Generation Awake, è ora di svegliarsi!

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Ognuno di noi può fare qualcosa. Molti già lo fanno, mettendo a frutto abilità manuali e concretizzando idee creative per promuovere un comportamento sostenibile anche dentro le proprie case. La campagna Generation Awake, ideata nel 2011 dalla Direzione generale Ambiente della Commissione Europea, non nasce con l’intento primario di proporre soluzioni innovative, ma ha lo scopo – e se ne percepisce di fatto la pressante esigenza – di ricordare l’importanza di piccoli gesti volti al risparmio energetico e di mettere in rete tutte quelle buone prassi che trasversalmente vengono implementate nel Continente. Fin da subito sostenuta da molteplici realtà, l’iniziativa (qui una scheda sintetica) ha un proposito semplice e chiaro: prestare attenzione alle scelte che caratterizzano la nostra vita come consumatori per fare in modo che, anche nei comportamenti quotidiani più meccanici e abituali, la responsabilità di un bene comune quale la Terra che abitiamo influisca sul nostro agire e contribuisca contemporaneamente al miglioramento del nostro stile di vita e a un risparmio economico significativo, sia a livello personale che a livello collettivo.

Un’iniziativa quindi che in qualche modo si prefigge di tirare le fila di tutte quelle pratiche che ruotano attorno alla decrescita, al riuso, al riciclo, all’abbattimento degli sprechi e alla lotta alla cultura dell’usa e getta. L’operazione intende sensibilizzare in maniera capillare un target di persone tra i 25 e i 40 anni per suscitare la riflessione – e l’azione – sul tema dell’efficienza delle risorse: dall’acqua, all’energia elettrica, al legno e ai metalli, la Campagna vuole sollecitare una svolta in parte già in atto, ma con ancora tanta strada da percorrere nel rapporto tra cittadino e risorse.

Con più di 750.000 visitatori alla fine del 2013, il sito di riferimento, disponibile nelle 24 lingue ufficiali dell’Unione, offre attraverso schede chiare e una grafica accattivante spunti alla portata di tutti per approfondire tematiche di rilevanza strategica. Obiettivo: il raggiungimento degli obiettivi dell’economia verde, un sistema che ottimizza il flusso di beni e servizi per ottenere il massimo risultato dalle materie prime e limitare al minimo i rifiuti. Anche se l’Europa dispone già di una legislazione che protegge le risorse naturali, sul sito della campagna si trovano ulteriori informazioni e approfondimenti che puntano i riflettori sulla fondamentale importanza di azioni in controtendenza rispetto al trend attuale: parliamo ad esempio della guida al consumo responsabile, o della guida sull’acqua, con utili suggerimenti per evitarne gli sprechi anche dentro le mura di casa. E con un’interessante appunto: mentre il consumo diretto di acqua è sotto gli occhi di ognuno, meno evidente è il consumo indiretto, quello cioè legato al ciclo di produzione di moltissimi beni che utilizziamo, non solo alimentari (si pensi ad esempio all’industria tessile). Ridurre l’impronta idrica dei singoli e delle aziende diventa perciò un obiettivo di portata tutt’altro che irrilevante.

Perché, e questo non lo si ripete mai a sufficienza, il trend dei consumi in atto, se continua con i ritmi di oggi e in contemporanea all’aumento della popolazione mondiale, ci porterà tra meno di 50 anni ad estrarre un volume di risorse 5 volte superiore: scenario IN-SOS-TE-NI-BI-LE, e mai aggettivo fu più appropriato se consideriamo il grido di allarme che contiene. Lo sfruttamento di oltre il 60% dei nostri ecosistemi è già eccessivo, e questo implica un consumo di risorse naturali a una velocità di gran lunga superiore rispetto al tempo necessario perché tali risorse si rigenerino.

Noi possiamo fare qualcosa, e non è lecito tirarci fuori: il nostro maggiore impatto sull’ambiente lo causiamo con gli alimenti, l’edilizia e i trasporti, e in questi ambiti possiamo cambiare le cose anche nelle nostre vite, ad esempio valutando meglio gli acquisti e contribuendo a ridurre gli scarti a monte del ciclo di vita degli oggetti (pensiamo ad esempio a una decisione tanto semplice quanto importante quale l’opzione di ricevere le bollette o gli estratti conto via mail anziché in formato cartaceo).

Nei casi in cui però la nostra possibilità di azione “preventiva” sia limitata, non abbiamo in ogni caso esaurito le alternative: possiamo trasformare i rifiuti in risorse, riutilizzando oggetti e realizzandone di nuovi (la creatività dell’upcycling non ha limiti!), partecipando a mercatini dello scambio o dell’artigianato, comprando per esempio una volta soltanto batterie poi ricaricabili. Ma possiamo anche riciclare ciò a cui non riusciamo a dare nuova vita, optando già in fase di acquisto per prodotti in mater-bi, e in generale privilegiando materiali e sostanze che non intasino inceneritori e discariche, grandi responsabili dell'emissione di metano (gas a effetto serra che causa i cambiamenti climatici in misura 20 volte superiore all’anidride carbonica).

Insomma un’economia, quella circolare o verde, che presenta non solo opportunità di crescita futura e di creazione di nuovi posti di lavoro, ma che si rivela di indispensabile adozione per uno stile di vita responsabile che, dietro all’apparente spensieratezza delle vignette e delle animazioni proposte online, persegua traguardi di consumo consapevole a livello transnazionale.

Anna Molinari

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