Italia: violate le normative Ue sulla caccia - denuncia la Lav

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Il decreto-legge sulla caccia n.251/2006 - che doveva porre fine alle violazioni italiane alle normative comunitarie - è miseramente fallito sotto l'implacabile opera di liberalizzazione selvaggia della caccia delle Regioni: tra sabato 2 e domenica 3 settembre, infatti, la caccia si aprirà in anticipo in almeno 15 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto) e nelle province autonome di Trento e Bolzano, mentre addirittura Toscana e Marche hanno consentito la caccia alle specie protette dall'UE (passero, storno, ecc.) in palese violazione dalla Direttiva 79/409/CEE e alle nuove norme del decreto De Castro - denuncia la LAV

La LAV ha eseguito un monitoraggio dei calendari venatori e ha diffidato i Presidenti delle Regioni a revocarli immediatamente: "In numerose Regioni sarà consentita la caccia a specie stanziali (lepri, fagiani, starne, conigli, pernici, ecc.) o anatidi (germano reale, alzavola e marzaiola) che sono ancora in riproduzione o di dipendenza dei piccoli e molte anatre non sono in grado di volare normalmente per la muta estiva - dichiara Ennio Bonfanti, della LAV - Se aggiungiamo le deroghe illegittime per la caccia di specie protette, abbiamo la quasi certezza che la Corte di Giustizia di Lussemburgo arriverà a una nuova e sonora condanna dell'Italia per violazione del diritto comunitario ambientale che, paradossalmente, il decreto-legge doveva recepire per fronteggiare la miriade di infrazioni del nostro Paese! La LAV chiede una riformulazione del decreto n.251/06, testo che ci riserviamo di denunciare alla Commissione Europea e alla Corte di Giustizia UE".

A giudizio della LAV, se da una parte le Regioni - come prevedibile - hanno caparbiamente ignorato e calpestato il decreto, dall'altra il Ministro delle Politiche Agricole on. De Castro ha avuto un atteggiamento di totale acquiescenza alle pressioni della lobby venatoria e non ha fatto nulla per difendere il suo decreto e per garantirne l'applicazione. "E' grave che il Ministro abbia prima smantellato il suo stesso provvedimento con una circolare alle Regioni che autorizza le pre-aperture - dichiara Roberto Bennati, vicepresidente della LAV - e poi non sia intervenuto per bloccare, come gli consente il decreto e la legge 221/2002, le deroghe illegittime. Insomma, il decreto che doveva fermare la deregulation 'calibro 12' è stato affossato e 'impallinato' da chi doveva applicarlo e farlo rispettare".

La LAV chiede un immediato intervento del ministro De Castro e del ministro Pecoraro Scanio, il quale con questo decreto non ha assunto le posizioni espresse in campagna elettorale, al fine di bloccare l'ennesima stagione di massacro della fauna. Si ricorda inoltre ai Ministri delle Politiche Agricole e dell'Ambiente che il programma di Governo dell'Unione prevede 'tolleranza zero' verso le deroghe venatorie e l'impegno verso "la piena applicazione della legge n. 157 del 1992, il rispetto delle direttive comunitarie in materia di caccia".

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