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Pesca: nuova deroga del Governo, denunciano Lac e Lav
Consumo critico
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"Ennesima deroga in materia di pesca marittima, con la consueta firma del sottosegretario alle Politiche Agricole, on. Paolo Scarpa Bonazza Buora (F.I.), che ha ormai abituato gli addetti del settore pesca al malcostume di deroghe e proroghe a qualsivoglia regolamentazione vigente in materia di sfruttamento delle popolazioni ittiche" - informano LAC e LAV. Sulla Gazzetta Ufficiale del 5 dicembre scorso è stato pubblicato un decreto del 23 novembre per l'autorizzazione all'aumento esponenziale dello sforzo di pesca dei fasolari (molluschi bivalvi vagamente simili alle vongole) nei compartimenti marittimi di Monfalcone,Venezia e Chioggia nel mese di dicembre 2005. In luogo del quantitativo massimo giornaliero di 500 kg. per imbarcazione, la deroga del sottosegretario Scarpa Bonazza, consente di ampliare la quota giornaliera massima del pescato di questa specie sino a 6000 (seimila) kg per imbarcazione!
LAC e LAV fanno notare che la moltiplicazione della quota giornaliera massima (12 volte rispetto al già alto quantitativo "normale" di 500 kg. giornalieri fissato con un decreto del marzo 2001), volta ad accondiscendere le ingorde istanze dei consorzi interessati, è stata approvata con la sbalorditiva motivazione di "assicurare, nell'ambito della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, l'equilibrio tra capacita' di prelievo e quantita' di risorse "disponibili". "Insomma, l'on Scarpa Bonazza, ligio evidentemente allo slogan "più molluschi per tutti", ha compiuto il miracolo della moltiplicazione natalizia dello sfruttamento delle popolazioni ittiche (alla faccia della sostenibilità dello sfruttamento delle "risorse marine") riuscendo a sostenere che si tutela l'ambiente anche assecondando i capricci delle solite, prepotenti, lobbies del settore" - commentano LAC e LAV.
Nei giorni scorsi le due associazioni avevano reso noto che alcuni Paesi mediterranei, tra cui l'Italia, da diversi anni reclamano deroghe e proroghe delle disposizioni comunitarie che prevedevano l'entrata in vigore del divieto di pesca al novellame di Sardina e del Rossetto. Come l'anno scorso, anche nel 2005 il Ministero delle Politiche Agricole ha sponsorizzato in sede UE la solita richiesta di tipo lobbistico di alcune categorie interessate, con l'ambigua motivazione, citata nel Decreto italiano, "dei risultati conseguiti nel corso delle ultime campagne di pesca del novellame da consumo e del Rossetto". LAC e LAV denunciavano che "di proroga in proroga, la pesca al novellame, nata come deroga sperimentale, sta diventando la norma perpetua". "Una pesca antieconomica, a livello di programmazione a lungo termine, ma a quanto pare gradita a chi vuole monetizzare nell'immediato l'annientamento delle popolazioni ittiche costiere, alla faccia del destino della pesca delle future generazioni". [GB]