La lunga la transazione elettrica...

Stampa

Foto: Unsplash.com

Negli ultimi 20 anni sono state poche le compagnie elettriche a livello mondiale che hanno ampliato la produzione di energia da fonti rinnovabili a scapito della loro capacità alimentata a gas o carbone. Come mai? Secondo lo studio A global analysis of the progress and failure of electric utilities to adapt their portfolios of power-generation assets to the energy transition”, pubblicato recentemente su Nature Energy da Galina Alova, della Smith School of Enterprise and the Environment dell’Università di Oxford, quando si tratta di passare a fonti di energia verdi come l’eolico e il solare le compagnie elettriche puntano i piedi. Così, anche se negli ultimi anni in tutto il mondo c’è stato un vero e proprio boom dell’energia rinnovabile, molti dei nuovi impianti eolici e solari sono stati costruiti da produttori indipendenti, mentre le grandi compagnie di servizi pubblici, comprese molte imprese statali e cittadine, sono state molto più lente a diventare ecocompatibili. Lo studio ha esaminato più di 3.000 compagnie elettriche di tutto il mondo dal 2000 ad oggi e ne è emerso che “Solo il 10% delle compagnie ha ampliato la propria produzione di energia da fonti rinnovabili più rapidamente della propria capacità alimentata a gas o carbone” e tra i pochi che hanno speso di più per le energie rinnovabili, “molti hanno continuato ad investire anche nei combustibili fossili”. 

Per la Alova questa resistenza verso una transizione energetica più verde mina gli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico visto che “Se si guarda a tutte le utilities e a qual è il comportamento dominante, non stanno facendo molto per sviluppare energie rinnovabili”. Secondo la ricercatrice “Molti di questi tipi di utilities sono di proprietà dei governi che dovrebbero aver investito nei loro portafogli energetici molti anni fa”, ma in realtà “La maggior parte delle grandi compagnie stanno ancora dominando il business globale dei combustibili fossili”. Non solo, una quota piuttosto significativa della capacità basata sui combustibili fossili è stata aggiunta nell’ultimo decennio, il che significa che si tratta di risorse piuttosto nuove. Eppure per rispettare gli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi, le centrali a carbone e ad altri combustibili fossili dovrebbero essere chiuse anticipatamente o avranno bisogno di utilizzare la costosa tecnica del “carbon capture and storage”, se vogliono durare per altri decenni. Per la Alova, visto che le notizie che vengono riportate dalle società energetiche non sempre rappresentano la complessità dei loro investimenti, "oggi potremmo avere un’immagine piuttosto falsata dello sviluppo energetico rinnovabile"

Ma per fortuna non si tratta solo di greenwashing. In Europa e nel Regno Unito l’energia rinnovabile ha conquistato una quota significativa del mercato elettrico e sembra rispettare i target dell’Unione europea fissati per il 2030, mentre negli ultimi mesi qualcosa sta cambiando anche a livello globale. A certificarlo è il Rapporto 2020 di Ember, un think tank inglese indipendente e senza fini di lucro su clima ed energia che fornisce dati, analisi e soluzioni politiche per accelerare la transizione globale dell’elettricità dal carbone alle rinnovabili. Secondo un'analisi pubblicata lo scorso agosto “l’energia eolica e solare insieme hanno generato quasi tanta energia priva di CO2 quanto le centrali nucleari, che hanno prodotto il 10,5% dell’elettricità globale nel primo semestre del 2020”. Non solo. Se consideriamo gli ultimi 6 mesi e non i 20’anni presi in esame dallo studio della dottoressa Alova, allora “l’eolico e il solare sono rapidamente aumentati fino a diventare una delle principali fonti di elettricità nella maggior parte dei paesi del mondo e stanno riducendo con successo la combustione di carbone in tutto il mondo”. Questa nuova analisi semestrale ha aggregato la produzione nazionale di elettricità in 48 paesi che rappresentano l’83% della produzione mondiale di elettricità e si è basata sui dati della Global electricity review pubblicati a marzo del 2020. Secondo questi dati nei 48 paesi analizzati, la generazione eolica e solare è passata da 992 terawattora del 2019 ai 1.129 terawattora nel primo semestre del 2020. “Ciò significa che la quota eolica e solare dell’elettricità globale è passata dall’8,1% nel 2019 al 9,8% nel primo semestre del 2020, quasi pari a quella legata al nucleare. E allargando il campo d’osservazione, la quota delle rinnovabili è già più che raddoppiata dal 4,6% del 2015, quando è stato firmato l’accordo di Parigi sul clima”. 

