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Legambiente: al Nord i 'Comuni ricicloni', a Palermo è emergenza rifiuti
Ecologia
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E’ ancora il Nord a fare la parte del leone per la gestione dei rifiuti in Italia: Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, si piazza infatti al primo posto della classifica "Comuni ricloni 2010" (in .pdf) di Legambiente che ogni anno assegna gli Oscar del riciclo ai comuni che gestiscono al meglio i propri rifiuti. A livello regionale è il Veneto a svettare in cima alla classifica con una percentuale del 67% delle amministrazioni virtuose sul totale dei comuni, seguito dal Friuli Venezia Giulia con il 34,2%, dalla Lombardia con il 28,8% e dal Piemonte con il 23,9%.
Eppure le buone pratiche e le performance di successo si stanno diffondendo anche al Centro Sud. La Sardegna si conferma leader tra le regioni emergenti sulla raccolta differenziata per aver raggiunto a fine 2009 una percentuale regionale del 35% (nel 2002 era al 3%). In Campania sono 84 i comuni da cui prendere esempio in materia di differenziata, con Salerno in testa, e 7 comuni rappresentano la Sicilia. Spiccano poi le esperienze dei 37 comuni sardi, dei 9 comuni del Lazio, dei 4 calabresi, dei 2 della Basilicata e, per la prima volta nella storia di Comuni ricicloni, di uno della Puglia (Monteparano, provincia di Taranto).
“Nonostante l’imperdonabile silenzio di molti media nazionali, ci sono regioni come la Sicilia che vivono una grave emergenza rifiuti con montagne di immondizia in strada, spesso oggetto di pericolosi incendi – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. Con la scusa della crisi palermitana, ancora una volta il governo vorrebbe imporre un commissariamento e realizzare altri mega-inceneritori. Soluzione niente affatto utile perché, nella migliore delle ipotesi, entrerebbero in funzione tra 5 anni. Il modello da seguire esiste già anche sull’isola ed è costituito dai comuni ricicloni trapanesi e agrigentini che hanno performance di raccolta e riciclaggio paragonabili a quelli del Nord Italia. La rinascita del Centro Sud Italia deve partire dalle migliori esperienze ormai consolidate: le grandi città, a partire dalla Capitale, devono seguire l’esempio di Salerno, che ha finalmente sfatato il mito dell’impossibilità di fare la raccolta domiciliare su tutta l’area urbana".
“La nuova frontiera dei comuni ricicloni non è rappresentata solo dalla raccolta differenziata ma anche dalla prevenzione – ha detto Andrea Poggio, vice direttore Nazionale di Legambiente. Sono già 150 i comuni che hanno emesso un'ordinanza per vietare la distribuzione di sacchetti di plastica. A questi, si aggiungeranno prossimamente altre 250 località che hanno manifestato l’intenzione di metterli al bando. Legambiente ha inoltre deciso di lanciare una campagna per dire Stop ai sacchetti di plastica, nel timore che il governo decida di prorogare ancora il permesso alla commercializzazione: in tutte le prossime iniziative, da Goletta verde a Puliamo il Mondo, lanciamo un impegno volontario all'abbandono del sacchetto di plastica che puzza di petrolio, di spreco, di balene spiaggiate e di “trash vortex” nell'Oceano Pacifico”.
Comuni ricicloni 2010 racconta un’Italia in movimento nonostante le difficoltà. Sono 12 milioni infatti gli italiani coinvolti nelle pratiche di raccolta differenziata nei ben 1488 che quest’anno rientrano nella classifica virtuosa di Comuni Ricicloni 2010. Attivando servizi di raccolta differenziata, i comuni premiati hanno evitato l’emissione in atmosfera di 2,3 milioni di tonnellate di CO2, pari al 5% dell’obiettivo del protocollo di Kyoto per l’Italia. A questo risultato bisogna aggiungere anche il fatto che quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti sono state sottratte alla discarica.
Vincitore assoluto dell’edizione 2010 di Comuni ricicloni è il comune di Ponte nelle Alpi (BL), 8.499 abitanti, che, oltre ad aver conseguito il 83,5% di raccolta differenziata, ha l’indice di buona gestione più alto in Italia: 87,3%. Spicca poi il risultato di Salerno, miglior capoluogo riciclone del Centro Sud, per aver raggiunto il 60,3% di raccolta differenziata.
Tra le grandi città, nessuna performance degna di nota. Nessuna infatti ha superato la soglia stabilita per rientrare nella classifica virtuosa. Le città più popolose in classifica risultano essere Reggio Emilia con 166.678 abitanti, e Salerno con 139.587, dove le politiche e le azioni messe in campo lo scorso anno, grazie anche al supporto del Conai, hanno portato a risultati apprezzabili. Il Piemonte si attesta quale regione col maggior numero di capoluoghi ricicloni: Novara, Asti, Cuneo, Verbania e Biella. Al centro invece ancora il deserto: nessun capoluogo ha superato l’obiettivo del 50% di raccolta differenziata.
La provincia nella quale risiedono il maggior numero di cittadini ricicloni è invece la provincia di Torino dove i comuni da premiare quest’anno sono ben 106. La provincia di Milano paga la “cessione” di 50 comuni ricicloni alla neonata provincia di Monza e Brianza che sommati ai suoi 89 l’avrebbero resa la provincia più riciclona d’Italia, capoluogo a parte.
Nel presentare il dossier Comuni Ricicloni 2010, Legambiente ha avanzato dieci proposte di Legambiente per uscire dall’emergenza rifiuti
1. Aumentare il costo dello smaltimento in discarica
2. Diffondere le raccolte differenziate domiciliari in tutti i Comuni italiani
3. Completare la rete impiantistica per il recupero e il trattamento dei rifiuti
4. Rivedere il sistema di premialità/penalità per premiare la riduzione e il riciclaggio
5. Promuovere la diffusione delle buone pratiche locali sulla prevenzione
6. Avviare la redazione del Programma nazionale di prevenzione
7. Promuovere la qualità delle raccolte differenziate per massimizzare il riciclaggio
8. Garantire la certezza normativa, a partire dal passaggio tassa/tariffa
9. Non riaprire la stagione dei commissariamenti per l’emergenza rifiuti
10. Introdurre i delitti ambientali nel codice penale e istituire un fondo per le bonifiche dei siti orfani
"Si tratta di dieci proposte concrete per fronteggiare - senza semplificazioni o mistificazioni - le emergenze che ancora affliggono il nostro Paese - spiega l'associazione. Ci auguriamo fortemente che in futuro si possa concretizzare quella che viene definita la strategia “rifiuti zero”, ma intanto dobbiamo affrontare la complessità della gestione dei rifiuti che stiamo producendo oggi e che produrremo domani. Per questo che è necessario da subito mettere in pratica la strategia comunitaria e gerarchica delle quattro R, dando il giusto peso e senza escludere nessuna delle opzioni previste. Solo così si potrà uscire definitivamente dal tunnel dell’emergenza che ha caratterizzato il nostro Paese fino ad oggi, rendendo possibile quella svolta che farebbe entrare l’Italia in Europa, una volta per tutte e senza distinzione tra Nord, Centro e Sud". [GB]