Italia: Giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico

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Sono una settantina le associazioni che finora hanno aderito e che promuovono oggi iniziative nelle loro città in occasione della settima 'Giornata ecumenica del dialogo cristiano islamico' promossa dalla rivista 'il dialogo'. "Questa iniziativa ormai radicatasi in tutta Italia si ispira al fatto che il 14 dicembre 2001, ultimo venerdì del mese di Ramadan dell'anno 1422 dall'Egira, Giovanni Paolo II chiese a tutti, donne e uomini di buona volontà (nel cuore della guerra in Afghanistan!) di condividere il digiuno di Ramadan. Un messaggio altissimo, inviato significativamente a soli tre mesi dal terribile 11 settembre, che nella strategia pontificia proseguiva quella pedagogia dei gesti con cui egli aveva scelto di porsi di fronte alle fedi altre, sin dai primi tempi del papato" - scrive il teologo Brunetto Salvarani.

Nella sua "Lettera alle donne e agli uomini di buona volontà" Salvarani sottolinea che "da allora, quell'ultimo venerdì è divenuto, per molti cristiani di diverse confessioni e musulmani in Italia, la ricorrenza simbolica in cui ritrovarsi, per rilanciare l'urgenza del dialogo". Dialogo che l'associazione, rilanciando il messaggio augurale di mons. Joachim Ouedraogo alla Comunità Musulmana del Burkina Faso, è oggi ancora più urgente: "Di fronte ad un mondo imbarcato nell'intolleranza socio-culturale e religiosa che crea un clima di paura e di insicurezza ed in cui l'altro diventa un pericolo che genera paura, siamo chiamati, noi credenti, ad avviare un dialogo interreligioso ed interculturale per creare una geopolitica spirituale, vale a dire, entrare nel cuore dell'uomo per seminarvi i germi della tolleranza, del rispetto reciproco, della conoscenza e della riconoscenza dell'altro" - scrive il Vescovo di Dori e Presidente della Commissione episcopale per il dialogo con l'Islam del Burkina e Niger.

Il tema di quest'anno è proprio "la gioia del dialogo": "un tema controcorrente, che invita le comunità cristiane e musulmane a superare la paura reciproca che viene diffusa a piene mani da chi ha interesse a difendere i propri privilegi e la propria presunta superiorità" - sottolineano i promotori. "La mia e nostra speranza - scrive ancora Salvarani - è che il dialogo, sia pure in salita e con le fatiche oggettive (penso anche alle contraddizioni di Sibiu, terza Assemblea ecumenica europea, del settembre 2007, o alla ancor scarsa diffusione della Charta Oecumenica) prosegua: in fondo, si tratta di un processo giovane, nato solo pochi anni fa".

Non manca la consapevolezza della difficoltà del momento. Come scrive il pastore La Torre della Federazione delle chiese evangeliche "Di fronte a pretestuose riserve sulla costruzione di moschee o di minareti, riteniamo umana, giusta e doverosa l'esigenza di ogni credente di osservare e vivere la propria fede, come quella di ogni non credente di vedere rispettata la propria visione della vita e della società in un dibattito aperto e franco. La libertà religiosa è un diritto fondamentale dell'uomo, costituzionalmente garantito, che non può essere barattato e la cui applicabilità prescinde dalla cittadinanza della persona. Il clima di ostilità soprattutto nei confronti dei musulmani pone innanzitutto la questione se le democrazie dell'Europa occidentale possiedono ancora i valori necessari per integrare tutte le sue componenti in una pluralità armoniosa di appartenenze e mantengono la forza indispensabile per progettare le tappe e le istituzioni che dovranno scandire questo processo". In questa linea, il pastore La Torre conferma l'impegno delle chiese protestanti italiane a "mantenere aperta e ad allargare la via del dialogo, del dibattito franco e del reciproco confronto con la comunità musulmana italiana e il mondo dell'islam".

Una giornata - sottolinea in conclusione Brunetto Salvarani - per riscoprire "la gioia del dialogo, andando, una volta di più, controcorrente, dato che oggi ne sono piuttosto sottolineati i pericoli, le ingenuità, i timori". [GB]

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