La giustizia climatica deve essere un impegno comune per l’Europa

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Il 6 novembre a Bonn inizia la 23esima Conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change (Cop23 Unfccc) e il 12 dicembre a Parigi si terrà il Sommet de Paris sur le climat, due appuntamenti ai quali il Comitato economico, sociale e ambientale europeo (Cese) e il Comitato economico e sociale (Ces) europei inviano un messaggio per chiedere «Una cooperazione inedita riguardo agli impegni per la giustizia climatica» e perché questa «nuova nozione» (che per la verità è da anni un cavallo di battaglia dei governi di sinistra latinoamericani)  entri a far parte del dibattito sulle politiche climatiche. Cese e Ces europei sottolineano che «Le categorie più vulnerabili e i più poveri della società sono i più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico e questo anche se queste categorie sono le meno responsabili delle emissioni che hanno portato alla crisi mondiale». Perciò, Cese e Ces  incoraggiano l’unione europea e i governi nazionali a «adottare misure di giustizia climatica a tutti i livelli: europeo, nazionale e locale»,

Il presidente del Patrick Bernasconi e quello del Ces, Georges Dassis, hanno approvato le due risoluzione che verranno presentate l’8 novembre alla Cop23 Unfccc di Bonn. La prima risoluzione, « La justice climatique : enjeux et perspectives pour la France » è stata  approvata dal Ces il 27 settembre 2016 con 152 sì, 15 no e 15 astenuti, mentre la Cese ha approvato il 19 ottobfre, con 194 voti a favore, 12 contrari e 8 astenuti la più articolata ed ampia risoluzione sulla giustizia climatica che affronta le questioni della transizione equa e della giustizia climatica dal punto di vista della società civile europea, Il documento punta a «rafforzare il ruolo della giustizia climatica non solo a lib vello di pianeta, ma anche nelle politiche interne relative al clima. L’audizione permetterà di studiare il valore aggiunto dell’applicazione della giustizia climatica in diversi campi di azione politica interna nell’Ue, per esempio le politiche relative al lavoro, all’agricoltura e all’alimentazione, all’energia o alla protezione dei consumatori. Infinde, la risoluzione trayeà anche della dimensione importante della “giustizia intergenerazionale”».

La Cese è convinta che «I cittadini hanno il diritto di vivere in un ambiente pulito e sano e di aspettarsi dai poteri pubblici che agiscano sulle cause del cambiamento climatico» pder questo plsaude all’elaborazione di una carta europea dei diritti climatici che «ricapitoli  i diritti dei cittadini dell’Unione e della natura nel congtesto delle sfide legate al cambiamento climatico». Secondo il documento, «I sistemi di produzione e di consumo si devono evolvere in modo da adattarsi al cambiamento climatico e attenuarlo. Il consumo alimentare sostenibile deve cominciare a monte, allo stadio di preparazione dei suoli e della gestione dei sistemi naturali per fornire gli elementi di base di base» Il Cese sottolinea  quindi «la necessità di elaborare una direttiva quadro sui suoli». La risoluzione sulla giustizia sociale evidenzia che «I consumatori hanno bisogno di siluzioni alternative sostenibili ed etiche che non si traducano in un calo significativo del  confort o della qualità in materia di servizi o di accessibilità. Se dei nuovi modelli economici quali l’economia digitale, collaborativa o circolare  offrono delle soluzioni alternative, sono ugualmente necessari degli investimenti pubblici per garantire che delle infrastrutture e degli aiuti appropriati siano a disposizione dei consumatori per permettere loro di poter scegliere un modello di vita  low carbon, compreso un aiuto per coprire i costi più elevati dei beni e dei servizi etici e sostenibili».

Dovranno essere presi in considerazione anche i cambiamenti nel mondo del lavoro che indurrà un’economia low carbon, così come le possibilità offerte da questa transizione, per poter così progettare e attuare politiche efficaci per garantire che i lavoratori siano protetti. Il Cese ribadisce il suo appello a favore di un Osservatorio europeo sulla povertà energetica  per definire gli indicatori europei in materia e per fare in modo che tutti possano disporre di energia pulita, economica e accessibileInfine, il  Cese fa propria una battaglia ambientalista e chiede che «Le sovvenzioni accordate ai combustibili fossili siano soppresse e spostate verso le energie rinnovabili, al fine di sostenere la transizione»

Da: Greenreport.it

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