Disabilità significa ancora diversità? Ma diverso da chi?

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Immagine: Unsplash.com

Cos’è la disabilità oggi? La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU del 1948 inserisce l’obbligo di tutelare la parità di trattamento delle persone con handicap, fisici e mentali; da questa trae origine la successiva Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, un patto per i diritti umani dei disabili, condiviso da diversi Paesi per garantire i diritti di uguaglianza, di tutela e di inclusione di tutte le persone diversamente abili. Approvata il 13 dicembre 2006 dall’Assemblea generale dell’ONU, è in vigore dal 2008 con 50 articoli. Ad oggi sono trascorsi 13 anni ed hanno aderito 193 Stati: il 3 marzo 2009 l’Italia ha approvato e reso esecutive le leggi delle Nazioni Unite ed il 23 dicembre 2010 sono state messe in atto anche dall’Unione Europea.

Nell’odierna società contemporanea, la normalità è diffusamente rappresentata da una società che ha stravolto e condiziona persino i gusti ed il codice etico dei consumatori per renderli controllabili e gestibili, i mass media poi hanno coinvolto tutti i livelli della società, dall'individuo ai rapporti di amicizia, dalle relazioni amorose a quelle familiari, imponendo a volte modelli irraggiungibili, consumistici e frivoli. Spesso comportamenti egoistici ed opportunisti hanno avuto il solo scopo di perseguire il dio denaro, la fama, il potere, gli standard estetici come tanti re Mida che muoiono di una fame che il denaro non può saziare (S. Zamagni).

Le trasformazioni antropologiche, sociologiche, biologiche, filosofiche ed ecologiche globali, dovute all'interazione tra i diversi fattori evolutivi (demografici, sociali, culturali, economici, tecnologici, ecc.), inoltre, hanno registrato un'ampiezza senza precedenti, facendoci giungere all’odierna lotta dell’uomo contro l’uomo, alla scandalosa guerra dell’uomo contro la natura, al Covid modificando, in maniera irreversibile, il modo di vivere quotidiano così come il pensiero, la percezione del mondo e la convivenza umana. Ma allora, tutto questo è “normale”? Ma perché siamo considerati diversi dalle persone “normali”? Ma, sostanzialmente, diversi da chi? E in fondo chi è il diverso, noi disabili o voi che vi considerate “normali”? Ma, in realtà ciascuno di noi è diverso da tutti gli altri.

Sono questi i quesiti che si pone una 14 enne, che chiameremo Camilla. Dovrà presto essere operata e poi successivamente seguire una riabilitazione fisioterapica causa di una diparesi dalla nascita, dovuta ad una sofferenza fetale.

È questa la realtà che attualmente sto conoscendo e che sto vivendo anche io, acquistando sempre più la consapevolezza che, ai nostri giorni, il "prossimo" o il disabile continua ad essere segregato ed emarginato o viene trattato con un atteggiamento di pietismo, dimenticando che forse, un giorno disabile potrebbe diventare ciascuno di noi, basta un incidente stradale in moto, in bicicletta o in auto, un tumore, un’infiammazioni midollare, un ormone killer, un arresto cardiaco, un ictus....

L'articolo di Maria Vella segue su Vita.it

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