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Wwf: 5 autogol ambientali, ma possiamo ancora rimediare
Cambiamento climatico
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Si è da poco conlcusa la Coppa del mondo di Calcio che con le Olimpiadi è il maggiore evento sportivo del mondo. Nei giorni scorsi Tv e giornali ci hanno inondandato quotidianamente di risultati e classifiche, comprese quelle dei più bei gol, delle azioni più spettacolari. Ma anche degli errori più gravi e, ciò che è peggio le scorrettezze e.. gli autogol. Il Wwf ha preparato la classifica dei 5 maggiori autogoal ambientali: i peggiori disastri provocati dal genere umano, ai quali dobbiamo assolutamente porre rimedio.
I peggiori autogol in campo ambientale sono stati messi in ordine, ma "fare una classifica del più e del meno grave è davvero molto difficile, diciamo pure arbitrario": al primo posto il riscaldamento globale, quindi le specie invasive e le sostanze tossiche e inquinamento seguiti dalla pesca eccessiva e dallo spreco d'acqua. Gli esperti affermano che il riscaldamento globale infatti può alterare in modo sostanziale un terzo dell'habitat di piante e di animali entro la fine di questo secolo. I cambiamenti del clima possono portare all'estinzione circa un milione di specie terrestri nei prossimi 50 anni. Il livello del mare salirà, gli atolli scompariranno e alcuni posti come New York potranno divenire simili a Venezia."Siamo ancora in tempo" - afferma il Wwf - "ma occorre far presto": la terra non concede i supplementari.
Al secondo posto le specie invasive. "Come specie siamo veramente bravi in questo compito e in nessuna posto c'è chi meglio di noi prenda le specie da una parte del pianeta e le metta in un altro. Fantastico! Evidentemente, le prime volte che questo accadeva non ne eravamo consapevoli, ma poi abbiamo continuato a farlo. Fino a che l'invasione di specie aliene (o alloctone, insomma non native) è diventata la seconda causa per importanza alla base della perdita di biodiversità" - commenta il Wwf.
Al terzo posto le sostanze tossiche e l'inquinamento: tra il 1930 e il 2000 la produzione totale di sostanze chimiche da parte dell'uomo è aumentata da 1 milione a 400 milioni di tonnellate per anno. La quantità di pesticidi immessi sulle coltivazioni è aumentata di 26 volte negli ultimi 50 anni. L'impatto è enorme e diffuso ovunque, e questa è una valutazione per difetto. "Non c'è dubbio che la società del 21° secolo dipende dai composti chimici prodotti dall'uomo e non c'è dubbio che molti abbiano effetti benèfici. Ma molti di essi (più di quanti si possa pensare) sono dannosi non solo per la natura ma anche per noistessi e i nostri bambini. Ma sappiamo pochissimo degli effetti a lungo termine, perché non siamo abbastanza esigenti nel controllare la tossicità dei prodotti che mettiamo in commercio" - nota il Wwf.
Al quarto posto la pesca eccessiva. "Quello cui stiamo assistendo e quello che lasciamo che accada è la trasformazione del nostro Pianeta Blu in un deserto umido. Basta dare un occhio a questi dati: lo sforzo di pesca è 2,5 volte superiore rispetto alle capacità riproduttive degli oceani. Già il 52% delle risorse ittiche è completamente sfruttato e il 24% è sovrasfruttato, esaurito o sta riprendendosi dal collasso. Nel tempo di una vita umana abbiamo provocato una crisi negli oceani maggiore di qualunque danno mai fatto alla foresta pluviale. E gli effetti ricadono su di noi, ma soprattutto sulle popolazioni più povere. Stiamo pescando pesci più piccoli e sempre più giovani, stiamo affamando popoli che utilizzano le risorse marine per vivere. Le nostre flotte industrializzate stanno portando via il pesce dalle coste più povere dell'Africa (come dire: "abbiamo esaurito il pescabile lungo le nostre coste, ora facciamo lo stesso altrove.."). E quando le popolazioni di pesci si esauriscono, finisce anche il lavoro! Prendete esempio dal collasso dei merluzzi sui Grand Banks in Canada: 40.000 persone improvvisamente senza lavoro.
Classificato al numero 5 è il monumentale spreco d'acqua dolce. Con un terzo della popolazione che vive in paesi in cui si soffre per la scarsità di acqua, è imperdonabile che si faccia così poco per conservare e assicurare una gestione corretta di questa risorsa di valore incommensurabile, alla base stessa della vita. In effetti siamo così incapaci nel gestire le nostre riserve di acqua dolce, che in questo compito abbiamo creato deserti, inaridito milioni di ettari di terreni, impoverito falde sotterranee e ucciso fiumi e laghi - come è successo al Lago d'Aral - in alcuni casi addirittura li stiamo facendo scomparire.
"Non solo è un nostro autogol monumentale, non solo sta portando alla scomparsa migliaia di specie, ma milioni di uomini e donne, e bambini, non hanno acqua da bere. E non finisce qui. Una cattiva gestione delle risorse d'acqua dolce sta causando inondazioni dove prima non c'erano mai state inondazioni, siccità dove non c'era mai stata siccità. Prendete ad esempio i fiumi: li sbarriamo con le dighe, li deviamo, ne stravolgiamo la naturalità. Ormai il numero di fiumi rimasti liberi in Europa si può contare sulle dita di una mano" - conclude il Wwf.