L’Europa crede nei progetti LIFE

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Foto: Unsplash.com

La notizia è finalmente arrivata qualche giorno fa. L’Unione Europea ha approvato un pacchetto di investimenti di oltre 280 milioni di euro afferenti al budget per nuovi progetti del programma LIFE. 

Il programma LIFE è la linea di finanziamento a livello europeo, nata nel 1992, che supporta progetti per la tutela dell’ambiente e per il contenimento del cambiamento climatico. Il budget per il periodo 2014-2020 era di 3,4 miliardi. Ecco perché è importante la decisione di rifinanziare questa linea per i prossimi anni, perché saranno progetti che andranno a supportare azioni di tutela della biodiversità sul continente, in particolare inserendosi nella Strategia europea per la biodiversità 2030 e contribuendo inoltre al pacchetto di azioni del Green recovery fund dell’era post Covid-19, con l’obiettivo, di certo ambizioso e di non facile raggiungimento se le premesse non cambiano e le azioni di conseguenza, di diventare un continente “climate neutral” entro il 2050.

Circa 220 milioni andranno a coprire i costi di progetti dedicati all’ambiente, all’efficienza energetica, alla natura e alla biodiversità, nonché alla governance ambientale e al sostegno dell’informazione. Gli altri 60 milioni supporteranno invece azioni volte alla mitigazione del clima, all’adattamento climatico e, di nuovo, al fitto lavoro politico e di informazione indispensabili per il conseguimento dei traguardi posti.

Va da sé che questa scelta implica il voler ribadire con energia la necessità di forti investimenti che puntino a migliorare il grado di biodiversità e della sua tutela a livello Europeo, con particolare attenzione alle prospettive dell’efficientamento energetico degli edifici e alla riduzione dell’impatto, indubbiamente negativo per il pianeta, delle industrie ad alto tasso di inquinamento e di consumo energetico.

Tra le sfide che tutti noi dovremo affrontare, non solo chi si prenderà in carico di sviluppare idee, progetti e dunque azioni volte a perseguire questi scopi, ci sono sicuramente quelle rappresentate appunto dalla Strategia europea per la biodiversità 2030, i cui elementi chiave sono: la creazione di zone protette per almeno il 30% della superficie terrestre e il 30% dei mari in Europa, con obiettivi giuridicamente vincolanti di ripristino della natura nel 2021 che prevedono una protezione più rigorosa delle foreste dell'UE; il ripristino degli ecosistemi marini e terrestri degradati in tutto il continente attraverso l’aumento dell’agricoltura biologica e gli elementi caratteristici di un’elevata biodiversità sui terreni agricoli, il recupero di almeno 25.000 km di fiumi a scorrimento libero e l’arresto e l’inversione del declino degli impollinatori, la piantumazione di 3 miliardi di alberi entro il 2030 e la riduzione dell’uso e della nocività dei pesticidi del 50% entro il 2030; e ancora lo sblocco di 20 miliardi di euro all'anno per la biodiversità provenienti da varie fonti, tra cui fondi dell'UE e finanziamenti nazionali e privati, prevedendo l’integrazione delle dimensioni del capitale naturale e della biodiversità nelle pratiche commerciali; la leadership europea a livello mondiale per affrontare con impegno la crisi globale della biodiversità, attraverso una mobilitazione di strumenti e partnership internazionali.

Sfide impegnative, certo, che però fanno leva sul fatto che, essendo i progetti LIFE progetti che coinvolgono numerosi Stati europei, possano diventare un impegno comune e condiviso in maniera trasversale. A questo scopo i finanziamenti verranno integrati da investimenti aggiuntivi, che ammontano a circa 590 milioni di euro e che puntano a sostenere oltre 120 nuovi progetti nel cammino verso i traguardi che ci attendono. Si tratta di un aumento del 37% rispetto agli investimenti dello scorso anno. Forse qualcuno ai piani alti ci crede, e non è scontato dopo anni che ascoltiamo proclami che spesso restano solo parole. Per chi ha requisiti e condizioni per farlo, è un’ottima opportunità di cui avvalersi per la tutela del Pianeta. 

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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