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Protesta di immigrati africani in Cina diventa uno scontro con la polizia
Corruzione e denuncia
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Diverse centinaia di immigrati africani hanno protestato nella Città di Guangzhou in Cina, chiedendo che la polizia locale restituisse il corpo di un loro connazionale morto mentre era sotto custodia della polizia. Secondo alcune stime, questa è stata la prima grande protesta organizzata da immigrati in Cina.
Xinhua, il media portavoce del regime, ha stimato che solo 100 persone hanno preso parte alla protesta, mentre il giornale statale Global Times ha detto che sono stati coinvolti centinaia di immigrati. Foto diffuse a livello nazionale su Internet hanno mostrato almeno 100 manifestanti africani.
Vi è una considerevole comunità di africani nel Distretto Yuexiu del Guangzhou, dove la manifestazione ha avuto luogo, con stime comprese tra 20.000 e 200.000 abitanti. Molti degli immigrati provengono dall’Africa Occidentale e dalla Repubblica Democratica del Congo. Martedì scorso, i manifestanti hanno bloccato le strade, mostrato dei cartelloni e gridato: “Ridateci il corpo morto!” Alcuni si sono riferiti all’uomo che è morto come “mio fratello”. Resoconti statali suggeriscono che l’uomo era nigeriano.
I manifestanti si riferivano ad un uomo africano che lunedì è stato coinvolto in una rissa per una disputa su una tariffa di una moto-taxi. L’uomo e il proprietario del taxi, sono stati entrambi presi in custodia, ma a quanto pare l’immigrato è morto poco dopo. L’Ambasciata nigeriana a Pechino ha riferito a China Daily che l’uomo, Elebechi Celestine, era 28enne e proveniva dalla Nigeria. Il funzionario dell’ ambasciata Ademola Oladele ha dichiarato al Daily: “Abbiamo inviato funzionari a Guangzhou per osservare l’indagine e calmare i nigeriani nelle loro zone residenziali”.
Oladele ha spiegato che la causa della morte di Celestine non è stata ancora determinata, ma il suo ufficio avrebbe cercato “un rapporto dell’autopsia indipendente”. I dimostranti sostengono che un ufficiale di pubblica sicurezza cinese ha picchiato l’uomo sino ad ucciderlo e ciò ha portato alla protesta. Presumibilmente, circa 20 immigrati si erano dapprima riuniti al di fuori di una zona di commercio estera, in Sanyuanli, tenendo in mano un cartello con la scritta in inglese: “Dateci il corpo morto”. Ciò ha fatto sì che diversi altri immigrati provenienti da zone più vicine aderissero alla protesta.
La polizia di Guangzhou ha risposto con l’invio di agenti di polizia anti-sommossa per disperdere la protesta. Gli agenti, hanno picchiato i loro scudi con i manganelli e hanno ripetutamente trasmesso un messaggio in inglese tramite altoparlante dicendo, “Dovete andarvene; dovete andarvene”. Alcuni testimoni stimano che sono stati schierati più di 300 poliziotti antisommossa.
La polizia di Guangzhou ha riconosciuto che c’erano dei manifestanti e che la polizia antisommossa è stata inviata per trattare con loro Inoltre ha spiegato che avrebbe “fatto un’azione rapida e decisiva” e che avrebbe “risolto l’incidente in conformità con la legge”. Ufficiali locali hanno detto che “l’immigrato ha perso improvvisamente conoscenza” mentre era in custodia e che gli sforzi per rianimarlo sono falliti.
Su Sina Weibo, la più famosa piattaforma di microblogging in lingua cinese, alcuni testimoni hanno scritto che gli africani hanno combattuto con “coraggio”, lanciando pietre verso i finestrini dei veicoli di polizia e lottando contro gli agenti anti-sommossa. Tuttavia, ci sono anche resoconti che parlano di manifestanti che hanno lanciato pietre anche contro veicoli di passaggio.
Un utente di Twitter ha commentato che la protesta dimostra come gli immigrati africani in Cina si sostengano a vicenda e si chiedeva: “Ci saremmo alzati e avremmo combattuto per i nostri cinesi?”. Tuttavia, molti dei messaggi su Weibo e Twitter hanno criticato aspramente gli africani a Guangzhou, dicendo che sono in città illegalmente e che hanno elevato il tasso di criminalità.
Un altro utente Twitter ha scritto: “Alcune persone pensano che gli stranieri siano troppo prepotenti. La gente del posto non si preoccupa di uno straniero morto in una stazione di polizia, fintanto che non ci tocca “.
Da Regimecineseincrisi.com con il reporting di Jack Phillips