Settimana della pace: l'Africa al centro delle prime iniziative

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"L'Africa non domanda aiuti, ma riconoscimento e dignità. Per questo la cooperazione deve fare un'inversione di rotta accompagnando ed appoggiando la società civile. La nuova legge sulla cooperazione internazionale che il Parlamento sta discutendo dovrà essere capace di favorire scambi e relazioni ed uscire da ogni forma di affarismo e di paternalismo". E' quanto dichiarato da Guido Barbera, Presidente del Cipsi - coordinamento di 41 Ong e associazioni di solidarietà - al termine del convegno internazionale di 'Chiama l'Africa' svoltosi ad Ancona nello scorso fine settimana. E Eugenio Melandri, coordinatore di 'Chiama l'Africa' ha aggiunto: "Abbiamo avuto modo di ascoltare l'Africa. E ancora una volta abbiamo capito che occorre abbandonare i luoghi comuni e creare nuove relazioni. E' dall'Africa che può partire un nuovo movimento capace di ridare un'anima a questo mondo che ormai ha venduto se stesso solamente al profitto e al mercato".

Sono diversi gli impegni assunti per dare continuità a questo ulteriore incontro voluto da 'Chiama l'Africa' e dal Cipsi, in occasione dell'Onu dei Popoli insieme alla Provincia di Ancona. Primo fra tutti la costruzione di una rete di organizzazioni e di gruppi che nei vari continenti - non solo in Africa - sono impegnati per la costruzione di un mondo diverso. La creazione di una Fondazione internazionale dedicata a Joseph ki-Zerbo, il grande storico africano morto un anno fa, per continuare lo studio della storia e della cultura africana (commovente è stato in proposito il ricordo che Jacquekline Ki-Zerbo, sua moglie, ha fatto all'inizio del convegno). Il lancio di un evento comunicativo che dalla prossima primavera attraverserà oltre 20 piazze italiane che, con la presenza di elementi artistici , mostri visivamente la sfida all'incontro tra persone e organizzazioni in nome del cambiamento, dal titolo "Persone, Africa e società civile in cambiamento".

E proprio l'Africa è stata al centro anche della prima giornata della Settimana della Pace che si è aperta a Milano promossa dall'Assessorato alla pace della Provincia in collaborazione con il Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani. L'iniziativa ha dato la possibilità a molte comunità africane, e ai loro rappresentanti arrivati in Italia e ospiti della marcia Perugia-Assisi, di far conoscere al mondo occidentale, all'Italia, le difficili condizioni che si stanno vivendo in molte realtà africane. "Aprire la Settimana della pace su questi temi - ha detto Francesco Cavalli del Coordinamento - è un fatto già significativo in sé. Il riconoscimento dei diritti umani è uno strumento concreto per muoversi verso un percorso di pace, e questo proprio mentre sta nascendo il Coordinamento degli enti locali per l'Africa, con tre obiettivi: organizzare nel 2008 un meeting tra Italia e Africa sulla "governance" promosso proprio dagli enti locali; un impegno concreto per intervenire sui conflitti in corso, infine per promuovere ad organizzare il World Social Forum che si terrà (prevedibilmente) nel 2010 o nel 2011 (quello del 2009 sarà in Amazzonia), nuovamente in Africa".

Coordinati da Letizia Gonzales, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia e Raffaele Masto di Radio Popolare, sono intervenuti a Milano Godaleve Mukusarasi, vice presidente dell'associazione Turi Hamwe per la promozione dei diritti delle donne (Rwanda), Linda Galagou Frendananad Hussein dal Ruanda (associazione di donne) e Susan Rotiero Owiro di Africa Peace Point (Nairobi, Kenia). Nel pomeriggio, a moderare c'era Luciano Scalettari di Famiglia Cristiana, è intervenuta Petronilla Kibwa, presidente della Federazione delle Cooperative agricole Mutumba (Burundi).

"Senza retorica - ha detto Irma Dioli, assessore alla Pace della Provincia di Milano - abbiamo cercato con questa iniziativa di fare da ponte, da altoparlante, tra la realtà africana e il nostro mondo. Un'iniziativa non fine a se stessa, ma che deve sfociare in fatti concreti, nell'incremento dei progetti per la cooperazione (la Provincia di Milano supporta un progetto per il Sudan, ndr) e promuovere politiche attive di cittadinanza. Per fare pressione, anche, sul governo italiano. Per dire che si può incidere in maniera più forte sulla soluzione di questi problemi". [GB]

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