ai rifugiati e ai migranti il diritto di chiedere asilo e li respinge dal territorio croato effettuando i cosiddetti pushback.
Secondo, questi respingimenti non vengono ufficialmente registrati.
Terzo, gli agenti di polizia effettuano i respingimenti con l’approvazione, se non addirittura su ordine dei loro superiori.
Quarto, durante la visita effettuata in Croazia dal 10 al 14 agosto 2020, un gruppo di esperti del CPT – composto da ex funzionari di polizia, criminologi, giuristi e scienziati forensi provenienti da vari paesi europei – ha raccolto, come si legge in un comunicato stampa diffuso dal Consiglio d’Europa, “numerose testimonianze affidabili e concordanti sulle violenze fisiche commesse dagli agenti della polizia croata (soprattutto dai membri delle forze speciali) nei confronti dei migranti”, compresi “schiaffi, percosse, colpi sferrati con manganelli e altri oggetti contundenti (come calci e canne di armi da fuoco, bastoni di legno e rami di alberi). Nel comunicato si afferma inoltre che “un numero considerevole di persone intervistate ha mostrato [alla delegazione del CPT] lesioni recenti sui loro corpi che i medici forensi membri della delegazione hanno valutato compatibili con le affermazioni degli intervistati riguardanti le violenze commesse nei loro confronti da parte degli agenti della polizia croata”, compresi “i caratteristici ematomi a forma di binari nella parte posteriore del corpo che corrispondono ai colpi inflitti con manganelli o bastoni”.
Quinto, i migranti e i rifugiati hanno raccontato alla delegazione del CPT di essere stati sottoposti anche ad altre forme di maltrattamento e umiliazione, affermando, tra l’altro, di essere stati costretti a sdraiarsi faccia a terra, mentre i poliziotti sparavano accanto ai loro corpi, ma anche di essere stati gettati nel fiume Korana con le mani ammanettate e poi costretti a camminare scalzi nei boschi, nonché di essere stati rimandati in Bosnia Erzegovina indossando solo biancheria intima e, in alcuni casi, completamente nudi.
Il rapporto del Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa è un duro colpo per il premier croato Andrej Plenković e per il ministro dell’Interno Davor Božinović; per l’intera piramide gerarchica delle forze dell’ordine, dal capo della polizia Nikola Milina verso il basso; ma anche per gran parte dell’opinione pubblica croata. Per la prima volta un’importante organizzazione internazionale, come il Consiglio d’Europa – che non solo vede tra i suoi membri la Croazia, ma è anche attualmente guidato da Marija Pejčinović-Burić, ex ministra degli Esteri della Croazia e membro dell’Unione democratica croata (HDZ) – ha confermato quello che diverse organizzazioni non governative, giornalisti, attivisti e gli stessi migranti sostengono da tempo, ossia il fatto che la polizia croata sistematicamente esercita violenze sui migranti...