Giappone: stop alle centrali nucleari, chiedono ambientalisti

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L'incidente nella centrale nucleare di Mihama, 320 chilometri a nord ovest di Tokyo, che ha causato la morte di quattro operai ferendone sette, di cui alcuni versano in gravi condizioni, sarebbe stato causato dal logoramento del condotto attraverso il quale passava il vapore a alta pressione. La Kansai Electric Power, società che gestisce l'impianto, ha reso noto che lo spessore del tubo in acciaio che è scoppiato, lasciando fuoriuscire un getto di vapore a altissima temperatura, si è ridotto notevolmente nel corso degli anni. Nel 1976, quando fu installato, era di 10 millimetri: dalla misurazione effettuata dopo la sciagura è risultato di soli 1,4 millimetri, di molto inferiore al limite standard di sicurezza di 4,7 millimetri. Il tubo non era stato revisionato in 28 anni, nonostante le numerose segnalazioni ricevute dalla compagnia l'ultima delle quali lo scorso novembre.

L'ammissione ha scosso l'opinione pubblica giapponese e si fa forte la domanda per la revisione dei 52 impianti nucleari, un terzo dei quali ha più di 25 anni di attività. "Il peggior incidente della storia nucleare del Giappone: un tragico evento che va ricordato chiudendo tutte le centrali nucleari" - afferma il portavoce di Greenpeace. "Gli impianti nucleari sono insicuri, producono tonnellate di scorie radioattive ed aumentano la proliferazione nucleare. Fonti alternative di energia come l'eolico, non solo sono sicure ma anche pulite e più convenienti delle centrali nucleari. E' ora di porre fine alla pericolosa e sporca energia nucleare sostituendola con fonti di energia rinnovabile e pulita".

Il Giappone dipende fortemente dal nucleare per la produzione di energia elettrica. Mentre il Governo la sostiene senza scrupoli, l'opposizione al nucleare è cresciuta in questi anni anche a causa degli incidenti verificatisi in varie centrali. Nonostante ciò il governo giapponese sta spendendo centinaia di miliardi di yen per la costruzione della centrale al plutonio di Rokkasho, nel nord del Giappone, una centrale già "in perdita" non solo per gli enormi costi economici e ambientali, ma anche esposta ad alto rischio di incidenti per la vicinanza alla base americana di Misawa da cui partono aerei che creano vibrazioni alla centrale nucleare.

"L'incidente in Giappone è la triste conferma che il nucleare non è una risorsa sicura. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo a chi pensa ancora che l'Italia debba costruire nuove centrali: il nucleare è pericoloso e non è conveniente". Così il presidente di Legambiente commenta il grave incidente avvenuto alla centrale nucleare di Mihama in Giappone. Roberto Della Seta pone l'attenzione anche sulla questione in Europa: "Nei nuovi paesi membri dell'Unione dei 26 reattori nucleari attivi, tutti di concezione sovietica, almeno 10 sono centrali che dimostrano molte lacune in termini di sicurezza. Qui di centrali a rischio risalenti a generazioni addirittura precedenti a quella di Cernobyl esplosa nel 1986, ce ne sono ancora parecchie. E' il caso dei reattori 1-4 di Bohunice e 1-2 di Mochovice in Slovacchia, di Dukovany 1-4 nella Repubblica Ceca, di Ignalina 1-3 in Lituania, di Kozlodui 1-4 in Bulgaria e di Paks 1-4 in Ungheria. "Petrolio e nucleare - continua Legambiente - sono modelli che prevedono l'accentramento d'impianti, capitali e risorse, imponendo un modello di sviluppo economico che sta dando forti segni d'instabilità". "Bisogna arginare la proliferazione nucleare e mettere in discussione il modello energetico. Non si può più aspettare - conclude Della Seta - l'Europa e l'Italia facciano la loro parte". [GB]

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