Clima: verso danni irreversibili, peggiora l'Italia

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Il costante aumento di emissioni di gas che causano l'effetto serra dimostra il "fallimento complessivo" del mondo industrializzato ad affrontare il problema: lo afferma in un comunicato il World Resources Institute (WRI). L'organizzazione che ha sede a Washington mette in guardia che la situazione sta velocemente peggiorando: "Si sta andando verso un punto in cui i danni saranno irreversibili. O sia agisce ora, o il mondo si troverà presto di fronte a temperature che causeranno danni irreparabili" - afferma il Dr. Jonathan Pershing, direttore del Programma 'Clima, energia e inquinamento' del WRI.

Le dichiarazioni del World Resources Institute, giungono in occasione del decimo anniversario della 'Convenzione Onu sui cambiamenti climatici' (UNFCCC) del 21 marzo 1994, la base del 'Protocollo di Kyoto, che all'oggi è stata firmata da 188 nazioni, ma che ha visto l'opposizione dell'amministrazione Bush e lo stallo nella ratifica della Russia. Gli Usa sono responsabili dell'emissione del 25% dei gas "effetto serra", mentre la Russia ed altre nazioni che non hanno ancora ratificato il trattato ne emettono una quota pari al 20%.

I dati del WRI parlano chiaro: l'emissione di diossido di carbonio è aumentata dell'11% in dieci anni e - di questo passo - per il 2020 crescerà del 50%; ciò causerà l'estinzione di un milione tra specie animali e vegetali, cioè del 37% di tutte le specie esistenti, afferma uno studio dello scorso gennaio di Nature.

L'Europa, che la scorsa estate ha visto nella sola Francia la morte per l'eccessiva calura di 5mila persone e la cui agricoltura ha subito perdite di 12,5 miliardi di dollari, è in prima linea nell'implementazione del Protocollo di Kyoto. Nei giorni scorsi il Parlamento Europeo ha approvato le rimanenti clausole del Protocollo rendendolo vincolante per tutti gli stati dell'Unione.

E' dal 1990 che i principali paesi europei si sono impegnati a ridurre le emissioni dei gas climalteranti: il Regno Unito le ha ridotte del 12,4% e la Germania addirittura del 17,7%. Nota dolente per l'Italia dove le percentuali di emissioni sono invece cresciute del 7,3% arrivando a 545 milioni di tonnellate nel 2001 - ricorda il rapporto di Legambiente 2004. "Siamo certamente soddisfatti dell'importante presa di posizione della Commissione europea - ha commentato Della Seta presidente di Legambiente. Ora però alla forza e alla coerenza della politica dell'Unione europea vorremmo che corrispondesse un atteggiamento simile da parte italiana". [GB]

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