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Il mondo ha fame. Di giustizia
Codici di condotta
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Foto: Unsplash.com
Il virus accelera la sua corsa, anche se noi in Italia non lo stiamo più vivendo in modo drammatico sulla nostra pelle. Nelle ultime settimane il numero di vittime e di contagi continua ad aumentare in Africa, in Asia e nelle Americhe (aggiornamenti sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità).
Le preoccupazioni non sono solo per la salute ma anche per la mancanza di tutela sociale soprattutto nei paesi più poveri, dove si prospetta purtroppo una “pandemia della fame e della povertà”. Le storie di difficoltà sociali ed economiche post-coronavirus non ci sono affatto estranee, hanno toccato tanti di noi, tuttavia in molti paesi si tratterà probabilmente di difficoltà di livello tale “da togliere i diritti umani basilari a più di un miliardo di persone”. È quanto sottolineano CARITAS e FOCSIV con la Campagna “Dacci il nostro pane quotidiano – Insieme per gli Ultimi”.
Nella nostra Europa, seppur con pecche e difficoltà è stata attuata una importante protezione sociale dai danni socio-economici provocati dal lockdown e dalla pandemia; al contrario, i dati diffusi dalla Campagna riportano che il 55% di persone nel mondo oggi vivono senza alcuna tutela sociale e hanno perduto i diritti umani fondamentali come quelli dell’accesso al cibo, alla salute, al lavoro dignitoso, e si ritrovano ancora più vulnerabili. Così accade in America Latina, in India, in alcuni paesi dell’Asia, del Medio Oriente, dei Balcani e dell’Europa dell’Est, mentre l’Africa purtroppo potrebbe presto riconfermare il triste primato della disperazione.
Come racconta la giornalista Arundhati Roy, in India si calcola che il lockdown sia costato 135 milioni di posti di lavoro:“Milioni di lavoratori si sono trovati bloccati nelle città senza cibo, alloggio, soldi. Privati di dignità e speranza, hanno percorso centinaia di chilometri a piedi, in bicicletta, oppure ammassati illegalmente in camion privati, come se fossero merci. Hanno portato con sé il virus, diffondendolo nelle campagne più remote del paese. Molti sono morti di fame o di sfinimento, oppure in incidenti stradali. Oggi vediamo uomini e donne guadare i fiumi, sollevando i bagagli e i bambini. Vanno a casa, dove troveranno fame e disoccupazione. Assistiamo a resse per procurarsi da mangiare. Abbiamo solo una vaga idea dell’orrore”.
Il primo fenomeno che purtroppo ben rappresenta le disuguaglianze acuite con la pandemia è quello della “fame”: il Rapporto sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo, pubblicato questo luglio dalle Nazioni Unite conclude che “il mondo ha sempre più fame”.
Nel 2019, 690 milioni di persone hanno vissuto la fame come realtà quotidiana e la pandemia e le necessarie misure di lockdown adottate nel mondo hanno reso questa situazione ancora più drammatica, così nel 2020 altre 132 milioni di persone potrebbero cadere nella malnutrizione. Un numero spaventosamente alto.
Massimo Pallottino nel suo approfondimento realizzato per la Campagna CARITAS-FOCSIV riflette: “La fame non è stata causata dalla pandemia, ma quest’ultima rende ancora più evidenti le contraddizioni del mondo in cui viviamo. La fame non è causata dalla mancanza di cibo e di risorse, ma dalla loro iniqua distribuzione e cattivo uso: la vera riforma consisterebbe nel cambiamento della gestione dei sistemi alimentari, la valorizzazione dei sistemi locali e dell’agricoltura di piccola scala”. Come sottolinea Pallottino, pur producendo il 70% del cibo disponibile sul pianeta sono proprio i piccoli contadini che si trovano sempre più emarginati, poveri ed espulsi dalla loro terra a causa dei sempre più diffusi fenomeni di land grabbing. Un richiamo viene fatto anche alla responsabilità della finanza: “Come se possa essere già dimenticato il ruolo dei movimenti speculativi che causarono l’aumento del prezzo delle derrate agricole di base nel 2007-2008 e nel 2011-2012; e i drammatici effetti di una progressiva finanziarizzazione della terra”.
La Campagna è un’occasione per informarci sulle disuguaglianze esistenti, situazioni che la pandemia sta aggravando, dal cibo alla situazione della donna, l’istruzione, il lavoro, ecc. Potremo seguire le attività e gli approfondimenti mensili sul sito www.insiemepergliultimi.it
La Campagna è anche volta a sollecitare un gesto concreto per sostenere gli interventi nelle varie aree del mondo delle Caritas e dei soci FOCSIV – 62 interventi in Africa, Medio Oriente, Asia, America Centrale, America Latina, Europa dell’Est e Balcani – affinché si possa concretizzare un’azione semplice: “Condividi il pane. Moltiplica la speranza”.
Lia Curcio

Sono da sempre interessata alle questioni globali, amo viaggiare e conoscere culture diverse, mi appassionano le persone e le loro storie di vita in Italia e nel mondo. Parallelamente, mi occupo di progettazione in ambito educativo, interculturale e di sviluppo umano. Credo che i media abbiano una grande responsabilità culturale nel fare informazione e per questo ho scelto Unimondo: mi piacerebbe instillare curiosità, intuizioni e domande oltre il racconto, spesso stereotipato, del mondo di oggi.