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Civitas: rapporto Social Wach sugli Mdg 2005
Corruzione e denuncia
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A Civitas nel convegno promosso dal Vis dal titolo "Obiettivi del Millennio: il ruolo della comunicazione per lo sradicamento della povertà", è stato presentato il rapporto Social Watch che ha stilato 11 punti di aspettative per i risultati dell'assemblea ONU di Settembre, che mette il rispetto per i diritti umani, la sostenibilità ecologica e la responsabilità diretta al centro delle azioni internazionali. All'incontro hanno partecipato J. Leonard Touadì, giornalista ed esperto in politica internazionale, Giovanni Anversa, giornalista RAI di Racconti di vita, Luca De Fraia di Action Aid International, Jason Nardi di Mani Tese.
La rete del Social Watch ha stilato 11 punti di aspettative per i risultati dell'assemblea ONU di Settembre, che mette il rispetto per i diritti umani, la sostenibilità ecologica e la responsabilità diretta al centro delle azioni internazionali. Nel documento si chiede una democratizzazione delle istituzioni internazionali in cui l'ONU riformata "riprenda la centralità politica" per assicurare un reale processo decisionale democratico, trasparente e responsabile. In tale sistema, un "Consiglio Economico e Sociale riformato dovrebbe essere l'autorità legale globale più alta per gli affari economici e sociali, le cui decisioni sono effettive".
Per il Social Watch, "l'ineguaglianza e l'esclusione sociale sono le fonti principali di instabilità e di conflitti a livello nazionale e internazionale. Chi lotta per sopravvivere cerca i mezzi per vivere, mentre chi ha in eccesso cerca di proteggere quello che ha e spesso di accumulare di più. Una risposta adeguata alla povertà si troverà solo in iniziative comprensive e redistributive, che si indirizzano a tutti gli aspetti dell'ineguaglianza, dove un'attenzione particolare deve essere data alla dimensione di genere".
A pochi anni dall'inizio del 21° secolo più di un miliardo di persone sono condannate alla povertà estrema; 104 milioni di bambini non possono andare a scuola; 860 milioni di adulti, di cui la maggior parte donne, non sanno né leggere né scrivere. La fame è una realtà quotidiana per 852 milioni di persone; un miliardo e 400 milioni di persone non hanno un lavoro dignitoso; altrettante non hanno accesso all'acqua potabile. Alle guerre e alle emergenze provocate dalle calamità naturali, come quella dell'oceano indiano, si somma l'emergenza dell'Aids, che ha già contagiato 40 milioni di persone. Questi diritti sono oggi negati ad un terzo dell'umanità e minacciati anche all'interno dei paesi più ricchi, mentre nel mondo si spendono ogni anno quasi 1000 miliardi di dollari per guerre e armamenti. I capi di governo di tutto il mondo dovranno rendere conto di questa situazione nel vertice dei capi di stato del G8 delle Nazioni Unite, previsto per settembre 2005. Intanto centinaia di gruppi, sindacati e organizzazioni della società civile di tutto il mondo stanno unendo i loro sforzi per costringere i propri governi a cambiare politica, sradicare la povertà e realizzare almeno gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Il VIS affronta questo tema critico nell'incontro di Civitas: il gap comunicazionale che oggi le ONG si trovano ad affrontare impedisce anche alla società civile di impegnarsi a tal punto da attuare quella giusta pressione sulle istituzioni affinché i governi del mondo si prendano la responsabilità di ciò che sta accadendo e che oggi non è più ammissibile. Lo scopo è fare della comunicazione reale tra i due emisferi del pianeta, Nord e Sud, il canale di intervento per agire contro la povertà e per modificare gli assetti dei Paesi, che ancora vedono divari insostenibili.