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Georgia: decisa una nuova tornata elettorale
Corruzione e denuncia
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In Georgia non si placano le proteste per i brogli elettorali che hanno invalidato l'esito delle elezioni parlamentari del 2 novembre. Il Ministero della difesa ha dichiarato che la situazione è "fuori controllo" e la Commissione Centrale per le Elezioni della Georgia, ha deciso di indire una nuova tornata elettorale in diversi distretti del Paese. Migliaia di manifestanti nei giorni scorsi sono scesi in piazza per chiedere l'annullamento delle elezioni, che avevano visto la conferma a Presidente dell'ex Ministro degli Esteri dell'Urss Eduard Shevardnadze oggi accusato di aver favorito la corruzione e l'impoverimento della società georgiana.
Anche gli osservatori dell'Osce avevano denunciato le irregolarità elettorali. "Purtroppo queste elezioni sono state insufficienti all'aumento della credibilità sia del processo elettorale che democratico", ha dichiarato Bruce George, coordinatore speciale dell'Osce.
Dalla dissoluzione dell'Urss la Georgia è in una fase di instabilità politica. Sul piano internazionale ha cercato di smarcarsi dalla influenza russa, anche grazie all'appoggio degli Stati Uniti che hanno sostenuto il progetto di creare un oleodotto dall'Azerbaigian fino alla Turchia passando per la Georgia, quindi fuori dal controllo russo.
Nella nota di informazione della Commmissione Europea sull' assistenza finanziaria straordinaria in Georgia, si legge di come la Georgia non sia più nella lista, compilata dalla Banca mondiale, dei cinque Stati postsovietici più corrotti. La Banca mondiale ha intanto approvato finanziamenti per un totale di 310 milioni di dollari a favore del consorzio di multinazionali petrolifere, di cui fa parte anche l'ENI, che costruiranno l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (BTC). "Si tratta - scrive Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca mondiale - del più lungo oleodotto al mondo e collegherà il Mar Caspio con il Mar Mediterraneo, escludendo Russia ed Iran dallo sfruttamento delle risorse petrolifere che giacciono sotto il Mar Caspio, nell'interesse dell'amministrazione Bush". [RB]
Altre Fonti: Equilibri.net, Cnn Italia, 'Osce.