Wwf: il governo gioca ancora con le cifre

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L'Italia, nonostante le ripetute assicurazioni del nostro Governo, arriva in ritardo alla data ultima per la presentazione del "Piano nazionale di allocazione delle emissioni", fissata per il 31 marzo dalla Direttiva Europea 2003/87 sulle Emissions trading. Ancora infatti il Piano non è stato reso noto e prima della sua definitiva approvazione è prevista una consultazione dei vari portatori di interesse. Preoccupanti anche alcune dichiarazioni ufficiali del Ministero dell'Ambiente, che ci fanno pensare che il nostro Paese non stia prendendo sul serio i reiterati allarmi del mondo scientifico sulla gravità dei cambiamenti climatici in corso e nelle responsabilità umane, ultimo in ordine di tempo lo studio australiano che denuncia come l'aumento di emissioni di gas serra sia aumentato a ritmo allarmante negli ultimi 2 anni, quasi totalmente a causa dei combustibili fossili. Inoltre il Governo italiano sta assumendo una posizione di retroguardia in Europa rispetto all'esigenza di stabilire degli obiettivi di riduzione delle emissioni che provocano l'effetto serra. Il nostro Paese è sostanzialmente isolato in questo atteggiamento.

L'Italia continua a puntare su nuove grandi centrali a carbone, le più inquinanti, che gli altri paesi stanno progressivamente eliminando. Per poter tentare di rispettare gli impegni presi con la ratifica del Protocollo di Kyoto il nostro Paese intende far ricorso pesantemente all'acquisto dall'estero di diritti di emissione, resi disponibili da quei paesi che più saggiamente sono andati oltre i loro obiettivi, ed esportando nei paesi in via di sviluppo quelle tecnologie pulite che, non essendoci impegnati a produrre in casa, acquisteremo dall'estero. In entrambi i casi, per poter continuare ad inquinare, il Governo italiano si sta impegnando a mandare all'estero capitali che altri paesi investiranno in innovazione tecnologica, mantenendo il nostro paese in una progressiva arretratezza. Il WWF ritiene che sarebbe più saggio investire tali capitali in ricerca e sviluppo di fonti rinnovabili ed efficienza energetica in Italia: piccole e medie centrali di cogenerazione ad alta efficienza, alimentate a metano, per la fornitura di elettricità e calore in teleriscaldamento.

Il WWF esprime preoccupazione per lo scenario italiano nel quale si colloca il Piano Nazionale di Allocazione delle emissioni, che non tiene conto dell'esigenza di diminuire le emissioni inquinanti di anidride carbonica nei settori che pesano di più, quello energetico e quello dei trasporti. L'Assoelettrica (Associazione dei produttori di energia elettrica) e il Ministero delle Attività Produttive chiedono di aumentare in modo inaccettabile la quota di emissioni consentite al settore elettrico. Inoltre il Ministero dell'Ambiente continua ad annoverare l'incenerimento dei rifiuti fra le soluzioni per la riduzione delle emissioni, mentre in realtà, trattandosi prevalentemente di plastica (derivato del petrolio) non si fa altro che aggiungere alle emissioni di metano prodotte dalle discariche quelle di CO2 prodotte dagli inceneritori.

Il Ministero dell'Ambiente inoltre continua a dichiarare che il nostro Paese gode di una elevata efficienza energetica, millantando per efficienza quella che tecnicamente viene chiamata "intensità energetica" del PIL, cioè il fatto che il nostro paese ha sviluppato settori industriali che richiedono consumi inferiori a quelli dell'industria pesante di altri paesi europei, ma che nulla dice se l'energia necessaria viene utilizzata in modo efficiente. Da un recente rapporto dell'ANPA ("La Risorsa Efficienza") risulta che se nei vari settori produttivi, domestici e commerciali venissero utilizzate le apparecchiature elettriche più efficienti esistenti sul mercato, si potrebbe risparmiare fino al 46% degli attuali consumi elettrici nazionali".

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