Clima: Montreal, negoziati subito per superare Kyoto

Stampa

Si è aperta a Montreal la Conferenza sui cambiamenti climatici per la definizione di una linea d'azione per il dopo 2012, data di scadenza degli obiettivi del protocollo di Kyoto. Gli esperti delle Nazioni Unite stanno cercando di definire una formula di compromesso che consenta un piano d'azione comune sia per gli Stati Uniti e i paesi industrializzati che per le nazioni in via di sviluppo. Le speranze vacillano di fronte all'atteggiamento di chiusura degli Stati Uniti. Almeno nei toni è diversa la posizione britannica. Per richiamarli alla grande reponsabilità, il Wwf ha rivolto un appello alle delegazioni dei 156 paesi chiedendo l'inizio delle trattative. "A Montreal i Paesi partecipanti devono negoziare maggiori azioni ed impegni per il futuro affinché alle persone e alla natura venga data la possibilità di evitare gli effetti più gravi dei cambiamenti climatici". In discussione rimane non solo la riduzione di emissione dei paesi industrializzati ma anche quella per i paesi in via di sviluppo.

"Devono capire come il mercato delle emissioni sia una realtà e che, parallelamente, gli investitori abbiano bisogno di maggiori certezze sul futuro", ha affermato Gianfranco Bologna del Wwf. "Il caso italiano del Piano di Assegnazione delle quote per lo Scambio delle Emissioni dimostra (e dimostrerà) che non si fa un favore alle aziende perdendo tempo e facendo i furbi: quando il nostro paese arriverà in ritardo e penalizzato nel mercato delle emissioni e, soprattutto, alla sfida del mondo che fa pagare la CO2 che si produce, e va verso un'energia senza carbone e petrolio, vedremo chi ha avvantaggiato chi". Le aziende, le banche, e in generale il settore economico, stanno già lavorando con gli strumenti del commercio delle emissioni, ma gli attuali obiettivi, in termini di riduzione delle emissioni, riguardano soltanto il periodo sino al 2012. Il WWF è convinto che questa sia una prospettiva troppo breve per chiunque debba prendere decisioni in termini di investimenti.

Per Roberto Della Seta, presidente di Legambiente "l'Italia sbarca a Montreal con una valigia carica di ritardi, di emissioni sempre più pesanti e un piano nazionale di assegnazione delle quote che non punta certo a invertire questa tendenza. C'è da sperare che a Montreal il nostro paese giochi finalmente carte diverse: che adegui il proprio passo a quello della Ue e non tenti invece, ancora una volta, di boicottare i negoziati multilaterali sul clima".

L'Italia, infatti, ha visto crescere le proprie emissioni del 12% circa rispetto ai livelli del 1990, allontanandosi di oltre il 18% dal suo obiettivo di riduzione (-6,5%). Per non incorrere nelle sanzioni che verranno stabilite, dovrà ridurre di quasi un quinto le sue emissioni attuali. E' necessario e urgente, secondo Legambiente, che il nostro governo s'impegni concretamente rivedendo le politiche energetiche e scommettendo in casa sul risparmio, sulle fonti rinnovabili e sull'innovazione tecnologica, anziché stanziando fondi per l'acquisto di crediti dalla Banca Mondiale.

Di fronte all'ingresso della sede della Conferenza sul clima, Greenpeace ha installato un orologio di vetro alto 4 metri per ricordare ai delegati che non c'è più tempo da perdere. "Il cambiamento climatico non è un problema distante da affrontare prima o poi, in futuro. Ci rimane davvero poco tempo per evitare gli impatti più catastrofici. Senza azioni immediate da parte dei governi ci ritroveremo presto su una locomotiva impazzita senza freni" afferma Stephanie Tunmore, capo delegazione di Greenpeace a Montreal. Stiamo già sperimentando gli impatti dei cambiamenti climatici: i ghiacciai della Cina occidentale potrebbero scomparire in gran parte per il 2100; la copertura di ghiaccio dell'Artico potrebbe svanire prima della fine del secolo, mettendo in difficoltà orsi polari, foche e certe specie di uccelli che dipendono dal ghiaccio. Nelle prossime decadi c'è anche il rischio che, a causa dell'effetto combinato di queste mutazioni del clima e della deforestazione, la foresta amazzonica si trasformi in un'immensa savana. "I 156 governi che hanno ratificato Kyoto devono ora impegnarsi nei fatti, negoziando la fase successiva con obiettivi di riduzione delle emissioni molto più significativi per i paesi industrializzati" conclude Tunmore. [AT]

Altre fonti: Rai News 24

Ultime su questo tema

Clima e climatizzatori!

18 Agosto 2025
I condizionatori d’aria mitigano la crisi climatica che contribuiscono ad aggravare? (Alessandro Graziadei)

Cosa dobbiamo raccontare ancora, di questo diabolico Risiko? Il punto

25 Luglio 2025
Si parte confine fra Thailandia e Cambogia, con una nuova guerra che pare prendere forma da vecchie dispute. (Raffaele Crocco)

Zuppa mediterranea

23 Luglio 2025
ll Mar Mediterraneo, uno dei principali hotspot climatici a livello globale, continua a scaldarsi. (Alessandro Graziadei)

Accompagnare il declino?

15 Luglio 2025
Le Terre Alte hanno veramente intrapreso un percorso di spopolamento irreversibile? (Alessandro Graziadei)

Oltre 295 milioni di persone nel mondo hanno sofferto di fame acuta nel 2024

08 Luglio 2025
Insicurezza alimentare e malnutrizione sono in aumento, colpiti 38 milioni di bambini sotto i cinque anni. Il numero di quanti soffrono di fame catastrofica è più che raddoppiato, raggiungendo 1,9...

Video

Roghi in California: la solidarietà dei giovani greci di Mati