Clima: negoziato a Poznan, ma il governo italiano 'boicotta'

Stampa

Si è aperta ieri a Poznan in Polonia sotto l'egida dell'Onu la 'XIVma Conferenza delle Parti della United Nation Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) denominata COP14: un delicato negoziato che durerà fino al 12 dicembree dovrebbe aprire la strada a un nuovo accordo generale sui cambiamenti climatici a fine 2009, da sottoscrivere in un'apposita riunione a Copenaghen. Circa 8.000 sono i delegati previsti da tutto il mondo, fra rappresentanti governativi e delle Nazioni Unite, organizzazioni intergovernative, non governative e stampa. Il segretario esecutivo della Convenzione (Unfccc), Yvo de Boer, ha già fatto partire il suo appello perché il prossimo trattato sia realmente ambizioso e metta un freno alla corsa del riscaldamento globale - riporta 'La nuova ecologia'.

"E' imperativo raggiungere un'intesa per la riduzione dei gas serra entro il 2020" - afferma Legambiente. I "passi obbligati" - sottolinea l'associazione sono "un nuovo accordo globale entro la fine del 2009 per ridurre i gas serra del 25/40% entro il 2020. E poi nuovi limiti per l'ulteriore riduzione delle emissioni dei paesi industrializzati almeno dell'80 % al 2050, più fondi ai paesi in via di sviluppo per l'adattamento ai cambiamenti del clima e l'accesso alle nuove tecnologie, stop alla deforestazione e correzione delle distorsioni del mercato delle emissioni. Per l'Italia una strategia complessiva che permetta una volta per tutte di colmare il ritardo cronico nella riduzione della CO2 e il ripensamento della posizione assunta dal governo sul pacchetto Ue del 20-20-20, che rischia seriamente d'isolare il nostro paese dal resto del mondo". Si tratta cioè di "impedire che alla scadenza degli accordi di Kyoto nel 2012, venga a mancare un vincolo internazionale che limiti l'aumento dei gas a effetto serra ed eviti così conseguenze irreversibili per il pianeta".

Secondo l'ultimo rapporto dell'agenzia internazionale dell'energia, (Energy Outlook 2008 IEA) se non verrà presa nessuna contromisura, i gas a effetto serra cresceranno del 40% di qui al 2030 portando a un innalzamento della temperatura media del globo di 6 gradi centigradi. "Le opportunità per agire sono molteplici - sostiene Legambiente - ma bisogna agire in fretta. Per diminuire le emissioni serve un impegno concreto da parte di tutti"."LItalia invece - sottolinea l'associazione - oltre ad aumentare le proprie emissioni senza alcuna considerazione dei limiti imposti da Kyoto (+9,8% dal 1990), vorrebbe assumere oggi il ruolo lasciato vacante dall'amministrazione Bush: quello di paese più dannoso per il clima". "Il governo italiano sta usando ogni mezzo per sabotare il processo negoziale sul clima - denuncia Legambiente - a cominciare dal pacchetto energia in discussione a Bruxelles. Ma sulla scena internazionale rischia di rimanere sempre più isolato. Da Barroso, a Obama, alla stessa Cina, in molti hanno capito che investendo in rinnovabili, efficienza energetica e nel taglio delle emissioni si possono ottenere notevoli benefici economici oltre che ambientali".

Tra i molti nodi da sbrogliare "c'è anche il ruolo che nei prossimi anni dovrà giocare la Banca mondiale nella sconfinata partita della salvaguardia dell'ambiente e della lotta ai cambiamenti climatici" - sottolinea la CRBM. "Secondo numerosi governi del Sud del mondo e centinaia di organizzazioni della società civile globale, i fondi per le tecnologie pulite e per l' adattamento ai cambiamenti climatici devono essere gestiti dall'Onu e non dalla Banca mondiale". "Il perché - spiega la CRBM - è da ricercare nel pessimo record ambientale della World Bank, che ciò nonostante nel 2008 ha lanciato con grande enfasi i suoi Climate Investment Funds, ovvero due fondi fiduciari che hanno trovato il sostegno solamente di dieci governi, disegnati secondo uno schema poco democratico e inclusivo e che non mette sullo stesso piano Paesi donatori e Paesi riceventi, come invece fa la normativa in ambito ONU. Le realtà del Nord del mondo, quelle responsabili per la vasta parte del debito ecologico accumulato in decenni di devastazioni ambientali, mantengono un ruolo preminente, lasciando alle controparti del Sud ben poca voce in capitolo nei processi decisionali. I finanziamenti gestiti dalla Banca Mondiale verranno inoltre conteggiati come aiuti allo sviluppo, e serviranno in buona parte a sovvenzionare la costruzione di centrali a carbone nelle economie emergenti, aumentando la dipendenza di questi Paesi dai combustibili fossili senza aiutare la lotta ai cambiamenti climatici.

Secondo i suoi stessi dati, dal 2007 la Banca ha aumentato del 97% i suoi prestiti per carbone, petrolio e gas, raggiungendo un totale di circa 3 miliardi di dollari. I finanziamenti per il carbone, la fonte energetica in assoluto più inquinante, sono cresciuti del 256%. Nello stesso anno solo il 10% del portafoglio energetico della Banca mondiale è stato destinato alle fonti rinnovabili come il solare o il geotermico - evidenzia la CRBM.

All'apertura dei lavori della Conferenza Onu sul clima a Poznan, gli attivisti di Greenpeace hanno presentato una scultura di legno e carbone, alta tre metri dell'artista Ruut Evers. "Il legno simboleggia la distruzione delle foreste tropicali, responsabile di circa un quinto delle emissioni globali di CO2. Il carbone è la prima singola causa del riscaldamento globale, con oltre un terzo delle emissioni provenienti dalla sua combustione" - spiega Greenpeace. L'anno scorso, dopo l'ultimo rapporto shock sul clima dell'IPCC, i governi riuniti alla Conferenza delle Nazioni Unite di Bali si impegnavano a raggiungere un accordo per salvare il clima entro dicembre 2009. Oggi, a un anno di distanza, le emissioni mondiali di gas serra continuano ad aumentare - denuncia Greenpeace. [GB]

Ultime su questo tema

Siamo "finiti"!

24 Luglio 2025
Oggi è l'Earth Overshoot Day 2025: sono esaurite le risorse rigenerabili del pianeta.

La plastica è per sempre...

11 Giugno 2025
La plastica è per sempre, perché non viene riciclata. (Alessandro Graziadei)

I clima-demotivati

21 Maggio 2025
Quanto ci impegniamo per mitigare il cambiamento climatico? (Alessandro Graziadei)

Quanto inquina il Natale?

24 Dicembre 2024
Il Natale è una delle feste più amate nel mondo Occidentale, ma è, dal punto di vista ambientale, la più impattante. (Alice Pistolesi)

La doppia domanda

30 Ottobre 2024
Capitalismo, una vecchia parola che in ultima analisi significa, nell’ambito della cooperazione sociale, il dominio della misura delle cose del capitale su quelle confacenti alla riproduzione socia...

Video

Fa' la cosa giusta!