In silenzio, verso il futuro, con in mano un seme

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“Con le chiacchiere il mondo non va avanti!” Quante volte lo ripetiamo o ce lo sentiamo dire? Troppo spesso. E più spesso ancora siamo i primi a non concretizzare in gesti le nostre parole e i nostri pensieri… per pigrizia, per disillusione, per quella sensazione “ammazza progetti” che ci fa desistere in partenza perché ci sentiamo impotenti contro i mulini a vento. E da soli il mondo non si cambia. Eppure… eppure assistiamo a un’evoluzione silenziosa che smuove le acque calme della rassegnazione e scatena un contagio virale tra chi non rinuncia alla convinzione che qualcosa si possa fare, convinti che ogni azione, piccola o grande che sia, abbia una conseguenza che inesorabilmente si riversa sull’ambiente in cui viviamo.

Esperienze come quella di Silent Evolution nascono proprio da riflessioni come questa, e da un desiderio: riappropriarsi del proprio tempo e restituirgli senso al di là dell’isteria del fare-senza-pensare che si impossessa di noi nei momenti di panico (indotto) da mancanze per lo più presunte. Il progetto open content di Evoluzione Silenziosa si inserisce nel solco delle numerose – seppur sempre insufficientemente note – iniziative votate a questo scopo, proponendosi come raccoglitore di idee accessibile a tutti coloro che credano in un cambiamento personale e sociale basato su solidarietà, rispetto, sostenibilità. Un portale che nasce per unire una serie di documenti propulsivi al cambiamento a informazioni su consumi e acquisti ragionati e a proposte e pratiche di autoproduzione e riuso creativo, nel tentativo di costituire una comunità organizzata ed efficace.

In questa direzione va per esempio anche l’iniziativa di Seminare il futuro, ideata in Svizzera nel 2006 dall’agricoltore biodinamico Ueli Hunter e riproposta con successo anche in Italia: azione congiunta di produttori e consumatori, conta ad oggi più di 200 semine all’anno in 12 Paesi e ha l’obiettivo di sensibilizzare le persone sul tema della provenienza del cibo e sul futuro dell’agricoltura.

Lo fa grazie al coinvolgimento di tutti su un argomento di fondamentale importanza come la sovranità alimentare locale e la consapevolezza dell’opportunità rappresentata dall’agricoltura non convenzionale. Contemporaneamente, in varie aziende agricole biologiche e biodinamiche, si propone un’occasione di festa per appassionati grandi e piccoli che si ritrovano a compiere, appunto, un gesto concreto oltre che simbolico: seminare sui terreni delle aziende aderenti e avere la possibilità di ritornare nei campi per seguire la crescita delle piante fino al momento della trebbiatura. Un modo per sentirsi parte di un processo di produzione in cui, da un lato, il consumatore segue fin dalla nascita i prodotti che poi andrà ad acquistare e, dall’altro, il produttore che sceglie la strada non sempre facile di un’agricoltura senza l’uso degli ibridi e senza manipolazione genetica non viene lasciato solo.

Buone prassi che meriterebbero di trovare ognuna la propria vetrina dedicata, così come molti degli interventi raccolti e proposti dal Movimento per la Decrescita Felice che, a livello nazionale e tramite le sedi territoriali, coinvolge la cittadinanza in un processo di partecipazione attiva sia per quanto riguarda il pensiero e la ricerca, sia per quanto concerne le attività da mettere in pratica per realizzare quel “cambiamento che vorremmo vedere nel mondo”.

Cambiamento che può avvenire anche e soprattutto dentro e vicino a noi. Non occorre vivere in campagna o in una baia incontaminata (se ancora ne esistono…) per trovare la fiducia e il senso di un impegno che abbia significato politico nel modo più autentico. E forse questo sta finalmente riscuotendo attenzioni anche in Italia: è notizia recente che il Comitato per lo sviluppo del verde urbano del Ministero dell’Ambiente ha previsto incentivi fiscali fino al 65% per chi trasforma il tetto di casa, lastrico solare o terrazzo condominiale in giardino. Una trasformazione che non solo può rendere più belli i nostri palazzi, ma che permetterebbe di ottenere numerosi vantaggi, dal miglioramento dell’isolamento termico, alla riduzione di emissioni di anidride carbonica all’assorbimento dei rumori, al trattenimento dell’acqua piovana, al miglioramento generale delle prestazioni energetiche dell’edificio.

Di una cosa siamo certi. La strada è quella giusta e più persone si incammineranno su questo percorso più sarà probabile raggiungere traguardi significativi: per questo motivo riteniamo importante che esperienze, per quanto piccole, volte a proporre soluzioni innovative e a promuovere un’etica ambientale nel senso più ampio del termine, debbano essere valorizzate e “chiacchierate” quanto più possibile.

Anna Molinari

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