Gas serra: Olanda in tribunale, USA in campagna elettorale

Stampa

Secondo Jasper Teulings di Greenpeace Nederland siamo davanti ad “Una pietra miliare” che potrebbe essere in grado di “Spostare l’intero dibattito” sul cambiamento climatico. Di cosa stiamo parlando? Ecco la storia: la Urgenda Foundation nel 2012 aveva portato di fronte alla giustizia la denuncia di 886 cittadini olandesi contro il loro Governo reo di non proteggerli dagli incombenti pericoli del cambiamento climatico e il tribunale dell’Aia lo scorso 24 giugno ha dato loro ragione, ordinando al Governo olandese di tagliare le emissioni di gas serra di almeno il 25% entro il 2020, che è comunque il 15% in meno di quanto recentemente stabilito dalle indicazioni dell’Unione europea che suggeriscono la riduzione del 40% di emissioni entro il 2030.

La sentenza, a differenza del parere dell’Unione, non lascia tante alternative: “Le parti convengono che la gravità e la portata dei cambiamenti climatici rendono necessaria l’adozione di misure per ridurre le emissioni di gas a effetto serra” e se il Governo non prenderà decisioni rapide, mettendole in atto altrettanto rapidamente, “entro la prossima metà di questo secolo ci saranno condizioni meteorologiche estreme”, tali da “mettere in pericolo i cittadini”. Secondo Jaap Spier, avvocato generale della Corte suprema olandese “I tribunali possono costringere i Paesi ad adottare politiche climatiche efficaci”. In base al documento Oslo Principles on Global Climate Change Obligation approvato a marzo da un gruppo internazionale di eminenti giuristi secondo Spier “I procedimenti giudiziari sono forse l’unico modo per rompere l’apatia politica sul cambiamento climatico”.  

Di fatto, con le politiche attuali, l’Olanda raggiungerebbe entro il 2020 al massimo una riduzione del 17% delle emissioni. Troppo poco per il Tribunale olandese visto che i Paesi Bassi sono particolarmente vulnerabili sotto questo punto di vista dal momento che il 24% del loro territorio si trova sotto il livello del mare. In questo momento ha ricordato Teulings “Altre cause sono in corso in Belgio e nelle Filippine. Questo è l’inizio di un’ondata di contenziosi climatici”. Avranno seguito? Al momento la sentenza rimane solo un buon inizio e nulla più, lo stesso che almeno nelle intenzioni ha contraddistinto anche le parole di Hillary Clinton nel discorso di apertura della sua campagna elettorale il 13 giugno a Roosevelt Island. La Clinton ha parlato soprattutto di grandi temi economici, ma ha riservato importanti passaggi anche al cambiamento climatico promettendo di “trasformare gli Usa nella superpotenza dell’energia pulita del XXI secolo […] Proteggendo l’ambiente e facilitando la transizione delle comunità in difficoltà verso un futuro economico più diversificato e sostenibile”. 

Il 2014 per gli Stati Uniti è stato l’anno più caldo mai registrato, maggio il mese più piovoso di sempre e in tutti gli Usa le alluvioni si alternano alle siccità estreme, mentre alcune aree costiere fanno già i conti con l’innalzamento dell’oceano ed altre con le ondate di calore. Così davanti all’eco-scetticismo e al negazionismo climatico la neo candidata Presidente ha sposato un approccio chiaro e scientifico criticando i politici che davanti al cambiamento climatico, una delle minacce che definiscono il nostro tempo, dicono: “Io … non sono uno scienziato”. “E allora perché non cominciano ad ascoltare chi lo è?” ha proposto la Clinton che punta a stanare i repubblicani che in campagna elettorale evitano di negare l’evidenza del global warming e nel contempo non tradiscono i loro finanziatori delle Big Oil.

Per molti commentatori la Clinton con questa uscita sembra abbia indirettamente risposto a Bill McKibben, fondatore di 350.org, che le ha scritto una lettera per spiegarle perché molti ambientalisti guardano con diffidenza alla sua candidatura visto che “non ha fatto ancora del cambiamento climatico il suo problema” e non ha ancora detto nulla “contro la realizzazione della Keystone XL, la gigantesca condotta che dovrebbe portare il greggio più sporco del mondo, quello delle sabbie bituminose canadesi dell’Alberta, fino alle raffinerie texane sul Golfo del Messico”, un tema centrale per le associazioni ambientaliste Usa. Alla Clinton McKibben ha consigliato di “non ignorare le proteste in difesa della qualità dell’acqua e dell’ambiente che si svolgono in tutto il Paese” e di “prendere posizione a favore di un referendum o una legge sulla moratoria del fracking”.