Oggi molti paesi chiave come Cina, Stati Uniti, India, Giappone, Brasile e Turchia “generano circa un decimo della loro elettricità da energia eolica e solare” e ancora migliori sono le performance dell’Unione e del Regno Unito con, rispettivamente, “il 21% e il 33%, che le pongono al vertice mondiale”, ben distanti dalla Russia dove eolico e solare sono solo lo 0,2% della componente energetica elettrica. Grazie a questa recente evoluzione energetica la produzione globale di elettricità con il carbone è diminuita dell’8,3% nella prima metà del 2020, rispetto al primo semestre del 2019. Si tratta di un nuovo record, a seguito di un calo su base annua del 3% nel 2019, che all’epoca era il calo maggiore almeno dal 1990. Ovviamente il Covid-19 ha contribuito al risultato, visto che il calo nel primo semestre 2020 è legato proprio al fatto che la domanda di elettricità è diminuita a livello globale del 3,0% e secondo gli analisti di Ember il 70% della caduta del carbone nel primo semestre 2020 può essere attribuito proprio alla minore domanda di elettricità dovuta al Coronavirus. I pur incoraggianti numeri esposti nel report Ember, non bastano però a raddrizzare 20 anni d'immobilismo nel campo degli investimenti per le rinnovabili. Secondo il rapporto, il carbone deve diminuire del 13% ogni anno in questo decennio perché lo scenario di contenimento del riscaldamento globale a +1,5 °C si concretizzi. Circoscrivere il carbone al solo 6% nella produzione globale di elettricità entro il 2030 non sarà facile, ma rispetto agli ultimi 20 anni qualche segnale positivo il 2020 lo ha dato!

Alessandro Graziadei

Sono Alessandro, dal 1975 "sto" e "vado" come molti, ma attualmente "sto". Pubblicista, iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2009 e caporedattore per il portale Unimondo.org dal 2010, per anni andavo da Trento a Bologna, pendolare universitario, fino ad una laurea in storia contemporanea e da Trento a Rovereto, sempre a/r, dove imparavo la teoria della cooperazione allo sviluppo e della comunicazione con i corsi dell'Università della Pace e dei Popoli. Recidivo replicavo con un diploma in comunicazione e sviluppo del VIS tra Trento e Roma. In mezzo qualche esperienza di cooperazione internazionale e numerosi voli in America Latina. Ora a malincuore stanziale faccio viaggiare la mente aspettando le ferie per far muovere il resto di me. Sempre in lotta con la mia impronta ecologica, se posso vado a piedi (preferibilmente di corsa), vesto Patagonia, ”non mangio niente che abbia dei genitori", leggo e scrivo come molti soprattutto di ambiente, animali, diritti, doveri e “presunte sostenibilità”. Una mattina di maggio del 2015 mi hanno consegnato il premio giornalistico nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue “Isabella Sturvi” finalizzato alla promozione del giornalismo sociale.

Ultime su questo tema

Clima e climatizzatori!

18 Agosto 2025
I condizionatori d’aria mitigano la crisi climatica che contribuiscono ad aggravare? (Alessandro Graziadei)

Cosa dobbiamo raccontare ancora, di questo diabolico Risiko? Il punto

25 Luglio 2025
Si parte confine fra Thailandia e Cambogia, con una nuova guerra che pare prendere forma da vecchie dispute. (Raffaele Crocco)

Zuppa mediterranea

23 Luglio 2025
ll Mar Mediterraneo, uno dei principali hotspot climatici a livello globale, continua a scaldarsi. (Alessandro Graziadei)

Accompagnare il declino?

15 Luglio 2025
Le Terre Alte hanno veramente intrapreso un percorso di spopolamento irreversibile? (Alessandro Graziadei)

Oltre 295 milioni di persone nel mondo hanno sofferto di fame acuta nel 2024

08 Luglio 2025
Insicurezza alimentare e malnutrizione sono in aumento, colpiti 38 milioni di bambini sotto i cinque anni. Il numero di quanti soffrono di fame catastrofica è più che raddoppiato, raggiungendo 1,9...

Video

Roghi in California: la solidarietà dei giovani greci di Mati