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Rapporto Territori 2022, a che punto siamo?
Cambiamento climatico
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Immagine: Asvis.it
È stato presentato pochi giorni fa a Roma il Rapporto Territori 2022 di ASviS, documento che comprende una rassegna delle esperienze internazionali ed europee di territorializzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda Onu 2030 e lo stato di attuazione della Strategia nazionale, delle Strategie regionali e delle Agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile.
Il Rapporto è uno strumento prezioso e unico che, grazie a indicatori statistici elementari e compositi, raccoglie e analizza il posizionamento di regioni, province, città metropolitane, aree urbane e comuni rispetto ai 17 SDGs. E che, per la prima volta, analizza anche le differenze di comportamento tra le regioni e le province autonome tra il 2010 e il 2021, mettendo in relazione, per ogni Obiettivo dell’Agenda Onu 2030 per cui sono disponibili i dati (14 Goal su 17), il comportamento dei cinque territori con la performance migliore e i cinque con la performance peggiore, mettendo in evidenza le disuguaglianze territoriali che emergono.
“In questi anni il senso di vulnerabilità è aumentato ovunque, soprattutto nei paesi dell’Unione europea, con effetti politici, economici e sociali significativi, nonostante le risposte senza precedenti fornite a livello europeo e nazionale, anche per aumentare la resilienza delle economie e delle società”si legge nell’introduzione a cura di Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, Presidenti dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Che continuano: “Di fronte a tali sviluppi, la scienza, un crescente numero di analisti e anche aree crescenti della società sostengono sempre più spesso che l’unica maniera inclusiva, olistica, di affrontare un presente e un futuro difficili sia quella di perseguire uno sviluppo più sostenibile sul piano ambientale, economico, sociale e di governo, come l’ASviS sostiene dalla sua nascita.”
La rappresentazione che scaturisce dal Rapporto disegna un’Italia a diverse velocità, in cui le differenze territoriali aumentano anziché diminuire. Ad esempio, nel periodo 2010-2021 le disuguaglianze territoriali tra le regioni e le province autonome sono aumentate per sette Goal: Povertà (Goal 1), Salute (Goal 3), Istruzione (Goal 4), Parità di genere (Goal 5), Energia (Goal 7), Lavoro e crescita economica (Goal 8), Città e comunità (Goal 11); diminuite per due Goal: Economia circolare (Goal 12), Giustizia e istituzioni (Goal 16);rimaste stabili per cinque Goal: Agricoltura e alimentazione (Goal 2), Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (Goal 6), Infrastrutture e innovazione (Goal 9), Disuguaglianze (Goal 10), Vita sulla terra (Goal 15).
Per alcuni Goal il Rapporto offre anche una prima valutazione dell’impatto della crisi pandemica e dedica una sezione ai rischi naturali e antropici. Le tragedie causate dalle recenti alluvioni delle Marche e di Ischia dimostrano come i cambiamenti climatici e l’urbanizzazione incontrollata siano una temibile combinazione. Da almeno tre legislature il Parlamento non riesce a legiferare in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana. Nel “Decalogo per un’Agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile”, contenuto nel Rapporto, l’ASviS propone, insieme alle associazioni degli urbanisti, l’attivazione di una sede di confronto interistituzionale con tutti i portatori di interesse istituita dalle Commissioni Ambiente e Territorio di Camera e Senato, con 6 mesi di tempo per individuare il “nucleo essenziale” delle questioni che necessitano di un aggiornamento normativo e indicare anche lo strumento, legislativo o amministrativo più appropriato.
Un Rapporto, come si evince, denso di sfide da affrontare, non ultima quella di rendere più diffuse le migliori buone pratiche per lo sviluppo sostenibile dei Territori messe in atto al momento solo a livello regionale e locale. Ecco perché il decalogo di proposte dei capitoli conclusivi: fornire uno strumento a disposizione delle istituzioni per il monitoraggio e l’adozione di norme che, come sottolineano ancora i Presidenti Mallen e Stefanini, sollecita il Parlamento ad aggiornare la normativa e a realizzare politiche coordinate per il governo dei territori, in considerazione delle relative diversità e fragilità. “La disponibilità di risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e di altri fondi europei e nazionali, è un’occasione imperdibile per aiutare i territori nella transizione verso un modello di sviluppo sostenibile, ridurre le disuguaglianze e prevenire tragedie come quelle causate dalle recenti alluvioni”.
Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.