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Transizione energetica ed economia circolare, nel mondo servono 100 milioni di lavoratori “nuovi”
Consumo critico
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Immagine: Unsplash.com
Per affrontare la transizione energetica e per passare dall’attuale sistema economico a un’economia circolare sarà necessario investire nella formazione di lavoratori qualificati per un numero stimato a livello mondiale di 100 milioni di nuovi professionisti, che dovrebbero impegnarsi nell’adozione di pratiche sostenibili, sviluppo di veicoli elettrici e aumento dell’efficienza energetica. È quanto emerge da una recente indagine presentata in occasione di “The Green Job. Dal tech ai Raee: le nuove competenze del mercato del lavoro”, l’evento di chiusura del progetto “Training for Circularity. Borse di Studio (Weee Edition), promosso da Erion Weee, EconomiaCircolare.com, Enea, Cdca e patrocinato dalla Città Metropolitana di Roma.
Lo studio, che presenta una corposa sezione dedicata ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti Raee), indica tra l’altro che a livello mondiale la transizione verde comporterà anche una perdita stimata di 78 milioni posti di lavoro. Si prevede, infatti, che l’occupazione nei settori ad alta intensità di risorse naturali e basati sui combustibili fossili diminuirà notevolmente. Ad esempio, il settore dell'energia negli Stati Uniti potrebbe subire la perdita di 1,7 milioni di posti di lavoro (in settori legati ai combustibili fossili), mentre in Europa, potrebbero andare persi da 54 mila a 112 mila posti di lavoro diretti a causa della graduale eliminazione dei sistemi di produzione di energia da carbone. Riqualificare questi lavoratori sarà essenziale per ridurre i costi sociali della transizione verde in termini di disoccupazione, comportamenti a rischio e tensioni sociali. Nonostante ciò, le aziende non sembrano particolarmente attive nella ricerca di nuovo personale a causa (nell’84% dei casi) della mancanza di fondi e incentivi.
L’argomento è stato discusso nel corso dell’evento “The Green Job”, che ha visto tra l’altro la partecipazione di 10 borsisti di “Training for circularity”, il progetto di formazione-lavoro che nell’ultimo anno ha permesso ai giovani laureati e neolaureati di acquisire competenze nel campo dell’economia circolare, con specifico riferimento al settore dei Raee: dallo studio dell’ecodesign allo sviluppo di strumenti eco-innovativi per il trattamento di questi rifiuti, fino alle strategie di comunicazione, marketing e fundraising per la sostenibilità. «Erion Weee – ha affermato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion Weee – riconosce l'importanza di puntare su nuove competenze e professionalità, così da facilitare il passaggio da un'economia lineare a una circolare. Si tratta di una sfida culturale che potrà essere affrontata solo attraverso un impegno concreto sul fronte dell’informazione e della formazione. Per questo motivo, investire sui giovani risulta la strategia più efficace per promuovere un cambiamento concreto»...