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Aviaria: no al panico, ma riparta subito il monitoraggio
Consumo critico
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Dopo che oltre 80 mila polli sono stati sequestrati dai carabinieri del Nas di Napoli in Calabria e Sicilia, il Ministro della Salute Francesco Storace ha assicurato che per i volatili cittadini il pericolo di contagio o trasmissione dell'influenza aviaria non c'è. Ma secondo gli ambientalisti occorre riprendere al più presto il piano nazionale di monitoraggio sulle zone dove si fermano gli uccelli migratori ed effettuare controlli capillari sugli allevamenti per certificare la sicurezza degli animali. "È incredibile - afferma Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente - che il piano si sia fermato al 31 gennaio e abbia riguardato solo poche aree del Paese, per mancanza di fondi. Chiediamo dunque al Governo di sapere quante risorse sia in grado di mettere a disposizione e dove intenda effettuare le attività di monitoraggio".
Sull'altro fronte, quello della sicurezza alimentare resta alle Asl il compito di effettuare controlli sugli allevamenti, "che in una fase eccezionale come quella attuale - rimarca Ferrante - non possono essere episodici. Questo è l'unico modo per certificare la sicurezza dei nostri polli, tutelare il lavoro di centinaia di aziende avicole e la salute dei cittadini italiani. Sono quattro mesi che si parla di aviaria, ma l'unico provvedimento che ha preso il governo è quello di ordinare i vaccini arricchendo le multinazionali. Nessuna parola invece sulla necessità di portare avanti i monitoraggi e il controllo degli allevamenti" - conclude Ferrante.
Non solo i vaccini, ma anche le uccisioni sommarie si rivelano inaccettabili se non addirittura controproducenti per la Lipu. "Abbiamo appreso di animali uccisi solo perché sospettati di essere portatori del virus - dichiara Elena D'Andrea, direttore generale della Lipu. Abbattere gli animali non fa che disperdere sul territorio eventuali individui malati e inoltre non aiuta a risolvere il problema dei controlli per accertare l'eventuale presenza del virus e capire come limitarne la diffusione. Purtroppo però - aggiunge D'Andrea - i casi riscontrati in Italia stanno degenerando in una vera e propria psicosi". Va poi ricordato, sottolinea la Lipu, che "in nessun caso al mondo si è verificato un passaggio del virus da animali selvatici all'uomo. Quello dell'influenza aviaria è al momento un problema soprattutto di carattere veterinario, che va affrontato mettendo in sicurezza gli allevamenti e facendo in modo che questi rispettino tutte le norme di biosicurezza. Puntare l'attenzione tutta sugli uccelli migratori, peraltro vittime a loro volta del problema, significa - per la Lipu - perdere di vista la grande complessità della questione e quindi la possibilità di trovare ad essa una soluzione adeguata".
"Siamo tutti allertati ma bisogna stare sereni, non siamo in una situazione critica" - ha detto il capo della protezione civile Guido Bertolaso in merito all'emergenza aviaria. "Non è una questione drammatica per la salute pubblica ma solo per l'economia del nostro paese. Non voglio minimizzare - ha aggiunto Bertolaso - ma il problema è di carattere veterinario e tale rimarrà se si farà prevenzione e non disinformazione". "Non è la prima volta che si trovano cigni morti. C'é eccessiva enfasi. Noi - ha sottolineato Bertolaso - siamo pronti a fare la nostra parte, ma non è questo il compito principale di cui si deve occupare la Protezione Civile". Nel 2004, ha riferito quindi Bertolaso, ci sono stati 317 casi di meningite "metà dei quali hanno colpito i nostri bambini e non ho trovato notizie in tal senso invece - ha concluso Bertolaso - si parla di influenza aviaria che non ha casi nella popolazione italiana".
Ma "ormai l'emergenza aviaria è arrivata anche in Italia. Non possono dirci che è soltanto un'emergenza mediatica" - ha sottolineato Gianni Alemanno, ministro delle Politiche agricole e forestali, che lunedì tornerà al Consiglio agricolo europeo a chiedere lo sblocco "di tutti i provvedimenti che finora non sono stati autorizzati" perché configurati come aiuti di Stato a sostegno del settore. Alemanno ribadisce comunque che "i consumatori non si devono impressionare perché l'influenza aviaria purtroppo c'è ma si muove su altre strade e non su quella alimentare. Non c'è problema e pericolo - ha precisato - a mangiare i polli italiani". "E' decisiva l'autorizzazione della Commissione Ue - ha spiegato il ministro - per fare interventi di emergenza che non siano qualificati come aiuti di Stato. Lunedì porremo con forza questo punto perché non possono più negarci queste autorizzazioni. Vogliamo un via libera che ci permetta di aiutare davvero il settore in maniera adeguata". Su tutto il pacchetto delle questioni, dall'etichettatura d'origine obbligatoria alla sospensione del pagamento dei contributi previdenziali che, al momento, "sono stati impugnati dalla Commissione europea". Secondo Alemanno, infatti, a questo punto, "non è più sufficiente" il ritiro di venti milioni di euro di pollame misura sulla quale "proprio oggi sono intervenuto presso la Cooperazione internazionale perché si sblocchi questa realtà". Quanto al piano di protezione e salvaguardia degli allevamenti che preveda un fondo speciale di rigenerazione e che punti a un miglioramento qualitativo e ambientale, chiesto dalla Coldiretti, il ministro ha risposto: "Adesso vediamo come riusciamo ad aggiustare la situazione". [GB]