Europa: lacune nella normativa europea sulle sostanze chimiche

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Numerose associazioni ambientaliste di tutta Europa hanno espresso delusione per la nuova normativa europea sulle sostanze chimiche che la Commissione Europea ha presentato dopo 5 anni di discussione e molti rinvii. Nel contempo esce il rapporto 'Veleni in casa' studio patrocinato da Greenpeace per sondare la tossicità degli oggetti di uso quotidiano.

Greenpeace, Friends of Earth, European Public Health Alliance ,solo per citarne alcune, sono le associazioni ambientaliste che senza mezzi termini hanno denunciato l'inadeguatezza della nuova normativa sulla produzione e l'impiego di sostanze chimiche in Europa. Secondo queste ultime la liena adottata dalla Commissione è quella di far prevalere gli interessi delle aziende chimiche su quelli della salute e dell'ambiente. In particolare le normativa si basano su due punti: da un lato l'introduzione del principio elastico del "controllo adeguato" attraverso il quale anche le sostanze più pericolose saranno utilizzabili senza quindi un reale incentivo alla ricerca di alternative più sicure e dall'altro l'insufficiente obbligo di informazione sulla sicurezza. Appena un terzo delle sostanze chimiche in commercio avranno l'obbligo di essere corredate di dati informativi.

Le associazioni invitano i cittadini e tutte le associazioni ambientaliste europee ad esercitare pressioni sugli attori dei prossimi passaggi legislativi (Parlamento europeo, Governi nazionali) affinché si possano colmare le attuali lacune della nuova normativa.

Nel frattempo Greenpeace ha reso noti i risultati di uno studio condotto in Italia, Francia, Spagna, Germania e Slovacchia analizzando le polveri delle case. Dalla ricerca chiamata " Veleni nascosti", emergono preoccupanti dati sulla presenza di numerose sostanze tossiche, alcune delle quali cancerogene, presenti negli oggetti d'uso quotidiano come giochi per bambini, profumi e prodotti per la pulizia. [DS]

Fonti: La nuova ecologia, Chemical Reaction;

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