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Clima: Africa in fumo, diamo la sveglia ai G8
Cambiamento climatico
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Il gruppo di Ong internazionali che si occupano di cambiamenti cliamtici (tra cui Action Aid, Oxfam, Greenpeace) Friends of the Earth ha reso pubblico il suo rapporto finale, dal titolo "Africa; Up in Smoke?". Nel rapporto si chiede ai leader dei paesi del G8 di prendere iniziative immediate per contrastare i cambiamenti climatici, altrimenti gli sforzi per eliminare la povertà nel continente africano si riveleranno vani. Considerando, infatti, che il 70% della popolazione africana dipende dall'agricoltura e che il surriscaldamento globale sta dando una brusca accellerata al processo di desertificazione, appare evidente che senza dei provvedimenti urgenti la condizione di una vasta fetta degli abitanti del continente nero è destinata a peggiorare. Una delle prime soluzioni da prendere in considerazione è investire sempre più fondi nelle fonti di energia pulite (ad esempio solare ed eolico), riducendo l'estrazione di combustibili fossili, responsabili di buona parte delle emissioni di CO2.
L'organizzazione internazionale degli "Amici della Terra" sta lanciando in questi giorni un'azione di sensibilizzazione globale sui cambiamenti climatici. Il 7 luglio tutta la cittadinanza mondiale è invitata a far suonare campane e quant'altro sia disponibile per "dare la sveglia" in merito alle questioni ambientali ai leader del G8, che si riuniranno a Gleneagles, in Scozia, dal 6 all'8 luglio. L'orario scelto per l'iniziativa è le 13.45 (fuso del Regno Unito) ed anche questo ha una forte valenza simbolica. 13 sta per la percentuale di popolazione mondiale rappresentata dai paesi del G8, 45 per la percentuale di emissioni inquinanti che questi stessi paesi contribuiscono a rilasciare annualmente nell'atmosfera. Simbolicamente in quel momento tutti potranno mandare un email per chiedere azioni concrete ai governi del G8. Per avere ulteriori informazioni si può visitare il sito web www.climatealarm.org.
Intanto oggi a Londra e all'Aja, in occasione delle riunioni annuali degli azionisti della Shell si è tenuta una protesta di numerosi gli esponenti delle comunità impattate dai devastanti progetti della multinazionale petrolifera. Per l'occasione gli uffici olandesi ed inglesi di Friends of the Earth hanno reso pubblico il terzo rapporto annuale sulle malefatte della Shell, dal titolo "Lessons not Learned" scaricabile in formato .pdf". Sul caso della Nigeria è partita una denuncia la scorsa settimana con l'intento di far cessare la pratica del "gas flaring", ovvero la combustione in torcia del gas che fuoriesce dai pozzi petroliferi. Il gas flaring è diffuso in Nigeria più che in ogni altra parte del mondo e, secondo la Banca Mondiale, ha contribuito ad immettere in atmosfera più gas serra di quanti non ne producano insieme tutte le altre fonti di inquinamento dell'Africa sub-sahariana. Questo mix di emissioni nocive, che includono benzene e particolato, si perpetua da oltre 40 anni nel delta del Niger, esponendo la popolazione, con i relativi beni e mezzi di sostentamento, a gravissimi danni sanitari e ambientali. Bruciare il gas in torcia e non utilizzarlo rappresenta anche una perdita in termini finanziari, perdita che la Banca Mondiale valuta per la sola Nigeria in 2,5 miliardi di dollari l'anno; e questo in un paese dove la stragrande maggioranza della popolazione deve vivere con meno di un dollaro al giorno. [AT]