Italia: denunce di corruzione e uranio impoverito

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Sulla missione militare italiana in Iraq ci sono fondati sospetti di corruzione per ottenere l'idoneità e entrare a far parte del contingente italiano. "Per andare in Iraq, prima della tremenda strage di Nassiriya, era necessario far ricorso ad un giro di raccomandazioni. Si arrivavano a pagare tangenti e queste pratiche di corruzione non erano circoscritte a questa missione, ma erano utilizzate anche per la Bosnia e il Kossovo" - ha dichiarato il maresciallo Antonio Savino, presidente dell'Unione nazionale Arma dei Carabinieri (Unac). La procura militare di Roma abbia aperto una inchiesta,.ma il maresciallo Savino non comprende il ritardo col quale si è dato il via all'indagine. "Tutto era noto da anni - continua Savino - anche ai giudici militari. Si sa di lettere giunte agli inquirenti anche in passato. Le dichiarazioni dello Stato maggiore della difesa sono inattendibili. Come si fa dire che i tratta di casi isolati? Tra i morti nella strage irachena c'erano due colleghi anziani. Avevano oltre cinquant'anni. Ora, una circolare dell'Arma nella quale si specificavano i requisiti per ottenere l'idoneità alla spedizione, fissava a non oltre 45 anni l'età dei militari da impiegare.

I retroscena della missione in Iraq non si fermano alle tangenti. Qualche settimana fa l'Unac aveva denunciato la presenza di contaminazioni da polveri pesanti a cui sarebbero stati esposti i soldati e carabinieri mandati in missione in Somalia, in Kossovo, in Bosnia e in Iraq, per le quali molti militari sono già morti ed oltre 200 sono ammalati. Secondo l'Unac il Sottosegretario alla Difesa si è limitato a parlare del solo uranio impoverito, ma ha omesso di divulgare le risultanze sulle altre sostanze che sarebbero presenti sui Poligono di Tiro Sardi, ma anche su quelli meno conosciuti della Murgia Barese ( Minervino Murge) e Nettuno (Roma). L'Unac ha quindi divulgato una propria relazione redatta da propri geologi inviati sul posto e preannuncia di aver costituito un Comitato Nazionale per tutti i reduci dalle Missioni Estere affinchè citare lo Stato Italiano - Ministero della Difesa, per aver taciuto loro tale pericolo e quindi aver permesso la loro presunta contaminazione da uranio che può rivelarsi anche fra dieci anni. L'Unac prevede la richiesta di indennizzo speciale a cui hanno già aderito circa trecento militari che si sono costituiti nel Comitato di tutti i militari reduci dalle misisoni all'estero.

A Vicenza più di cinquanta persone ha partecipato oggi al presidio che si è raccolto alle 8 del mattino davanti alla Caserma militare americana di Camp Ederle in occasione del triste anniversario della prima bomba atomica, caduta su Hiroshima il 6 agosto del 1945. Promosso dai "Beati i Costruttori di Pace" e con l'adesione di una rete di organizzazioni pacifiste italiane e di un gruppo scout, l'appuntamento ha preso inizio con la lettura della frase tratta dal diario di bordo del pilota che ha sganciato la bomba: "Mio dio, cosa abbiamo fatto". Il momento più intenso è stata la lettura e pi la consegna della lettera aperta ai militari americani della base che è stata accolta dal comandante dei carabinieri presenti nella base e poi è stata inoltrata al comando generale delle forze armate americane in Europa. "Il cancello principale era chiuso, ma siamo riusciti a consegnare la lettera tradotta in inglese direttamente ad alcuni militari" ha commentato Lisa Clark, animatrice dei "Beati i Costruttori di Pace". Nella lettera viene richiesto ai militari americani un incontro per pensare insieme forme di pressione per la fine dell'occupazione in Iraq, partendo fin dall'interno delle forze armate. A conclusione del presidio il gruppo si è rincontrato per dare il via al seminario "Disarmiamo la storia". Fra i temi trattati quest'anno ci sono la privatizzazione degli eserciti, la cultura del disarmo, la potenza nucleare, la nonviolenza al femminile e l'informazione di guerra. L'appuntamento si concluderà con un altro presidio pacifico lunedì 9 agosto alle ore 11, davanti all'ingresso della base Usa di Longare a Vicenza, gia sede di bombe atomiche.[AT]

Altre fonti: Unione nazionale Arma dei Carabinieri, Peace Reporter

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