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Italia: G8 di Genova, 45 rinvii a giudizio
Corruzione e denuncia
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Il 19 e 20 maggio si terranno le nuove udienze dei processi rispettivamente per le violenze compiute alla scuola Diaz e per le torture alla caserma di Bolzaneto. Tra gli imputati, figure di spicco delle forze di polizia come l'ex capo della Digos, Spartaco Mortola, l'attuale capo dell'antiterrorismo, Francesco Gratteri, e il capo della Squadra Mobile di Genova, Nando Dominici. Tutti "servitori dello Stato democratico" che facevano carta straccia della Costituzione alla quale avevano giurato di essere fedeli. Nei giorni di luglio del 2001, Genova fu teatro, secondo Amnesty International, della "più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la fine della seconda guerra mondiale".
Eppure, è forte la sensazione che stia venendo meno la capacità di indignarsi di fronte a fatti di inaudita gravità e che, da più parti, si voglia "stendere un velo pietoso" su di essi. Sperando, magari, che il dibattimento si prolunghi fino alla prescrizione dei reati, con grave offesa delle vittime, in particolare quelle straniere, che in questi giorni riporteranno qui a Genova le loro ossa rotte e le loro anime tuttora ferite, nella speranza di avere giustizia. Per questo il Comitato Verità e Giustizia per Genova insieme alle altre reti dei movimenti genovesi invitano tutti i cittadini e le cittadine che credono nella giustizia e nei diritti costituzionali a partecipare ai presidi che si terranno il 19 ed il 20 maggio alle ore 9 davanti al Tribunale di Genova.
"Il processo che inizierà ad ottobre per i fatti di Bolzaneto mette a nudo l'arretratezza del nostro paese in materia di diritti civili: avremo 45 agenti e medici alla sbarra accusati di abusi contro detenuti, ma non abbiamo ancora - unici in Europa - una legge ad hoc sulla tortura" - precisa in una nota stampa il Comitato Verità e Giustizia per Genova che continua - "Dovremmo tutti arrossire. Le violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto nel luglio 2001 sono una vergogna dalla quale l'Italia può riscattarsi solo attraverso un rigoroso accertamento delle responsabilità operative e politiche. La credibilità delle forze dell'ordine può essere recuperata solo con una radicale condanna degli abusi da parte delle autorità amministrative e politiche, cosa mai avvenuta in questi quattro anni, e con l'immediata sospensione dal servizio, in attesa della sentenza, dei 45 uomini e donne rinviati a giudizio".
In relazione ai quarantacinque rinvii a giudizio per abusi nei confronti delle persone fermate nella caserma di Bolzaneto durante il G8 del luglio 2001, prendiamo atto, dichiara il senatore Francesco Martone (Prc), del fatto che il gup Maurizio De Matteis ha ritenuto che gli elementi di prova raccolti imponessero il processo per 45 persone appartenenti a polizia penitenziaria, polizia di stato, carabinieri e medici dell'amministrazione penitenziaria. "E' un atto dovuto, prosegue Martone, ma ora occorre una risposta dal mondo politico e il primo segnale dovrà arrivare dall'Unione, con l'inserimento nel programma della coalizione di alcune irrinunciabili istanze: a) l'istituzione di una Commissione di inchiesta parlamentare che faccia luce sulla gestione dell'ordine pubblico durante il Vertice G8 di Genova; b) l'identificazione del personale delle forze dell'ordine in servizio di ordine pubblico, con l'uso obbligatorio di codici identificativi sulle uniformi; c) ciclici aggiornamenti professionali delle forze dell'ordine finalizzati alla promozione dei principi della nonviolenza e alla garanzia e tutela dei diritti civili e politici dei cittadini, attraverso attività didattiche volte a sviluppare una deontologia professionale pienamente democratica e una coscienza civica conforme alle funzioni difensive e preventive; d) adeguamento alle convenzioni internazionali in materia di diritti umani del nostro ordinamento, con l'introduzione del reato di tortura.". Si tratta di richieste ineludibili per uno stato di diritto, civile e autenticamente democratico, in linea con quanto va chiedendo da anni il Comitato Verità e Giustizia per Genova.
Di simile avviso anche l'on. Vittorio Agnoletto, ex portavoce del Genoa Social Forum: "La memoria dei PM depositata lo scorso 13 marzo ricostruiva fedelmente le testimonianze rilasciate nelle giornate del luglio 2001 dai giovani vittime delle violenze effettuate dalle forze dell'ordine. Quella che finora era una verità per una gran parte degli italiani, comincia oggi il suo percorso anche nelle aule di tribunale. Dalla lettura delle oltre 500 pagine depositate dai PM e utilizzate dal gup De Matteis per emettere la sentenza a procedere, non vi è dubbio alcuno che simili violenze siano state commesse da chi era certo di poter godere dell'impunità e del consenso dei propri superiori. E' necessario quindi che, oltre ai responsabili materiali delle torture, siano individuati e processati i "mandanti", ossia coloro che avendo la responsabilità dell'ordine pubblico e della gestione politica delle giornate genovesi, hanno autorizzato o comunque tollerato e poi coperto le violenze consumatesi a Bolzaneto. Coloro che sono stati rinviati a giudizio devono essere sospesi cautelativamente dall'incarico o quantomeno destinati a mansioni non operative e comunque sollevati da ogni ruolo direttivo. Come medico mi colpisce particolarmente che persone sottoposte al giuramento di Ippocrate abbiano potuto violare così pesantemente il dovere di cura verso le donne e gli uomini feriti. Credo che sia inevitabile un intervento da parte dell'ordine dei medici. E' importante che il processo si svolga celermente visto che la legge Cirielli incombe e il rischio di prescrizione dei reati è inaccettabile".
Altre fonti: Comitato Verità e Giustizia per Genova