Italia: poco Iraq nei 200 video del concorso "Ilaria Alpi"

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Colpisce la scarsa presenza di inchieste sull'Iraq nei 220 i video presentati al concorso 2005 Ilaria Alpi. "La ridotta presenza del conflitto iracheno - ha dichiarato il presidente della giuria Italo Moretti - si spiega con la rinuncia da parte delle televisioni nazionali a mantenere in Iraq le proprie truppe, imposta da rapimenti e mancanza di sicurezza e dettata in alcuni casi dai governi europei". Ma - ha aggiunto - "è davvero positiva, nella crisi del giornalismo d'inchiesta, la trattazione, per quanto riguarda l'Italia, di problemi ormai offuscati, come quello della mafia,o sempre attuali come l'inquinamento, o l'immigrazione prima di tutti gli altri".

Si rinnova quindi il successo ottenuto dalle nuove sezioni del Premio Ilaria Alpi istituite nel 2004: sono 40 i partecipanti al premio Europa, riservato a giornalisti europei (il doppio rispetto al 2004) e 25 quelli al Premio Produzione, per i reportage inediti in lingua italiana (erano 16 nel 2004). Diverse le tematiche affrontate ma l'attenzione e' rivolta principalmente alle vicende conflittuali dell'attualita' internazionale. Focus sugli esteri anche per i filmati partecipanti al Premio Produzione: numerosi i reportage presentati che raccontano di Africa e America latina, di cooperazione internazionale, quasi a dimostrazione di quanto il confine tra giornalismo free-lance e attivismo sociale sia labile. L'80% di coloro che concorrono a questa sezione ha meno di 32 anni. "L'interesse che riscuote il Premio e la voglia di giornalismo qualificato che c'è anche oltrefrontiera evidenziano l'ottima qualita' del lavoro che sono in grado di produrre i free-lance e le etichette indipendenti. Forte partecipazione delle redazioni dell'Europa occidentale (Spagna, Regno Unito, Svezia, Francia, Germania), ma non manca la voglia di farsi sentire delle nuove realta' europee emergenti (paesi est-Europa e Balcani)" - segnala l'associazione.

I "numeri" del Premio Ilaria Alpi danno dunque un segnale evidente dell'importanza e l'interesse che il panorama giornalistico televisivo rivolge all'inchiesta. Sono 220 i video presentati al concorso nelle diverse sezioni, con un totale di 185 giornalisti partecipanti, di cui un terzo donne. La tragedia dello Tsunami nel Sud-Est asiatico, l'infanzia violata, l'Africa, tra le tematiche piu' trattate nelle sezioni "storiche" del Premio. Come in ogni edizione moltissimi i reportage di guerra o su situazioni di post-conflitto. Colpisce pero' la scarsa presenza di inchieste sull'Iraq. La mafia, la vita nelle periferie metropolitane, i disastri dell'inquinamento chimico e l'immigrazione clandestina gli argomenti piu' frequenti nelle inchieste riguardanti l'Italia. Circa 15 i filmati che concorrono per la sezione dedicata ai servizi in onda su tv locali e regionali, a dimostrazione della difficolta' che hanno le emittenti locali nel cercare di proporre, e realizzare, la denuncia giornalistica. Per la maggior parte arrivano da Puglia ed Emilia Romagna, ci sono poi Friuli, Veneto, Lombardia, Marche, Calabria.

Per i servizi in onda su televisioni nazionali è anche quest'anno la Rai in prima fila, con piu' di cinquanta video. Ma non mancano Mediaset e La7, e soprattutto le tv satellitari. Quindici infatti i filmati andati in onda su Sky Tv e RaiNews24. Presenti tre telestreet.

"L'undicesima edizione del premio Alpi - ha dichiarato il presidente della giuria Italo Moretti - consolida la caratteristica di una rassegna del giornalismo televisivo di inchiesta che non ha ormai uguali in Italia e che vede accrescere sensibilmente la sua dimensione internazionale grazie alla partecipazione di numerosi network europei. Se era prevedibile la rappresentazione dello Tsunami e dei suoi disastrosi effetti, ci conforta la scelta di rappresentare realta' dimenticate dalla grande stampa, come quella dell'Africa, continente desaparecido nonostante la condizione tragica in cui vivono quelle popolazioni. La ridotta presenza del conflitto iracheno - prosegue Moretti - si spiega con la rinuncia da parte delle televisioni nazionali a mantenere in Iraq le proprie truppe, imposta da rapimenti e mancanza di sicurezza e dettata in alcuni casi dai governi europei. E' davvero positiva, nella crisi del giornalismo d'inchiesta, la trattazione, per quanto riguarda l'Italia, di problemi ormai offuscati, come quello della mafia,o sempre attuali come l'inquinamento, o l'immigrazione prima di tutti gli altri. E premia l'apertura di una sezione riservata al giornalismo di coraggiosi autori, per cosi' dire indipendenti, che riescono a sopravvivere tra mille difficoltà. Nel ricordo del sacrificio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin il premio Alpi continua cosi' a mostrare quanto di meglio riesce a produrre un giornalismo che si pone come alternativa al sensazionalismo e all'effimero."

Le giornate conclusive dell'undicesima edizione del Premio Ilaria Alpi si svolgeranno a Riccione dal 1 al 4 Giugno 2005. I premi saranno attribuiti dalla giuria presieduta da Italo Moretti . Il premio Ilaria Alpi, ideato ed organizzato dall'Associazione "Ilaria Alpi - Comunita' Aperta" è promosso da Regione Emilia Romagna e patrocinato dall'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, dalla Camera dei Deputati, dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, dall'Ordine dei Giornalisti Nazionale e, da quest'anno, dalla Commissione Nazionale Italiana Unesco.

Intanto oggi la Scuola Superiore di Giornalismo di Bologna è stata intitolata a Ilaria Alpi. Alla cerimonia avrà erano presenti anche Giorgio e Luciana Alpi ed è stata presieduta dal Rettore dell'Università di Bologna Pier Ugo Calzolari e dal direttore della Scuola, Angelo Varni. Sono intervenuti il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, Giuseppe Sassarelli, preside della facoltà di Lettere e Filosofia e Claudio Santini dell'esecutivo dell'Ordine dei Giornalisti. [GB]

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