Quello che sicuramente verrà chiesto da molti elettori a quella che potrebbe essere la prossima presidente Usa è di aderire alla campagna per il disinvestimento dai combustibili d fossili e di non accettare donazioni da fondazioni che hanno interessi nel petrolio, nel gas, nel carbone e nel nucleare. “Un modo per risolvere questo problema - ha detto dice McKibben - è quello di impegnare la Fondazione Clinton ad indirizzare gli Stati Uniti e i Paesi in via di sviluppo verso le energie rinnovabili”. Del resto oggi quasi l’80% dei cittadini di tutto il mondo sono molto preoccupati per gli impatti dei cambiamenti climatici e circa il 70% vedono comunque nelle misure di lotta contro il global warming un’occasione per migliorare le loro vite. È quanto merge dal più grande sondaggio mondiale sul cambiamento climatico realizzato da oltre 100 partner della World Wide Views Alliance in previsione della Conferenza delle parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Cop21 Unfccc) che si terrà a Parigi a dicembre. La consultazione e i dibattiti, tenutisi in 75 Paesi il 5 giugno, in occasione del World Eenvironment Day, hanno coinvolto 10.000 persone dalle isole Figi all’Arizona e, secondo il comunicato finale dell’Unfccc, “Più del 90% tra loro hanno detto che il nuovo accordo universale sul clima che deve essere firmato a Parigi dovrebbe avere l’obiettivo a lungo termine di zero emissioni per la fine del secolo”. Forse sia il Governo olandese che la candidata Clinton dovranno cominciare a fare i conti con queste percentuali, se non altro in chiave elettorale.

Alessandro Graziadei

Sono Alessandro, dal 1975 "sto" e "vado" come molti, ma attualmente "sto". Pubblicista, iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2009 e caporedattore per il portale Unimondo.org dal 2010, per anni andavo da Trento a Bologna, pendolare universitario, fino ad una laurea in storia contemporanea e da Trento a Rovereto, sempre a/r, dove imparavo la teoria della cooperazione allo sviluppo e della comunicazione con i corsi dell'Università della Pace e dei Popoli. Recidivo replicavo con un diploma in comunicazione e sviluppo del VIS tra Trento e Roma. In mezzo qualche esperienza di cooperazione internazionale e numerosi voli in America Latina. Ora a malincuore stanziale faccio viaggiare la mente aspettando le ferie per far muovere il resto di me. Sempre in lotta con la mia impronta ecologica, se posso vado a piedi (preferibilmente di corsa), vesto Patagonia, ”non mangio niente che abbia dei genitori", leggo e scrivo come molti soprattutto di ambiente, animali, diritti, doveri e “presunte sostenibilità”. Una mattina di maggio del 2015 mi hanno consegnato il premio giornalistico nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue “Isabella Sturvi” finalizzato alla promozione del giornalismo sociale.

Commenti

Log in or create a user account to comment.

Ultime su questo tema

Clima e climatizzatori!

18 Agosto 2025
I condizionatori d’aria mitigano la crisi climatica che contribuiscono ad aggravare? (Alessandro Graziadei)

Cosa dobbiamo raccontare ancora, di questo diabolico Risiko? Il punto

25 Luglio 2025
Si parte confine fra Thailandia e Cambogia, con una nuova guerra che pare prendere forma da vecchie dispute. (Raffaele Crocco)

Zuppa mediterranea

23 Luglio 2025
ll Mar Mediterraneo, uno dei principali hotspot climatici a livello globale, continua a scaldarsi. (Alessandro Graziadei)

Accompagnare il declino?

15 Luglio 2025
Le Terre Alte hanno veramente intrapreso un percorso di spopolamento irreversibile? (Alessandro Graziadei)

Oltre 295 milioni di persone nel mondo hanno sofferto di fame acuta nel 2024

08 Luglio 2025
Insicurezza alimentare e malnutrizione sono in aumento, colpiti 38 milioni di bambini sotto i cinque anni. Il numero di quanti soffrono di fame catastrofica è più che raddoppiato, raggiungendo 1,9...

Video

Roghi in California: la solidarietà dei giovani greci di Mati