India: Un mondo di colori apre il FSM

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Si è aperto il Forum Sociale Mondiale con la conferenza stampa che ha visto la partecipazione dell'iraniana Shirin Ebadi, premio nobel per la pace nel 2003, Mustafa Bargouthi per la Palestina, Nguyen Binh dal Vietnam, un rappresentante dell'Iraq e uno per il Forum sociale indiano. Una presentazione del forum a cui è seguita una festa di decine di migliaia di delegati che da questa mattina invadono i Nesco Grounds, gli spazi espositivi della Fiera di Mumbai affittate dal Forum.

Alcuni numeri del Forum: sono i 75 mila partecipanti e le 2600 organizzazioni provenienti da 132 paesi del mondo tra cui gruppi di piccoli agricoltori, sindacati, ambientalisti, ong e intellettuali. Sono previste 1600 attività tra conferenze, seminari, tavole rotonde. Quattro milioni di dollari la spesa, anche per l'affitto della Fiera che è stato regolarmente pagato poichè gli organizzatori hanno rifiutato le sponsorizzazioni. Da segnalare che al Forum parteciperà tra gli altri anche l'ex presidente della Banca Mondiale, premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz. Nella serata della prima giornata è prevista la sessione plenaria di apertura, nella quale dovrebbero parlare gli indiani Lakshmi Sehgal, Shanti Patel e Arundhaty Roy, il brasiliano Chico Withaker, l'algerino Ahmed Ben Bella, l'inglese Jeremy Corbyn, il nobel iraniano Shirin Ebadi, il palestinese Mustafa Barghouti e l'irakeno Abduk al Rekabny.

La presenza più numerosa è quella asiatico e indiana che vede tra gli altri i "dalit", i senza casta indiani e nepalesi, che sono arrivati in una marcia partita da Jammu lo scorso 6 dicembre e conclusa in questi giorni proprio a Mumbai. Dopo aver attraversato 20 stati indiani visitando circa 1000 villaggi e città, la "marcia dei dalit", giunge nel Forum per confrontarsi sulla situazione che occupano nel sistema delle caste indiano caratterizzata da estrema povertà, precarietà igienico-sanitaria e diffusa ignoranza. Con la marcia la "National Campaign for Dalit Human Rights" ha promosso un appello per l'orgoglio dei "dalit" contro il castismo.

Tra i volti indiani che girano per il Forum, i sari delle numerosissime associazioni di donne, il "punjabi" degli uomini del nord dell'India e dei musulmani, le lunghe gonne che ricordano i sarong malesi dei delegati arrivati dal Kerala: il tutto in un caleidoscopio di cotoni, sete, tatuaggi, colori, lingue, stature, religioni, acconciature. Tra le delegazioni l'Asia è largamente rappresentata con la partecipazione dei tibetani, filippini, indonesiani, pakistani, birmani e i giapponesi in arrivo in 1600 con una nave.

La città di Mumbai, come il resto dell'India, vive molte contraddizioni con il crollo dei servizi pubblici e del rispetto delle leggi a cui si aggiunge un imponente corruzione e svuotamento della democrazia. Il governo indiano ha esaltato le conquiste delle sue politiche economiche neoliberiste attraverso una campagna di costosi e appariscenti annunci pubblicitari su stampa e televisione intitolata "la scintillante India", diffusa per due mesi sui media. La campagna s'inserisce nell'ambito della propaganda della coalizione al governo in vista delle elezioni parlamentari del prossimo aprile. Una campagna per celebrare conquiste che a favore di pochi considerato che ancora il 47% dei bambini indiani con meno di cinque anni è sottopeso, un quarto della popolazione è denutrita e il 35 per cento vive con meno di un dollaro al giorno.

Altre fonti: National Campaign on Dalit Human Rights, Wsf India, Ips News

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