Biodiversità nelle Eolie: la ricerca scientifica di Nesos

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Foto: Nesos

Oltre due secoli di ricerche scientifiche e ancora la biodiversità dell'arcipelago delle Eolie non è ancora del tutto conosciuta. Per indagarla, ma anche per far conoscere le isole ai visitatori e a chi le abita, da circa un ventennio esiste Nesos, associazione, composta da scienziati, scienziate e guide ambientali. 

L’uccello delle tempeste è uno dei loro ultimi target di osservazione. “Si tratta - spiega Pietro Lo Cascio, naturalista e fondatore dell’associazione - di uno degli animali meno conosciuti e anche meno facili da osservare della nostra fauna. Trascorre gran parte della sua esistenza in alto mare (da qui il nome scientifico, Hydrobates pelagicus) e si avvicina alle coste soltanto nel breve periodo in cui si riproduce. Ma lo fa di notte, lontano da occhi indiscreti. Le uniche popolazioni che nidificano nel Tirreno meridionale sono quelle delle Eolie: poche decine di coppie, che tuttavia hanno una grande importanza e arricchiscono di una preziosa presenza la biodiversità di un arcipelago che attende ancora di diventare un Parco Nazionale”.

Il gruppo di Nesos (isola, in greco) da circa tre anni ha scoperto la presenza del volatile e torna ogni estate a monitorarlo. “Ne abbiamo contate circa sessanta coppie - continua Lo Cascio - . Stanno benissimo e forse sono più numerose di quanto immaginiamo. Si lavora di notte, nell’oscurità di piccole grotte quasi inaccessibili di alcuni isolotti, dove il caldo e l’umidità possono essere insopportabili. I piccoli aspettano il ritorno del genitore che li nutre e che poi riparte verso il mare aperto. Poco prima dell’involo, arrivano a superare il peso di un adulto, diventando minuscole e grasse palline ricoperte da un piumino grigio. Poi si trasformeranno in abili volatori che solcheranno il mare senza riposare mai sulla terraferma. Una storia naturale affascinante, ancora ricca di aspetti poco conosciuti”. 

Ma non ci sono solo i volatili sotto la lente di Nesos, perché da qualche tempo l’associazione si occupa anche di lucertole, in particolare di una specie autoctona (la Podarcis Raffonei) che abita su alcuni isolotti disabitati vicino a Stromboli, Filicudi e Salina e annoverata tra le specie a rischio di estinzione della fauna europea. “Il progetto Save the Aeolian Lizard lavora per ridurre il rischio di estinzione per questa specie endemica dell’arcipelago, ma certamente iconica per l’intera fauna mediterranea”.  Le attività prevedono una fase di riproduzione in cattività, la reintroduzione della specie in alcuni isolotti per incrementare il numero delle attuali popolazioni e una successiva fase di monitoraggio.

Anche le tartarughe sono tra le ‘protette’. L’associazione ha infatti avviato (con il supporto logistico di Blue Marine Foundation) un progetto per il monitoraggio e la salvaguardia dei nidi di tartaruga Caretta Caretta nell’arcipelago, che punta alla creazione di una rete di volontari e volontarie che possa segnalare la presenza di nidi nelle spiagge. Accanto alla ricerca e all’osservazione sul campo, Nesos ha elaborato l’Aeolian biodiversity references, una bibliografia  che elenca tutte le pubblicazioni (libri, monografie, articoli scientifici e divulgativi) dedicate o che contengono riferimenti alla flora, alla fauna e all'ambiente biotico dell'arcipelago. 

“Si tratta - spiega il naturalista  - di uno strumento di grande utilità per chi si occupa della biodiversità delle Isole Eolie: un'opera in progress, soggetta a periodici aggiornamenti, disponibile in formato pdf e assolutamente libera”.

Oltre alla ricerca scientifica Nesos si occupa anche di guide ambientali e trekking per i migliaia di turisti e turiste che ogni anno arrivano nelle isole vulcaniche, ma non solo. “Da qualche anno organizziamo camminate e tour pensati per gli abitanti delle nostre isole, perché capita spesso che pur abitandole, non si conoscano tutti i segreti che le Eolie nascondono. Ad oggi siamo riusciti a coinvolgere oltre seicento persone”.

Alice Pistolesi

Giornalista, è laureata in Scienze politiche e Internazionali e in Studi Internazionali all’Università di Pisa.  Viaggia per scrivere e per documentare, concentrandosi in particolare su popolazioni oppresse e che rivendicano autonomia o autodeterminazione. È redattrice del volume Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo e del sito Atlanteguerre.it dove pubblica dossier tematici di approfondimento su temi globali, reportage. È impegnata in progetti di educazione alla mondializzazione e alla Pace nelle scuole e svolge incontri formativi. Pubblica da freelance su varie testate italiane tra le quali Unimondo.org.

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