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Locride: saluto a mons. Bregantini, appello del consorzio Goel
Corruzione e denuncia
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La settimana scorsa profonda emozione e scalpore ha provocato la notizia del trasferimento di mons. Giancarlo Brigantini, vescovo di Locri-Gerace, nella diocesi di Campobasso-Boiano. Mons. Bregantini in questi anni è stato punto di riferimento della società civile calabrese e nazionale nella denuncia delle collusioni tra poteri forti, mafie e massonerie deviate nella Locride. E' stato quindi inevitabile che il trasferimento abbia avuto forte eco.
La Comunità diocesana ha espresso "immensa gratitudine" formulando "gli auguri più fervidi e sinceri per il nuovo e più alto ministero apostolico" rammentando che "il vescovo resterà ancora in diocesi nella qualità di Amministratore diocesano fino alla presa di possesso della nuova arcidiocesi che avverrà nella seconda metà del mese di gennaio prossimo".
Mons. Bregantini nei suoi 13 anni nella Locride ha partecipato anche in prima persona all'opera di denuncia delle mafie e delle massonerie deviate dando impulso e grandissimo stimolo all'attivismo della società civile e della cooperazione sociale.
Il consorzio GOEL è nato in questi anni grazie anche al fondamentale apporto pastorale di Mons. Bregantini. Nel comunicato stampa di saluto "Il cammino continua" vengono espressi sette "grazie" per l'opera pastorale aggiungendo che "Malgrado il dolore profondo e pur non conoscendo le ragioni di questa scelta in un momento così delicato, esprimiamo piena fiducia nella Chiesa: non vogliamo in nessun modo credere che le decisioni assunte siano state minimamente influenzate da fattori estranei a quelli pastorali" rinnovando il ringraziamento alla CEI per la solidarietà dimostrata in questi anni nei tanti momenti difficili della vita della diocesi e del Consorzio.
Dopo il trasferimento del Vescovo i soci del consorzio sono convinti di apparire più vulnerabili e si preparano a possibili attacchi da parte della 'ndrangheta e delle massonerie deviate che, con la complicità di conniventi personalità istituzionali, tenteranno di aggredire e infangare "chi è più esposto" esprimendo la determinazione che il lavoro finora svolto, capace di creare una fitta rete di persone impegnate continuerà ad "infiammare le speranze della gente." Viene per questo chiesto il sostegno di tutti per "non consentire la devastazione di questo cammino di speranza, di dimostrare alla nostra gente che è ancora possibile sperare, resistere e addirittura vincere!"
Il Consorzio Sociale GOEL è nato all'interno della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Locri-Gerace e oggi raccoglie 14 enti, in prevalenza cooperative sociali. Impegnandosi nel territorio si è impegnata contro "un sistema di morte che produce precarietà[...] pensato e governato dalla 'ndrangheta e dalle massonerie deviate, intimamente e strutturalmente collegate." Dalla sua attività sono nati "Comunità Libere", un movimento nonviolento il cui manifesto è un punto di riferimento nell'attivismo sociale per la legalità e contro i poteri forti, e un consorzio regionale di terzo livello, "Calabria Welfare", che raccoglie tutti i consorzi di cooperative sociali della Calabria che si ispirano al Manifesto di Comunità Libere.
In questi anni Comunità Libere è stato al centro di vari attentati contro le cooperative, campagne diffamatorie e vari attacchi provenienti principalmente dalla logge massoniche che hanno sentito minacciato il loro operato.
Diverse le prese di posizione venute dai ragazzi di Locri del Movimento Ammazzateci Tutti. Liliana Esposito Carbone, madre di Massimiliano(uno dei "ragazzi di Locri" ucciso il 24 settembre 2004), ha ricordato un suo personale incontro con mons Brigantini e il carisma del presule che la colpì immediatamente. "non è di legno il Crocifisso che padre Giancarlo sorregge: è fatto delle lacrime e della voglia di riscatto di questa Locride, che egli ha amato così concretamente, da parlarne come di un giardino fiorito [...] ai miei occhi di mamma di un morto ammazzato; a me ha parlato spesso per sostenermi, e in una lettera mi ha raccomandato tenacia, non quelle fede speranza carità inflazionate da certi mezzi grandi uomini politici di questo nostro tempo." concludendo che "La Calabria tutta ha bisogno di questo PASTORE, della sua forza intelligente e della sua capacità di donarsi".
Aldo Pecora ha proposto al movimento di aprire un presidio a Campobasso affermando che "monsignor Bregantini, durante la sua missione apostolica in Calabria, sino a oggi abbia ben seminato. Perciò spetta prima di tutto a noi giovani il compito di raccogliere i frutti della speranza e continuare la semina".
Un concetto simile a quello espresso dalla signora Carbone si ritrova nelle parole di Roberto Presciani, presidente del consorzio delle cooperative sociali Trait d'Union che da anni opera a stretto contatto con le imprese sociali del territorio calabrese e, in particolare, con il Consorzio GOEL.
Noi Siamo Chiesa nel proprio comunicato stampa è contesta la decisione. Il movimento afferma che la decisione "lascia stupefatti e smarriti. E' forse possibile non ritenerlo una conseguenza di pressioni che il Vaticano, assumendosi gravissime responsabilità, ha subìto e che sono state esercitate da tutti i poteri mafiosi e forti nei cui confronti si è elevata costantemente la forte denuncia del vescovo di Locri? "
Mons. Bregantini in varie interviste ha però smentito che dietro il suo trasferimento ci siano state pressioni. Afferma infatti al quotidiano L'Adige: "L'iter è stato talmente rapido da non consentire pressioni. Monsignor Dini, che ha cessato il suo incarico per raggiunti limiti di età, ha chiesto di avere me come successore, tutti i vescovi hanno espresso il loro consenso così come i cardinali in assemblea plenaria. Poi c'è stata la firma del papa, ma è accaduto tutto in poche settimane" e rispondendo alla domanda diretta("Esclude che ci siano state ingerenze?"): "Sì. Piuttosto è adesso che potrebbero innescarsi logiche di innesto di poteri forti nel vuoto che io potrei lasciare. Questo pericolo c'è e per questo ora chiedo a tutti, autorità e semplici cittadini, di riempire questi vuoti con presenze fortificate."
Una ricostruzione confermata anche da mons. Armando Dini, a cui ons. Bregantini succederà nella diocesi molisana. Il presule ha affermato che "Ho dovuto lottare molto. La Santa Sede non voleva. E' questo il migliore regalo che potessi lasciare ai molisani"
L'Associazione Internazionale Joe Petrosino, nata in memoria del primo poliziotto assassinato dalla mafia(e al quale è intitolato anche un premio, che la stessa associazione assegna ogni anno, quest'anno proprio a Mons. Bregantini), dopo aver sperato fino alla fine in un ripensamento esprime "la preoccupazione che il suo trasferimento possa essere erroneamente interpretato, da coloro che più volte hanno minacciato il Vescovo, come un segnale di rallentamento dell'impegno contro la delinquenza."
di Alessio Di Florio