Kyoto: l'indecisione russa frena l'impegno dell'Ue

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Dopo le dichiarazioni di un consigliere di Putin che ha detto che la Russia è pronta a ratificare il protocollo per la riduzione delle emissioni, è arrivata la secca posizione della Commissaria all'energia e ai trasporti, Loyola de Palacio, secondo cui Mosca non intende ratificare il protocollo di Kyoto e questo deve comportare una seria riflessione da parte dell'Unione europea sulla adeguatezza del sistema per la riduzione dei gas nocivi per l'atmosfera. La De Palacio ha concluso osservando che "esiste sia il sistema della carota che quello del bastone per raggiungere i propri obiettivi e dato che molti paesi non ratificheranno Kyoto e il protocollo non entrerà in vigore, c'è da chiedersi se il sistema del bastone sia davvero il migliore".

Una pronta risposta arriva dal presidente di Legambiente Roberto Della Seta. "È il Protocollo di Kyoto il salvacondotto per una competitività sostenibile in Europa" con benefici che gioverebbero non solo all'ambiente e alla salute. "Uno studio dello scorso giugno effettuato dall'Agenzia europea per l'ambiente di Copenaghen, ha stimato i costi per raggiungere tali obiettivi variano tra i 4 e i 12 miliardi di euro l'anno a seconda dello scenario considerato, con una media, ritenuta l'ipotesi più realistica, di 6-8 miliardi di euro" ha sottolineato Della Seta secondo cui si andrebbe a creare un calo delle spese legate al controllo e alla riduzione dell'inquinamento pari a circa 6,6 miliardi di euro l'anno.

E proprio sugli impatti del cambiamento climatico in Europa è dedicato il rapporto dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA). Tempeste, inondazioni, siccità ed altri eventi meteorologici estremi sempre più frequenti e onerosi sul piano economico. Maggiore piovosità nell'Europa settentrionale, ma clima più secco nelle zone meridionali, che in alcune zone potrebbe minacciare l'agricoltura. Ondate di calore sempre più frequenti ed intense, con conseguenze spesso letali per gli anziani e le persone di costituzione più debole. Scioglimento dei ghiacciai: tre quarti di quelli delle Alpi svizzere scompariranno entro il 2050. Innalzamento del livello dei mari nei secoli a venire. Questi sono solo alcuni degli effetti del cambiamento climatico globale già osservabili in Europa o previsti per i decenni futuri in conseguenza dell'incremento delle temperature globali secondo la EEA. Esistono prove inconfutabili che la maggior parte del riscaldamento globale verificatosi negli ultimi 50 anni è imputabile alle attività umane, in particolare alle emissioni di gas ad effetto serra, come ad esempio il biossido di carbonio (CO2) generato dall'uso di combustibili fossili, che intrappolano il calore. Nelle fasce basse dell'atmosfera la concentrazione di CO2, il principale gas a effetto serra, ha raggiunto il livello massimo da almeno 420.000 anni - forse persino da 20 milioni di anni - ed è del 34 % superiore al livello prima della rivoluzione industriale. L'aumento risulta accelerato dal 1950.

E a meno di un mese dall'emanazione in Italia di nuove leggi che promuovono e stanziano cospicui finanziamenti per la realizzazione di progetti educativi nel campo del risparmio energetico, l'Associazione Ingegneri per l'Ambiente e il Territorio (AIAT) organizza per il prossimo 1 ottobre al Politecnico di Milano una conferenza internazionale dal titolo "Più scuola e meno energia". dove verranno esposte le esperienze di educazione energetica in Norvegia dove programmi di informazione-formazione hanno reso possibili riduzioni fino al 10 per cento dei consumi energetici all'interno degli edifici scolastici e sono stati premiati con il secondo posto nella categoria "Learning for the future" al Global Award 2001. AIAT ed Eliante hanno sviluppato il progetto "Piccoli risparmiatori di energia" che prevede la realizzazione di un'esperienza pilota in 10 scuole della Lombardia durante la quale l'educazione al risparmio energetico sarà integrata con l'analisi delle caratteristiche energetiche degli impianti e degli edifici. In questo senso il progetto intende costituire uno strumento innovativo per il miglioramento dell'efficienza energetica dell'edificio-scuola, integrando aspetti strutturali e gestionali, attività di audit energetico e comportamenti degli utenti. Ingegneri, educatori, enti pubblici e comunità scolastiche agiscono coerentemente per intervenire insieme sull'edificio e sulla sua gestione. [AT]

Altre fonti: La Nuova Ecologia, Agenzia Europea per l'Ambiente

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