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Acli/Libera: corruzione, 'emergenza sociale ed educativa', illegalità 'malleabile'
Corruzione e denuncia
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"In Italia c'è un'emergenza legalità che ha assunto ormai dimensioni allarmanti non solo sul piano politico ma su quello sociale ed educativo". E' il commento del presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero alla denuncia della Corte dei Conti sull'aumento dei reati di corruzione e degli sprechi ai danni della Pubblica Amministrazione.
"La situazione delineata dalla Corte - afferma Olivero - mostra un Paese che ha abbassato paurosamente il livello di legalità, il rispetto per le regole, il senso dello Stato, senza i quali è impossibile non solo realizzare ma anche solo immaginare il bene comune, come dimostrano oltre agli illeciti gli sprechi denunciati, le opere incompiute, le inefficienze. Senza neppure dimenticare che in questo clima di illegalità finiscono per prosperare i sistemi della criminalità organizzata".
"Quella italiana - conclude il presidente Olivero - è una crisi non solo politica ma morale e culturale. La questione della legalità è un'emergenza sociale, per le ripercussioni sul piano dei costi e delle risorse sprecate e distratte alla comunità, ma è anche un'emergenza educativa che riguarda i valori che trasmettiamo alle future generazioni e il rischio grave della sfiducia nelle istituzioni e nella democrazia». L'antidoto contro l'illegalità è «non solo il controllo, ma anche la partecipazione dei cittadini»: «Dobbiamo tornare tutti ad investire con forza sulla cultura della partecipazione e della legalità, sul valore del bene comune come fondamento del senso dello Stato".
Intervendo a Bologna ad un dibattito durante il Green Social Festival, ancheil presidente di Libera, don Luigi Ciotti ha sottolineato che "una questione bruciante è il fatto che l'illegalità è diventata malleabile e molte persone, nella propria coscienza, hanno depenalizzato i reati". "In Italia - ha aggiunto - la legalità viene sempre più usata come una bandiera e svuotata del suo significato". "
Commentando sulle questioni al vaglio della magistratura circa l'Aquila e la Maddalena, don Ciotti ha detto con forza che "per le vicende di questo paese bisogna provare disgusto. Ormai non bastano più nè la vergogna, nè l'indignazione". Il presidente di Libera ha quindi ricordato che "all'Aquila è stato grazie al lavoro della base, anche di persone di Libera, che proprio provando questo disgusto serio e documentato, non hanno gestito le informazioni che avevano per loro stessi. Ma le hanno consegnate alle autorità competenti. E all'inizio, quando hanno iniziato a denunciare, gli hanno tirato addosso del fango, accusandoli di voler vedere marcio dentro ogni cosa'.
Va ricordato al riguardo che alcuni giorni dopo il terremoto de L'Aquila la rete Liberainformazione diffondeva l'impressionante reportage del giornale online Site.it che documentava ciò che stava avvenendo in Piazza d’Armi dove migliaia di metri cubi di ogni genere di detriti, già dal giorno di Pasqua, venivano finemente triturati e mescolati all’interno di enormi macchine e utilizzati per creare il basamento su cui poggiare delle strutture prefabbricate". In seguito al reportage di Site,it il procuratore capo, Alfredo Rossini, ordinava quindi il sequestro delle aree dei crolli oggetto dell'indagine.
Per cercare di prevenire infiltrazioni mafiose nella ricostruzione de L'Aquila lo scorso luglio è sorto l’Osservatorio Ricostruire Pulito che vede protagonisti Libera, Legambiente e la Provincia de L’Aquila. "Un atto d'amore e di rispetto per questa meravigliosa terra e per le tante persone che non ci sono più" - sottolineava don Ciotti durante l'inaugurazione parlando della necessità di una vigilanza da parte della società civile nel processo di ricostruzione in "una terra profondamente ferita, ma che necessita di rialzarsi in fretta e bene". [GB]