I cambiamenti climatici in Europa e il ruolo della variabilità climatica interna

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Foto: Unsplash.com

Uno degli elementi più importanti introdotti nell’ultimo rapporto IPCC WGI AR6 (Climate Change 2021: The Physical Science Basis) riguarda lo studio degli impatti dei cambiamenti climatici a livello regionale. Gli scienziati introducono, in particolare, il concetto di fattori di impatto climatico (Climatic Impact Drivers – CIDs), come caldo e freddo, precipitazioni, siccità e aridità, inondazioni fluviali, incendi, vento, neve e ghiaccio e coste marine, considerati come condizioni del sistema fisico climatico che hanno conseguenze sulla società o sugli ecosistemi. Si prevede che il numero dei fattori di impatto climatico tenderà ad aumentare con l’aumento del riscaldamento globale, mentre più fattori di impatto climatico sono già cambiati contemporaneamente negli ultimi decenni. 

Uno degli eventi promossi alla COP26 è stato incentrato sulle più recenti informazioni climatiche, basate sull’ultimo rapporto IPCC (WGI AR6), fornite per la regione europea e rilevanti per la valutazione dell’impatto e del rischio climatico. Per ciascuna delle quattro regioni europee considerate è stata evidenziata la proiezione futura dei fattori di impatto (CIDs) più rilevanti. I cambiamenti climatici osservati stanno già avendo un impatto di ampia portata sugli ecosistemi, sull’economia e sulla salute umana in Europa. Continuano a essere stabiliti nuovi record per quanto riguarda le temperature: il 2020 è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa, con oltre 1,6°C sopra la media. I regimi di precipitazione stanno cambiando. Si osservano, e continueranno in futuro, forti diminuzioni dei ghiacciai, del permafrost, dell’estensione del manto nevoso e della durata stagionale della neve alle maggiori latitudini e altitudini. Gli estremi legati al clima, come ondate di calore, forti precipitazioni e siccità, stanno aumentando di frequenza e intensità in molte regioni. Eventi estremi eccezionali hanno interessato l’Europa negli ultimi mesi come le gravi inondazioni in Germania e nei paesi limitrofi a luglio e le ondate di caldo, di siccità e gli incendi boschivi durante l’estate nelle regioni mediterranee.

Prendendo in considerazione gli scenari futuri, le temperature aumenteranno in tutte le aree europee a un ritmo superiore alle variazioni di temperatura medie globali. Si prevede che la frequenza e l’intensità delle temperature estreme, comprese le ondate di calore marine, continueranno ad aumentare indipendentemente dallo scenario delle emissioni di gas serra. La frequenza delle ondate di freddo e dei giorni di gelo diminuirà in tutti gli scenari di emissioni di gas serra. Si prevede un aumento delle precipitazioni nel Nord Europa mentre si prevede una diminuzione in estate nel Mediterraneo. Le precipitazioni estreme e le inondazioni pluviali aumenteranno a livelli di riscaldamento globale superiori a 1,5°C in tutte le regioni tranne per il Mediterraneo. Indipendentemente dal grado di riscaldamento globale, il livello relativo del mare aumenterà in tutte le aree europee tranne nel Mar Baltico, a un ritmo vicino o superiore al livello medio globale del mare...

L'articolo di Roberto Barbiero segue su Stampagiovanile.it

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