Taranto: archiviata la denuncia dell'Ilva, vittoria di Peacelink

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Il 20 giugno dell'anno scorso Emilio Riva, proprietario dell'ILVA di Taranto ha sporto querela contro Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, Franco Sorrentino, segretario provinciale della UIL, e Giulio Farella, biologo e membro di un comitato civico ambientalista di Taranto. L'accusa era di 'procurato allarme e di diffusione di notizie false e tendenziose' per aver diffuso i dati di un dossier, ottenuto rielaborando rilevazioni dell'ARTA (Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente) sui tassi di inquinamento della città pugliese.

Il 28 febbraio scorso, sul sito del comitato TarantoSociale, Alessandro Marescotti ha dato la notizia dell'archiviazione della denuncia di Riva da parte della magistratura. Il sostituto Procuratore della Repubblica Francesco De Giorgi ha motivato la decisione affermando che "La notizia di reato è manifestamente infondata" in quanto "I risultati citati sono stati divulgati con citazione della fonte di provenienza, tra l'altro liberamente consultabile, e con l'avvertenza che gli stessi dati erano stati disaggregati e statisticamente elaborati". Alessandro Marescotti informa, nello stesso articolo che i fondi raccolti da PeaceLink verranno utilizzati per "pagare le costosissime analisi sulla diossina commissionate da PeaceLink ad una laboratorio specializzato".

Nella conferenza stampa convocata dopo l'archiviazione, Farella ha ricordato come i dati sono stati rinvenuti nel registro dell'INES che "che rappresenta l'inventario nazionale delle emissioni di mercurio nell'aria e nell'acqua. La fonte è stata citata, oltre ad essere pubblica" mentre Alessandro Marescotti ha aggiunto che "chiederemo che le autorità locali vincolino il rilascio dell'Aia, l'Autorizzazione integrata ambientale concessa agli impianti industriali, con l'intento di abbattere l'inquinamento anche alle emissioni di mercurio". Importantissima infine la precisazione dell'avvocato Torsella, il quale ha evidenziato che "la Magistratura ha stabilito la correttezza del diritto di critica, affermando di fatto la vittoria del diritto di informazione e la libertà di discussione".

Peacelink ha semplicemente voluto informare "la cittadinanza in relazione a un tema, inquinamento ambientale, di notevole interesse pubblico. I risultati citati sono stati divulgati con citazione della fonte di provenienza, tra l'altro liberamente consultabile, e con l'avvertenza che gli stessi dati erano stati disaggregati e statisticamente elaborati". Secondo il gip il richiamo agli articoli del codice penale cui Riva aveva riferimento nella querela non sono applicabili "a meno di non ritenerli applicabili ogni volta che si dibatta pubblicamente su temi che potenzialmente possano ingenerare allarme in chi ascolta. Non può, parimenti, ravvisarsi la configurabilità del reato di diffamazione avendo gli indagati rispettato tutti i criteri esimenti, più volte richiamati dalla giurisprudenza di legittimità (interesse pubblico, continenza e verità, anche putativa della notizia)".

Tra le prime a rallegrarsi per il felice esito della vicenda è stata la dottoressa Chiara Castellani, con la quale PeaceLink collabora da ormai diversi anni. Chiara, da ormai diversi anni chirurgo a Kimbau, nella Repubblica Democratica del Congo, approfitta dell'occasione anche per rilanciare un'altra campagna di PeaceLink che coinvolge il mercurio: 'Ndombe kele kitoko' (Nero è bello), contro il sapone al mercurio, tossicissimo contro la salute e che si sta diffondendo in Congo per sbiancare il colore della pelle. Basandosi su presupposti razzisti, e omettendo di dichiarare i gravissimi rischi per la salute, vengono pubblicizzati dei saponi prodotti col mercurio.

di Alessio Di Florio

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