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Cancun: chi parte per primo per cambiare il clima? Io
Cambiamento climatico
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Due reporter di OneWorld sono appena tornati da Tianjin – Cina; ultima tappa prima della Conferenza di Cancun – Messico del prossimo 29 novembre. In vista di tale appuntamento si levano le proposte dalla società civile e nascono due blog italiani per seguire i negoziati e le mobilitazioni.
I recenti negoziati Onu tenutisi a Tianjin, in Cina, hanno dimostrato la distanza che c'è tra i Governi e le richieste delle ong. Nessun impegno concreto sul taglio di emissioni di gas climalteranti è stato raggiunto, nonostante l’appello delle organizzazioni ambientaliste per ricordare che di questo passo, entro il 2020, avremo superato per più di un terzo il limite di guarda delle concentrazione di CO2, con conseguenze inimmaginabili per gli ecosistemi e le società umane.
Risultati positivi, o parzialmente positivi sono stati raggiunti ai lavori Unfccc della sessione negoziale di Tianjin solo da alcuni «contact groups» che sono riusciti a migliorare alcune parti del testo del trattato di lungo periodo sul clima (anche in termini di raggiungimento di maggiori consensi). In particolare, sono stati riformulati molti punti della bozza di testo relativi alle questioni finanziarie, al trasferimento di tecnologie ed alla cooperazione internazionale per aiutare i paesi più poveri nelle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici.
La maggior parte dei paesi industrializzati (compresa la Ue) e dei Paesi emergenti (compresa Cina ed India), hanno più volte ripetuto le loro posizioni, tra cui la stessa dichiarazione di altre sessioni precedenti: la disponibilità ad assumere impegni più ambiziosi, o molto ambiziosi, purché gli altri facciano la stessa cosa. Una dichiarazione questa che, in pratica, significa che nessuno farà nulla se gli altri non avranno fatto prima qualcosa e che porta inevitabilmente a prolungare lo stallo, in attesa che qualcuno prima o poi faccia la prima mossa.
Ecco perché, la prossima Conferenza di Cancun si presenta piuttosto nebulosa. Ciò nonostante, non va dimenticato che nei negoziati delle Nazioni Unite spesso accade che le situazioni di stallo si rompono in breve tempo e che all'ultimo minuto si prendono decisioni inaspettate, purché, ci sia qualche paese che voglia assumere un ruolo guida nel negoziato, come spesso aveva fatto nel passato l’Ue. Ora che è defilata, potrebbe essere il Messico, il Brasile od il Sud Africa ad avere il maggior interesse ad assumere un ruolo di leadership mondiale per portare a buon fine questa difficile fase.
Cina ed Usa si studiano a vicenda. Recentemente si sono accusati a vicenda riguardo la mancanza di volontà ad impegnarsi ma, per il momento, non hanno abbandonato il campo.
“Per far fronte a questo stallo per AssoBotteghe - è necessario ripartire da noi, dai nostri stili di vita per renderli più sostenibili e a misura di pianeta. Ma tutto ciò, seppur necessario, non è sufficiente. Bisogna ripartire da azioni politiche, di sensibilizzazione verso i cittadini, di pressione verso i decisori politici per cambiare modello di sviluppo”.
Molte iniziative in vista di Cancun condividono - nonostante la loro diversità - questa stessa prospettiva strategica: “Dobbiamo cominciare a sviluppare- spiega Giuseppe De Marzo di A Sud - cambiamenti radicali dal basso e abbandonare le false soluzioni che peggiorano solo il problema, ponendo i diritti dei popoli e della natura come focus dello stesso dibattito”. “Pensiamo che sia necessario cambiare il sistema di produzione e consumo imperante basato su un modello di sviluppo e un modo di relazionarsi con la natura come depredatore e scorretto e andare verso nuovi modelli di vita basati sulla giustizia sociale, ambientale e climatica”.
È online Ri(e)voluzione, il blog su Altreconomia da cui si potrà seguire tutti gli sviluppi, le aspettative, le mobilitazioni in vista della Conferenza Onu, e da cui potrete scaricare e diffondere il dossier omonimo (.pdf) a cura di Monica Di Sisto ed Alberto Zoratti, che tratta delle interconnessioni tra cambiamento climatico, economia internazionale ed economie solidali.
Un lavoro che è brillantemente ripreso anche dal sito a cura di Fair, che accompagnerà gli approfondimenti sul cambiamento climatico con un monitoraggio sui negoziati dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e con analisi sui diritti del lavoro nelle imprese.