Animali: polli all'antibiotico smascherati dalla Lav

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Pollo italiano all'antibiotico, con concentrazione oltre i limiti di legge, è stato smascherato attraverso analisi di laboratorio commissionate dalla LAV insieme al settimanale "Il Salvagente". Le analisi, eseguite dai laboratori tedeschi dell'Eurofins su 10 polli "da carne" (broiler) acquistati tra il 19 e il 21 settembre scorso in diverse città del Nord e Centro Italia, presso grandi catene di supermercati, hanno individuato quantità oltre il consentito di antibiotici ad ampio spettro utilizzati per curare infezioni batteriche che sull'uomo hanno numerose controindicazioni.

"E' preoccupante che il Ministero della Salute come invece di inviare i Carabinieri NAS nei supermercati per risalire agli allevamenti produttori dei polli segnalati, abbia solo espresso con il Sottosegretario Cursi una condanna del nostro servizio, davvero pubblico, di denuncia di un pericolo per la salute pubblica - ha detto Gianluca Felicetti, responsabile rapporti istituzionali della LAV. "Studi indipendenti avevano già dimostrato, nel 2000 e 2003, la presenza di residui di antibiotici nel 30% dei campioni di uova e carni di pollo analizzati, tanto che proprio per fronteggiare i rischi derivanti dalla presenza di antibiotici nelle carni, la stessa Unione Europea ha deciso di bandirne alcuni, tuttora utilizzati negli allevamenti, a partire da gennaio 2006, come richiesto dalla comunità scientifica".

La LAV e "Il Salvagente" hanno trasmesso la documentazione relativa a queste analisi al procuratore della Repubblica del Tribunale di Torino Raffaele Guariniello, per gli accertamenti del caso, a tutela della sicurezza e della salute dei consumatori e degli animali. Oggi l'inchiesta è stata formalizzata al ministro della Salute Francesco Storace, con interrogazioni parlamentari; al Senato ne è capofila la sen. Loredana De Petris (Verdi).

A preoccupare la LAV, oltre al problema degli antibiotici e alle drammatiche condizioni di allevamento dei polli che li predispongono a diverse gravi patologie, è anche l'impreparazione del nostro Paese nei confronti del temuto virus H5N1 (virus dei polli): in Italia i veterinari pubblici non sarebbero stati ancora dotati di apposite e specifiche tute con respiratori da utilizzare nel caso arrivi la temuta peste aviare, neppure nelle regioni a maggiore concentrazione di allevamenti di polli, ovvero Lombardia, Veneto e Romagna. Ciò significa che in caso di allarme, i veterinari dovrebbero entrare in un allevamento a loro rischio e pericolo. "Come si può realisticamente pensare di riuscire a fronteggiare una così grave emergenza se gli addetti al settore non sono ancora dotati di primari strumenti d'azione?" - commenta la Lav.

Ieri l'Organizzazione mondiale della sanità, pur ribadendo che "è ancora difficile che il virus H5N1 passi dagli uccelli agli umani", ha chiesto di intensificare la sorveglianza su animali ed esseri umani. Il virus è stato riscontrato nel pollame in Turchia e in alcune anatre in Romania. "L'Oms avverte i Paesi che sono alle prese con focolai tra il pollame di seguire determinate precauzioni, soprattutto durante le operazioni di abbattimento e di monitorare le persone con una storia di possibile esposizione per una febbre o sintomi respiratori", dice l'organizzazione.

Domani 15 ottobre e domenica 16, la LAV sarà presente nelle principali città d'Italia con la campagna "Conosci i tuoi polli?". Presso i tavoli LAV sarà possibile firmare la petizione popolare con la quale chiedere al Governo nazionale di schierarsi in sede comunitaria affinché la proposta di Direttiva UE sull'allevamento dei polli sia modificata e integrata avendo riguardo per il benessere di questi animali; la LAV chiede la riduzione della massiccia densità di allevamento dei polli, il divieto di selezioni genetiche e di esposizione forzata alla luce artificiale, condizioni adeguate di umidità e temperatura, l'estensione di standard minimi per i riproduttori di pulcini, un sistema di etichettatura obbligatoria che indichi, come per le uova, il sistema di produzione adottato, la riconversione degli allevamenti al chiuso in impianti all'aperto. Inoltre, in cambio di un contributo minimo di 10 euro a sostegno di questa campagna, la LAV offrirà una confezione contenente un sacchetto di legumi ed uno di cereali (800 gr. totali) - forniti dalla cooperativa Alce Nero, leader nel settore biologico - insieme ad un ricettario LAV con 14 ricette gustose e facili da realizzare per approfondire o avvicinarsi all'alimentazione vegetariana. [GB]

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