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Diritti umani: nuove sfide verso il 60mo della Dichiarazione
Diplomazia popolare
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In occasione della 'Giornata internazionale dei diritti umani', che ricorda la storica firma a Parigi il 10 dicembre 1948 della "Dichiarazione universale dei diritti umani", le organizzazioni internazionali sottolineano che abbiamo motivi sia per celebrare che per rilanciare la sfida. "Celebriamo l'impressionante sviluppo degli standard internazionali sui diritti umani, delle leggi e delle istituzioni che hanno reso migliore la vita di molte persone nel mondo" - scrive Amnesty International. "Ma questo - aggiunge Amnesty - non è solo un momento di celebrazione e compiacimento. E' anche il momento di rilanciare la sfida: la sfida per rendere i diritti qualcosa di concreto, per annullare il divario tra le promesse della Dichiarazione universale e il comportamento dei governi e di altri soggetti. Dall'Afghanistan allo Zimbabwe, i diritti umani vengono violati, negati ed erosi con insolenza e impunita' da governi, imprese economiche e gruppi armati. Occorre un rinnovato impegno, tanto delle istituzioni quanto della società civile, per convertire la retorica in realtà, il disincanto e la disperazione in speranza e azione" - sottolinea Amnesty.
"L'unico diritto che non possiamo invocare è il diritto alla delega" - evidenzia Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace. "Dobbiamo impegnarci a costruire una politica genuinamente nuova che si impegni a salvare dalla morte certa coloro che sono ancora privati dei fondamentali diritti; una politica che metta al bando la guerra e la corsa al riarmo, che riconosca la pace come diritto fondamentale della persona e dei popoli; una politica impegnata a costruire la pace tra i popoli e tra le persone, tra gli stati e dentro gli stati; una politica tesa a difendere e attuare, secondo principi di giustizia fatti propri dal diritto internazionale dei diritti umani, i beni comuni universali e a costruire un ordine internazionale pacifico e democratico; una politica impegnata a riconoscere, garantire e promuovere i diritti umani, la solidarietà e la responsabilità di tutti".
La Tavola della Pace ha dato oggi inizio dalle baraccopoli di Nairobi all'Anno dei diritti umani che culminerà il 10 dicembre 2008, 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. "Il 2008 sarà anche l'Anno Europeo per il Dialogo interculturale e il 60° dell'entrata in vigore della Costituzione Italiana: altre opportunità per declinare azioni, progetti, proposte politiche".
Il presidente del Cipsi, Guido Barbera, in un messaggio afferma che "è il momento di celebrare questo 60° compleanno con una grande svolta di rinnovamento" "che può ripartire esclusivamente dal recupero di uno spirito di solidarietà che ci riporti ad assumere come riferimento quei "principi etici non negoziabili" che sono fondamento della vita sociale, del rispetto della persona e della sua dignità, al di sopra di ogni credo politico o confessionale". "Chiediamo che l'Onu con tutte le sue istituzioni collegate subiscano una profonda trasformazione democratica, in preparazione del 60° anniversario della Dichiarazione che avverrà il 10 dicembre 2008. Ogni stato dovrebbe infine dotarsi di una legge che promuova la protezione dei diritti umani nel mondo, e il riconoscimento dell'Acqua come diritto!" - conclude il presidente del Cipsi.
Anche l'Associazione per i popoli minacciati si appella alla Comunità internazionale "perché il tema dei diritti umani venga messo in agenda da tutti gli stati firmatari della Dichiarazione". "Per promuovere la strada di un sempre maggiore rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo chiediamo che l'Onu con tutte le sue istituzioni collegate, Banca Mondiale (BM), Organizzazione Mondiale per il Commercio (Wto) e Fondo Monetario Internazionale (Fmi), subiscano una profonda trasformazione in senso democratico, con l'elezione diretta di una Assemblea parlamentare". "Ogni stato dovrebbe infine dotarsi di una legge che promuova la protezione dei diritti umani nel mondo, al fine di favorire ulteriori progressi nel riconoscimento e nella tutela di questi diritti e intensificandone l'informazione e l'educazione" - conclude l'associazione bolzanina. [GB]