Acqua: canoni di concessione irrisori, affari da 2,2 miliardi per le multinazionali

Stampa

Mentre è in corso a Istanbul il quinto 'Forum Mondiale dell'Acqua' e il 'Forum Alternativo della società civile', in un dossier presentato ieri a Milano in vista della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo, Legambiente e Altreconomia denunciano che i canoni di concessione pagati dalle società imbottigliatrici di acqua alle Regioni "sono a dir poco irrisori" e chiedono che vengano adeguati ai i criteri stabiliti dalla Conferenza delle Regioni nel 2006.

"Il volume di affari delle società imbottigliatrici in Italia nel 2007 (192 fonti e 321 marche) ha raggiunto la cifra ragguardevole di 2,25 miliardi di euro, ma i canoni di concessione pagati dalle aziende alle Regioni o alle Province, sono a dir poco irrisori e regolati in alcuni casi addirittura dal Regio decreto del 1927" - riporta il comunicato stampa. Che agli italiani piaccia l'acqua in bottiglia non è un mistero: nel 2007 ne hanno consumata ben 12,4 miliardi di litri e sono disposti a pagarla mille volte di più di quella che esce dal rubinetto delle loro case (in media 0,5 millesimi di euro al litro contro i 50 centesimi di euro al litro per quella in bottiglia). Con 196 litri pro-capite all’anno l’Italia è il primo Paese in Europa per consumo di acque in bottiglia e il terzo al mondo, dopo Emirati Arabi (260 l/anno procapite) e Messico (205).

La crisi attuale sta segnando anche un calo delle vendite del settore e "puntuali" sono arrivate le procedure di mobilità e l'annuncio di licenziamenti: in particolare, la Nestlè ha aperto le procedure di mobilità per i 320 lavoratori inclusi nel piano di riorganizzazione del gruppo San Pellegrino di proprietà della multinazionale e 25 dipendenti della Recoaro nel vicentino e 85 della Vera nel padovano - sempre del gruppo San Pellegrino/Nestlè - rischiano di finire senza lavoro.

Sul costo di estrazione e imbottigliamento dell'acqua non esiste una legge nazionale e ciascuna amministrazione decide come meglio crede. "Il canone corrisposto alle Regioni oltre a non essere uniforme in tutto il Paese è in genere risibile - sottolinea Stefano Ciafani di Legambiente. E’ assurdo che la stessa risorsa idrica costi in Puglia solo 1 euro per ciascun ettaro di concessione, indipendentemente da quanta ne viene prelevata, e in Veneto 3 euro ogni mille litri imbottigliati oltre a 580 euro circa per ciascun ettaro. E’ quindi necessario - ha concluso il responsabile scientifico di Legambiente - che tutte le Regioni italiane aggiornino immediatamente la normativa regionale stabilendo un canone di almeno 2,5 euro per metro cubo imbottigliato o emunto, cifra prevista anche dal documento di indirizzo della Conferenza delle Regioni del 2006".

Il dossier Legambiente e Altreconomia spiega nel dettaglio i meccanismi e i canoni adottati nelle varie Regioni. Ma oltre alle modalità di determinazione del canone variano molto anche i costi pagati per imbottigliare l’acqua. Il pagamento in base agli ettari oscilla da un minimo di poco più di 1€/ha della Puglia - che in un anno incassa appena 1250 euro dalle 16 società che imbottigliano l’acqua - a un massimo di 587,7 €/ha per le zone di pianura del Veneto.

"Eppure anche se prendiamo come esempio il caso del Veneto, dove è previsto il canone più alto del Paese, - ha dichiarato Pietro Raitano, direttore di Altreconomia - il costo per le società imbottigliatrici su ciascun litro di acqua corrisponde ad appena lo 0,6% del prezzo finale che paghiamo noi consumatori al momento dell’acquisto. Il resto se ne va per le spese di imballaggio, pari al 60% del costo finale dell’acqua minerale, di trasporto, il costo del lavoro, la pubblicità che costituiscono, secondo l’Eurispes, oltre il 90% del prezzo finale della bottiglia. Per cui quando andiamo a comprare l’acqua minerale per assurdo non paghiamo tanto l’acqua quanto tutto ciò che le sta attorno".

Oltre a chiedere alla Conferenza delle Regioni di rivedere, come previsto, il criterio unitari, aumentando i canoni e definendo un criterio di penalità per chi utilizza le bottiglie di plastica e di premialità per chi attua il vuoto a rendere del vetro Legambiente e Altreconomia intendono promuovere sempre di più campagna Imbrocchiamola!, per incrementare l’uso privato e nei pubblici esercizi dell’acqua del rubinetto "perché è buona, economica, controllata e non inquina". Al riguardo Altreconomia ha aggiornato la sezione online che riporta l'elenco dei ristoranti che servono acqua di rubinetto e invita a proporre ai ristoranti di esporre sulle proprie vetrine e entrate l'adesivo di partecipazione alla campagna "Imbrocchiamola!". [GB]

Ultime su questo tema

Siamo "finiti"!

24 Luglio 2025
Oggi è l'Earth Overshoot Day 2025: sono esaurite le risorse rigenerabili del pianeta.

La plastica è per sempre...

11 Giugno 2025
La plastica è per sempre, perché non viene riciclata. (Alessandro Graziadei)

I clima-demotivati

21 Maggio 2025
Quanto ci impegniamo per mitigare il cambiamento climatico? (Alessandro Graziadei)

Quanto inquina il Natale?

24 Dicembre 2024
Il Natale è una delle feste più amate nel mondo Occidentale, ma è, dal punto di vista ambientale, la più impattante. (Alice Pistolesi)

La doppia domanda

30 Ottobre 2024
Capitalismo, una vecchia parola che in ultima analisi significa, nell’ambito della cooperazione sociale, il dominio della misura delle cose del capitale su quelle confacenti alla riproduzione socia...

Video

Fa' la cosa giusta!