Italia: dopo 'Porta a porta' 20mila firme alla Lipu per dire no alla caccia selvaggia

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Ventimila firme raccolte in soli due giorni sul sito della Lipu dopo la puntata di 'Porta a Porta' di lunedì scorso. Lo annuncia la LIPU-BirdLife Italia che prosegue la petizione online indirizzata al Presidente del Consiglio per chiedere un no alla liberalizzazione della caccia e alla cancellazione dei limiti temporali alla stagione venatoria, quest’ultima approvata dal Senato con l’art. 43 della legge Comunitaria.

La puntata di 'Porta a Porta' (qui il video) aveva suscitato le reazioni negative degli animalisti. L'ente nazionale protezione animali (Enpa), Lega antivivisezione (Lav), Animalisti Italiani, Oipa, Una, Lida, Associazione Vittime della caccia in un comunicato congiunto avevano scritto che erano andate "in scena nella puntata alcuni orrori delle doppiette tra richiami vivi, bracconaggio e tentativi di depenalizzare i reati venatori". "Bsogna precisare - sottolineano nella nota le associazioni - che gli animali impallinati curati dai centri recupero fauna, come quelli mostrati da Porta a Porta, sono solo una piccola parte, perchè molto spesso, per paura di incorrere in sanzioni, il cacciatore/bracconiere li lascia a terra, privandoli delle cure e destinandoli ad una lenta, agonia".

Un risultato è già arrivato. "Il via libera della Camera alla Legge comunitaria 2009 potrebbe slittare a dopo il voto sulle Regionali" riportava ieri l'Ansa. La prossima settimana sarà fissato il termine per la presentazione degli emendamenti in commissione Politiche Europee e sarà anche vagliata l'ammissibilità delle proposte.

"Le 20mila firme sono state una reazione immediata e spontanea all’improbabile idea di un rilancio della caccia sostenuto da alcuni ospiti nello studio di Porta a Porta" - commenta la Lipu. "E rendono ancora più esplicita, semmai ce ne fosse bisogno, la posizione contraria dell’opinione pubblica al blitz del Senato che con la legge Comunitaria ha sancito la possibilità per le regioni di allungare la stagione venatoria oltre i limiti 1° settembre -31 gennaio fissati oggi dalla legge 157/1992". Con questo provvedimento, la stagione potrebbe estendersi al mese di agosto – con i piccoli uccelli ancora in dipendenza dei genitori e migliaia di persone in vacanza - e al delicato mese di febbraio, quando i migratori affrontano il difficile viaggio verso il nord Europa, dove, in seguito, si riproducono.

“Il successo della nostra petizione ci soddisfa eppure non ci stupisce – dichiara Elena D’Andrea, Direttore Generale LIPU-BirdLife Italia – perché è la chiara conferma che l’Italia non vuole i fucili ma la natura protetta. E allora, di fronte alla deriva venatoria che si è scatenata in Parlamento, seppure a causa di pochi parlamentari, la LIPU non si fermerà. Ci batteremo, a cominciare dalle prossime ore alla Camera, per fermare non solo l’articolo 43 della legge Comunitaria, ma ogni tentativo di caccia selvaggia e, anzi, rilanceremo. E’ ormai tempo che la necessità di maggiori tutele per gli uccelli e la natura, chieste dagli italiani, abbia finalmente risposta”.

''Sparare per divertimento è un residuo del passato e non saranno certo i blitz in Parlamento, come quello consumato in Senato con la Legge Comunitaria, nè i ricatti venatori pre-elettorali a far cambiare parere agli italiani" - commenta la LAV. Gli ultimi tentativi di 'caccia selvaggia' con l'allungamento della stagione venatoria ripugnano alla coscienza collettiva: tutti sanno ormai che gli animali selvatici sopravvissuti alla dura selezione dell'inverno e dei fucili sono i riproduttori primaverili e vanno tutelati in modo assoluto, cosi' come vuole l'Europa''.

Secondo le associazioni la forza dei cacciatori è un bluff animato dalle frange estremiste a cui una parte della politica da ancora ascolto. Negli ultimi trenta anni due terzi dei cacciatori hanno abbandonato il fucile e molti di loro oggi non condividono i tentativi di deregulation. [GB]

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